Alla scoperta della paleoecologia, l'ecologia del passato

La paleoecologia ci permette di scoprire com'erano gli ecosistemi della Terra milioni di anni fa, per avere un'idea della loro evoluzione. Conoscere il passato è essenziale per poter prevedere il futuro, almeno in una certa misura.
Alla scoperta della paleoecologia, l'ecologia del passato
Miguel Mata Gallego

Scritto e verificato il biologo Miguel Mata Gallego.

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

La paleoecologia è la scienza che si dedica alla scoperta dell’ecologia del passato. Pertanto, il suo compito è descrivere gli ambienti e le relazioni trofiche tra gli animali e le piante che vivevano sulla terra centinaia, migliaia e persino milioni di anni fa.

Come facciamo a sapere com’era la vegetazione in un determinato luogo milioni di anni fa? Quali strumenti utilizza la paleoecologia per svelare i misteri del passato? Vi raccontiamo tutto in questo articolo.

Paleoecologia: i segreti nascosti sotto il lago

Per iniziare ad esplorare il mondo della paleoecologia, suggeriamo al lettore di lasciare libera la sua immaginazione e di spostarsi mentalmente sulla riva di un piccolo lago.

Possiamo immaginare un bellissimo lago dalle acque cristalline, circondato da pochi giovani pini. Oppure, se preferiamo, possiamo pensare a un lago scuro e profondo, circondato da querce secolari i cui rami ondeggiano al vento.

Qualunque sia lo specchio d’acqua che vi viene in mente, tutti hanno una cosa in comune: nelle loro profondità, nascondono delle informazioni estremamente preziose per gli ecologisti.

Nel corso degli anni il polline secreto dalla vegetazione che circonda gli specchi d’acqua stagnante – quindi laghi e paludi e piccoli stagni – finisce per cadere in acqua e, quindi, si deposita sul fondo. Questo polline finisce per accumularsi nei sedimenti, che anno dopo anno formano uno strato sempre più spesso capace di resistere per milioni di anni.

La palinologia, uno sguardo alla vegetazione del passato

Utilizzando sofisticate tecniche di analisi, gli ecologisti estraggono i nuclei dai sedimenti, in modo simile all’estrazione dai ghiacciai o dai poli. Una volta estratti, questi nuclei contengono il polline fossilizzato della vegetazione che a quel tempo circondava il lago.

Pertanto, la palinologia, o analisi del polline fossilizzato, è estremamente utile per i ricercatori. Questo perché ci consente di conoscere l’evoluzione della vegetazione in un punto preciso. In questo modo, gli scienziati sono in grado di intravedere, come se fosse una finestra, il passato delle piante che vivevano negli ecosistemi.

Illustrazione di paleontologia.
Un esempio dei tipi di polline che si possono osservare attraverso lo studio della palinologia.

Paleontologia: lo studio dei fossili animali

Come possiamo immaginare, la palinologia è uno degli strumenti più utili e moderni che abbiamo a disposizione per scoprire com’erano gli ecosistemi in passato.

Dallo studio delle piante, possiamo risalire a quali animali erbivori le hanno mangiate e così via fino a svelare l’intera catena alimentare. Infatti, i primi passi nella paleoecologia sono stati mossi grazie allo studio dei fossili animali.

Lo studio dei fossili – o paleontologia – ci permette di sapere com’erano gli organismi milioni di anni fa. Grazie al processo di fossilizzazione, i resti di alcuni animali vengono conservati sotto forma di rocce negli strati che compongono la crosta terrestre.

Lo studio dei fossili ci permette di scoprire l’evoluzione degli animali fino ai giorni nostri. Questo è il caso dei fossili, che ci mostrano il nostro passato di esseri umani. Australopithecus, i siti di Atapuerca e l’uomo di Neanderthal sono esempi di fossili che fanno luce sul nostro passato.

I fossili degli animali estinti

Tuttavia, probabilmente la cosa più interessante della documentazione sui fossili animali è scoprire intere specie o gruppi tassonomici di animali che non vivono più tra noi.

Il caso più noto è quello dei dinosauri, le lucertole giganti che hanno dominato la terra tra 250 e 65 milioni di anni fa. La loro scomparsa fu dovuta all’impatto di un meteorite sulla Terra e oggi gli uccelli sono l’unico gruppo proveniente da quella specie che è sopravvissuto.

I paleontologi hanno potuto analizzare i fossili dei dinosauri in modo molto dettagliato e sono giunti a conclusioni piuttosto interessanti sul loro modo di vivere.

Uno degli studi più curiosi è l’analisi dei teschi fossili, che forniscono molte informazioni sulle capacità cerebrali dei dinosauri. Così, ad esempio, sappiamo che il Velociraptor era un animale estremamente intelligente.

Nonostante il fatto che i fossili di dinosauro siano l’esempio più noto al grande pubblico, ci sono innumerevoli gruppi di animali che si sono estinti e lo sappiamo solo grazie ai resti fossili.

Burguess Shale, un luogo unico per la paleoecologia

Il giacimento di Burguess Shale probabilmente è il miglior posto al mondo per studiare la paleoecologia degli organismi del Cambrico. In questo sito, situato nel cuore delle Montagne Rocciose del Canada, ci sono migliaia di fossili di organismi molto diversi fra loro.

Reperti fossili.

Ciò che rende questo posto unico è il fatto che si sia formato in seguito ad una valanga di argilla che ha intrappolato migliaia di animali marini del periodo Cambrico: trilobiti, molluschi, artropodi e altri invertebrati ancestrali. Pertanto, ricostruire la loro ecologia è molto più facile.

In questo modo i paleoecologi sono riusciti a studiare migliaia di fossili che altrimenti non sarebbero stati mai ritrovati. Famoso è l’esempio di Hallucigenia, un onicoforo con il corpo ricoperto di spine.

In conclusione, la paleoecologia, sia attraverso lo studio del polline fossilizzato che dei fossili animali conservati nella roccia, ci permette di ricostruire con incredibile precisione gli ambienti e gli ecosistemi del passato.


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