Il naso del cane: 6 curiosità che vi lasceranno a bocca aperta

Il naso del cane, insieme all'apparato olfattivo, rappresenta un sistema di allarme tempestivo utile per identificare la presenza di cibo e di eventuali pericoli: di conseguenza, svolge un ruolo molto importante per la sopravvivenza dell'animale.
Il naso del cane: 6 curiosità che vi lasceranno a bocca aperta
Luz Eduviges Thomas-Romero

Scritto e verificato la biochimica Luz Eduviges Thomas-Romero.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Il naso del cane è un potente strumento che lo guida in un mondo molto diverso da quello che noi siamo in grado di percepire. Indubbiamente, è difficile per noi esseri umani (che tendiamo a mettere tutto in relazione a noi stessi) riuscire a comprendere con precisione l’enorme potenza dell’olfatto canino.

Che cosa si nasconde dietro a questa stupefacente capacità? Nel tentativo di dare una risposta a questa domanda, gli scienziati si sono posti l’obiettivo di chiarire la fisiologia dell’olfatto canino. In questo articolo vi parleremo di alcune delle scoperte più rilevanti.

6 curiosità sul naso del cane

1. È un organo multifunzionale

L’aria che raggiunge il naso del cane viene distribuita in modo da consentire lo svolgimento di due funzioni. Una parte è destinata all’olfatto, mentre l’altra alla respirazione: il naso di un cane, infatti, possiede la capacità di separare l’aria.

Una parte raggiunge direttamente una camera di rilevamento olfattivo che distingue gli odori, mentre l’altra attraversa la trachea ed è riservata alla respirazione. Il rilevamento olfattivo si verifica quando l’aria forma dei mulinelli che circolano attraverso un sistema di turbinati, dove si trovano i recettori olfattivi. Nei cani, il sistema dei turbinati è molto più complesso rispetto a quello presente negli esseri umani.

Il sistema di turbinati canino comporta una superficie dedicata all’olfatto che misura circa 100 centimetri quadrati, un’area di gran lunga superiore ai cinque centimetri quadrati che si ritiene siano presenti nell’essere umano.

Così, la funzione olfattiva e l’acume dei cani possono dipendere dal flusso e dalla permanenza delle molecole di odore nel cosiddetto recesso etmoidale. Qui, i recettori dell’olfatto sono esposti a un contatto prolungato con le molecole olfattive dell’aria inspirata.

Naso del cane: tre cani nascosti.

2. Il naso del cane possiede un secondo sistema di rilevazione degli odori

Tra il naso e la bocca, i cani dispongono di un organo speciale con il quale identificano gli odori. Questo organo è ancora presente negli esseri umani, ma si tratta esclusivamente di un vestigio non funzionale.

È conosciuto come organo vomeronasale od organo del Jacobson ed è considerato un organo ausiliario del senso dell’olfatto. Attraverso questo organo, il cane identifica segnali chimici non volatili, che richiedono un contatto fisico diretto con la fonte dell’odore, come i feromoni.

È interessante sapere che, diversamente dal percorso olfattivo principale, che invia segnali neuronali alla corteccia olfattiva, l’organo vomeronasale invia i segnali neuronali al bulbo olfattivo accessorio, poi all’amigdala e, in ultima istanza, all’ipotalamo.

Scheletro canino.

3. E perché così tanti recettori? Servono per annusarti meglio

Il repertorio di recettori olfattivi nei mammiferi comprende centinaia di diversi tipi di recettori. Queste proteine specializzate sono molto differenti e si manifestano in diversi sottoscomparti del naso.

Si ritiene che il naso del cane possieda una quantità di recettori olfattivi significativamente superiore a quella presente nell’essere umano. Tuttavia, è bene segnalare che non esistono quantificazioni affidabili che indichino quale è il limite della capacità olfattiva canina.

Ciò che sappiamo è che, negli esseri umani, il numero dei geni olfattivi funzionali si aggira intorno ai 450, rispetto ai più di 800 noti nel cane. Uno studio condotto su soli due cani ha stimato che il senso dell’olfatto canino supera il nostro di quattro o cinque ordini di grandezza. Ciò significa che sarebbe da 10.000 a 100.000 volte più acuto.

Ciononostante, recentemente altri gruppi di scienziati hanno cercato di stabilire che non esiste alcun rapporto tra il numero di geni olfattivi di una specie e la sensibilità dell’olfatto.

