AMUS, l'ONG che protegge gli animali rischia di chiudere

AMUS, l'ONG che protegge gli animali rischia di chiudere
Eugenio Fernández Suárez

Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez.

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

In diversi paesi ci sono molti rifugi e centri di recupero e protezione animale. Alcuni sono pubblici, altri sopravvivono grazie all’aiuto e le donazioni di privati. A prescindere dalla loro ragione sociale, queste enti no-Profit hanno un unico obiettivo: tutelare gli animali e la fauna selvatica. Oggi vi parliamo di uno di questi centri di recupero, chiamato AMUS (Action for the Wild World), attivo dal 1995 in Spagna e che rischia di chiudere per sempre.

Cosa fa un centro di protezione animali?

AMUS svolge un’attività di tutela degli animali selvatici attraverso un ospedale veterinario con decine di professionisti che lavorano per salvare gli esemplari malati o feriti che vengono portati al centro, situato a Villafranca de los Barros, tra Spagna e Portogallo.

Quando questi animali guariscono, grazie alle strutture ospedaliere e alla preparazione del personale, vengono rilasciati. Molti ragazzi e bambini assistono affascinati alla loro liberazione, mentre qualche politico ne approfitta per la propria propaganda.

AMUS, dal 1995, protegge la fauna della penisola iberica

Questo centro è anche servito come centro didattico. Sono state realizzate qui molte visite scolastiche, con lo scopo di educare le nuove generazioni alla protezione della natura. Un fatto che rende ancora più triste l’eventualità che possa chiudere i battenti.

Inoltre, grazie ad AMUS,  migliaia di veterinari e ricercatori si sono potuti formare e specializzare. Nel corso degli anni si è convertito in un luogo dove i professionisti di tutta Europa hanno lavorato nella riabilitazione e conservazione delle specie di uccelli più minacciate.

un volontario AMUS mentre tiene in mano un uccello ferito

I professionisti di AMUS per 23 anni hanno salvato vite animali. Oggi, intere regioni si avvantaggiano di questa conservazione della natura. Per esempio attraverso il turismo rurale, che richiama, in regioni come l’Estremadura, migliaia di appassionati di ornitologia e birdwatching.

Un centro che lottava contro l’estinzione

Questo centro di soccorso non si occupa solo del salvataggio degli animali feriti. Dal 1995 ha avviato numerosi progetti di conservazione per le specie in via di estinzione.

Molti di questi progetti di conservazione sono stati realizzati a favore di uccelli necrofagi. Parliamo di rapaci come gli avvoltoi endemici della Spagna. Sono stati protetti e salvati da AMUS attraverso l’uso di sistemi di GPS, campagne contro l’uso di pesticidi e per sottolineare l’importanza cruciale di questi volatili spazzini.

avvoltoi divorano carcassa

Un altro esempio del lavoro instancabile di AMUS e di altri centri di soccorso sono le campagne per proteggere l’albanella minore e il falco di palude. Questi uccelli depongono le loro uova nei campi di cereali e i loro nidi vengono spesso distrutti durante la coltivazione dei campi.

Questo centro di soccorso è anche riuscito a posizionare strumenti GPS su numerose specie minacciate, come l’aquila reale. Inoltre, si occupano del recupero di specie in declino, favorendo la riproduzione in cattività e restituendo all’ambiente un maggior numero di animali.

AMUS rimane senza finanziamenti

Mesi fa la ONG aveva avvertito il governo dell’Estremadura della situazione critica che si profilava.  L’associazione ha bisogno di 150.000 euro all’anno, mentre la Regione ha approvato nei bilanci appena il 10% di questa cifra. Una notizia quasi grottesca, comunicata dall’amministrazione di AMUS alla stampa.

Anche se il centro è privato, non bisogna dimenticare che il patrimonio faunistico appartiene a tutti. Sembra che la politica si interessi ai problemi dell’ambiente solo per ragioni di pubblicità. Quando si tratta di contribuire per il bene comune, tende ad approfittare di donazioni e finanziamenti privati che, in un momento di crisi come quello attuale, evidentemente possono scomparire da un momento all’altro.

Nel 2017, AMUS ha salvato quasi 1.400 animali selvatici, di cui quasi 1.000 rimessi in libertà. Una percentuale schiacciante per qualsiasi centro di recupero europeo.

Come si può aiutare un centro di protezione animali?

Esistono molti modi per collaborare con AMUS e altre ONG che proteggono gli animali. In particolare, si può usare Internet e le reti sociali più famose. Sul web troverete sicuramente molte associazioni ed enti no-Profit con profili e pagine web a cui è possibile donare soldi o anche regalare materiale, medicine e mangimi, utili per la loro attività.

Normalmente, questi centri di soccorso lavorano grazie a sponsorizzazioni, donazioni o vanno avanti grazie al sacrificio dei propri volontari. Se avete voglia di collaborare e aiutare questi centri a proteggere gli animali, non perdete altro tempo e fatevi avanti! Siamo certi che anche nella vostra città e regione, ci sono tante ONG animaliste che hanno bisogno di voi!


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.