Gatti e gravidanza: sono davvero incompatibili?

Gatti e gravidanza: sono davvero incompatibili?

Ultimo aggiornamento: 14 marzo, 2022

Si può tenere un gatto in casa durante la gravidanza? Certamente. Però, è un dato di fatto che quando una donna è incinta il rischio di contrarre malattie è più elevato. Alcuni disturbi possono essere minori o insignificanti, altri hanno effetti molto importanti. Sicuramente il feto in via di sviluppo è più sensibile ad alcune malattie. Una di queste è la toxoplasmosi, malattia che si trasmette attraverso il contatto con le feci del gatto.

La Toxoplasmosi

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La toxoplasmosi è una malattia a cui le donne in gravidanza devono prestare moltissima attenzione. È causata da un parassita, il protozoo Toxoplasma gondii. L’infezione da Toxoplasma contratta in gravidanza può provocare malattie congenite nel nascituro o perfino aborto involontario.

Le donne incinte che sono entrate in contatto con il Toxoplasma prima della gravidanza, hanno già sviluppato dentro di sé gli anticorpi contro questo parassita, pertanto non corrono alcun rischio.

I gatti sono l’unica specie animale che può diffondere il Toxoplasma attraverso le feci. Solo una piccola percentuale di gatti rilasciano, in un momento della loro vita, questo tipo di parassita, ma la probabilità è maggiore se l’animale è alimentato con carne cruda oppure se caccia.

Il Toxoplasma permane per 24 ore nelle feci del gatto prima di diventare infettivo. Un essere umano non può infettarsi con il Toxoplasma attraverso delle feci fresche. Questo punto è la chiave per ridurre di molto il rischio di contagio dal gatto, vale a dire occorre pulire la cassetta della sabbia ogni giorno.

Qualsiasi infezione che può avere effetti gravi sul feto deve essere presa sul serio.

 

A molte donne che aspettano un bambino si consiglia di allontanarsi dai loro gatti. Tuttavia, non c’è motivo per il quale debbano rinunciare ai loro adorati felini. Esistono misure di base che si possono applicare per ridurre considerevolmente il rischio di trasmissione da Toxoplasma.

 

Misure per ridurre il rischio della toxoplasmosi

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Le donne in gravidanza non devono avere contatto con la lettiera o qualsiasi altro rifiuto del gatto. Se possibile, lasciate ad altri la pulizia della sabbia.

Se una donna è incinta e deve pulire la cassetta della sabbia, lo deve fare tutti i giorni, affinché il Toxoplasma non abbia il tempo necessario per attivarsi e diventare infettivo.

Le lettiere vanno lavate e pulite con acqua bollente in modo regolare.

Fate in modo che il pelo del vostro gatto non si contamini con le proprie feci. Questo è particolarmente importante se il gatto ha il pelo lungo, che potrebbe trattenere le feci intorno all’ano o nel caso di vecchi gatti malati o obesi che hanno difficoltà a pulirsi correttamente.

Tenete il gatto in casa. I gatti che stanno all’aria aperta sono più soggetti a trasmettere la toxoplasmosi.

Non alimentate il vostro gatto con la carne cruda.

Se dovete cambiare la sabbia del gatto, mettetevi un paio di guanti di gomma e subito dopo lavate le mani con il sapone.

Le mani andranno lavate accuratamente anche dopo aver manipolato frutta e verdura cruda o se si è entrate in contatto con la terra, ad esempio durante un lavoro di giardinaggio.

Cucinate tutti i tipi di carne alla temperatura consigliata e lavate scrupolosamente prima e dopo il piano della cucina.

Portate il gatto dal veterinario per farlo sottoporre ad analisi e determinare se è infettato dal Toxoplasma. Se la prova risulta positiva alla toxoplasmosi, dovreste spostarlo in un altro luogo per sei settimane circa, fino a che smetta di essere contagioso.

Per fortuna, al giorno d’oggi, le probabilità di contrarre la toxoplasmosi in gravidanza sono basse. Se già avete avuto questa malattia, sappiate che non si può contrarre una seconda volta. Ciò nonostante, per dissipare ogni paura, fatevi fare le analisi del sangue per determinare se siete già immuni alla malattia. In generale, se già avevate un gatto da bambine o qualche anno fa, è possibile che siate entrate in contatto con la toxoplasmosi senza rendervene conto.

Se i risultati delle analisi stabiliscono che ne siete immuni, allora niente paura: prendete comunque le precauzioni sopra menzionate e preparatevi a ricevere il nuovo membro della famiglia, il vostro bambino non corre rischi.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.