La filariosi dei cani

La filariosi dei cani
Francisco María García

Scritto e verificato l'avvocato Francisco María García.

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

La filariosi è una malattia cardiopolmonare che colpisce soprattutto i cani e talvolta anche i gatti.

È provocata da un parassita chiamato dirofilaria immitis o comunemente filaria, un verme filiforme che da adulto può raggiungere i 30 cm di lunghezza e che provoca gravi lesioni ai polmoni e al cuore.

Come si trasmette?

Golden retriever mamma e cuccioli

Uno dei veicoli di trasmissione della malattia è la zanzara. Esistono 80 specie di zanzare in grado di trasmettere la malattia. Quando una zanzara punge un animale affetto da filariosi, ingerisce le larve microscopiche del verme. All’interno della zanzara il parassita si trasforma da larva ad adulto, evoluzione che può essere molto veloce, e impiegare una settimana circa.

Quando la zanzara punge un altro animale, gli trasmette il parassita attraverso la pelle. Il parassita ha una grande mobilità e rapidamente raggiunge le arterie polmonari e cardiache. Lì continua a crescere fino a raggiungere, nella maturità, 30 cm di lunghezza. Quindi, non vi è una trasmissione diretta da un cane all’altro.

Prevenzione

È molto importante per il trattamento di questa malattia che la diagnosi sia precoce, affinché la terapia possa iniziare il prima possibile e con il minore rischio. Se lo sviluppo del nematode è ancora allo stato larvale, i danni agli organi interni del cane saranno minimi e la cura più efficace.

Quando l’animale è sano e quello che si vuole fare è solo una buona prevenzione, è possibile scegliere tra diversi trattamenti, a seconda delle esigenze del cane e del proprietario. Sul mercato sono disponibili vari prodotti, pastiglie da somministrare per via orale o pipette da applicare sulla pelle. La somministrazione di solito è mensile. Esistono anche iniezioni preventive da fare solo una volta l’anno.

Sintomi

In molti casi, la filariosi è asintomatica, oppure i sintomi sono talmente lievi da passare inosservati. Tra i più comuni ricordiamo tosse, riluttanza a fare attività fisica, tachicardia e difficoltà respiratorie.

I cani non presentano alcun segno di malattia durante i primi 6 mesi di infestazione, prima della maturazione del parassita, tuttavia un controllo approfondito con analisi consente di individuarla tempestivamente. È possibile, anche se non accade spesso, che una larva raggiunga l’occhio del cane o una zampa, causando cecità, zoppia, convulsioni, etc.

Quando la malattia è in evoluzione, potrebbero verificarsi emorragie dal naso, perdita di peso progressiva nonostante l’animale mostri buon appetito, svenimenti, anemia, difficoltà nella coagulazione del sangue e, alla lunga, anche la morte dell’animale.

Diagnosi

L’infestazione viene individuata attraverso le analisi del sangue. Si può osservare la presenza del parassita direttamente al microscopio, soprattutto nel caso in cui sia ancora allo stato larvale o molto piccolo; una volta diventato adulto è sufficiente una rapida analisi del sangue.

Terapia

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Nella maggior parte dei casi, si tratta di una terapia difficile. Per questo motivo occorre valutare prima la salute dell’animale per essere sicuri che sia in grado di resistere al trattamento. È necessario eliminare ogni traccia dei parassiti, sia adulti che larve. Si comincerà a trattare prima i vermi di piccoli dimensioni e dopo quelli lunghi, che si trovano nel cuore dell’animale.

Una volta finita la cura, bisognerà realizzare un test per essere certi che la terapia sia stata efficace.

Eliminare il parassita dal cuore del cane è un procedimento lungo, dal momento che il verme adulto può anche resistere alcuni mesi al trattamento. Il cane dovrà stare a riposo per diversi mesi dopo la cura, per evitare che i resti dei parassiti morti penetrino nei polmoni. È anche possibile un intervento chirurgico volto ad eliminare i parassiti, ma andando ad agire sugli organi vitali del cane, è piuttosto rischioso.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.