Secondo alcuni esperti, confrontando la capacità olfattiva del cane al senso del gusto (a titolo puramente esemplificativo), mentre un essere umano potrebbe notare la presenza di un cucchiaino di zucchero nel caffè, un cane potrebbe percepire un cucchiaino di zucchero in un milione di galloni (corrispondenti a 3.785.411 litri) di acqua, che equivalgono al volume di due piscine olimpioniche.

Naso del cane in primo piano.

4. Il bulbo olfattivo è la controparte “pensante” del naso del cane

Le sostanze odorose si uniscono a questi recettori olfattivi e generano un segnale che viene trasmesso al cervello. La zona cerebrale che decifra il segnale scatenato nel naso dalle sostanze odorose è il bulbo olfattivo. Anche in questo caso possiamo rilevare una differenza tra specie diverse.

Sappiamo che il volume del bulbo olfattivo nei cani e negli esseri umani costituisce, rispettivamente, lo 0,31% e lo 0,01%, in rapporto al volume del cervello.

5. L’umidità del naso del cane è un aspetto fondamentale

Il naso dei cani secerne un sottile strato di muco, che lo mantiene costantemente umido. Questo muco risulta utile allo scopo di assorbire e captare efficacemente le molecole odorose.

I cani si leccano continuamente il naso per degustare gli aromi attraverso la bocca. Non c’è ragione di stupirsi, quindi, per il fatto che annusino qualunque cosa, prima di mangiarla.

6. I cani annusano in 3D

I cani possono annusare utilizzando indipendentemente ogni singola narice. Sappiamo che il cervello di un cane usa le diverse caratteristiche dell’odore attraverso ogni cavità nasale, a partire dalle quali è in grado di determinare con precisione la provenienza dell’aroma.

Questo fenomeno si manifesta in maniera analoga alla nostra visione. Ogni occhio forma la propria immagine (lievemente differente) del mondo, che il cervello elabora per produrre l’immagine tridimensionale che percepiamo.

In sintesi, il naso del cane è fondamentale per la sua sopravvivenza e riproduzione. La capacità di riconoscere una molteplicità di sostanze odorose associate al cibo, ai predatori e ai partner per l’accoppiamento è essenziale per la sua specie.

Di conseguenza, il suo senso dell’olfatto possiede la capacità di identificare e distinguere un numero quasi illimitato di composti chimici. Questo risultato viene raggiunto grazie a un elaborato sistema olfattivo composto da diversi sottosistemi chemosensoriali.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Tsujino, I., Kawakami, Y., & Kaneko, A. (2005). Comparative simulation of gas transport in airway models of rat, dog, and human. Inhalation toxicology, 17(9), 475-485.
  • Bamford, K. A. (2012). Canine Olfaction: An Overview of the Anatomy, Physiology and Genetics. http://www.mesard.org/Articles/Canine-Olfaction-Review%20-kab.pdf.
  • Lawson, M. J. (2010). A fundamental study of the airflow and odorant transport phenomena of canine olfaction. The Pennsylvania State University. Tesis.
  • Kaissling, K. E. (2012). Antennae and noses: their sensitivities as molecular detectors.  In Sensory Transduction, 194 (Series A): 81-97. Editores Antonio Borsellino, Luigi Cervetto, Vincent Torre. Springer Science & Business Media, MA
  • Fleischer, J., Breer, H., & Strotmann, J. (2009). Mammalian olfactory receptors. Frontiers in Cellular Neuroscience, 3, 9.
  • Walker D, Walker J, Cavnar P, Taylor J, Pickel D, Hall S, Suarez J.(2006). Naturalistic quantification of canine olfactory sensitivity. Appl Anim Behav Sci 97: 241-254.
  • McGann, J. P. (2017). Poor human olfaction is a 19th-century myth. Science, 356(6338), eaam7263.
  • Wackermannová, M., Pinc, L., & Jebavý, L. (2016). Olfactory sensitivity in mammalian species. Physiological Research65(3), 369.
  • Kavoi, Boniface M, & Jameela, Hassanali. (2011). Comparative Morphometry of the Olfactory Bulb, Tract, and Stria in the Human, Dog, and Goat. International Journal of Morphology, 29(3), 939-946. https://dx.doi.org/10.4067/S0717-95022011000300047
  • Liberles SD, Horowitz LF, Kuang D, Contos JJ, Wilson KL, Siltberg-Liberles J, Liberles DA, Buck LB (2009). Formyl peptide receptors are candidate chemosensory receptors in the vomeronasal organ. PNAS. 106 (24): 9842–7.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.