Il visone americano: habitat e caratteristiche

Il visone americano è considerata una delle specie esotiche invasive.
Il visone americano: habitat e caratteristiche
Alejandro Rodríguez

Scritto e verificato il biotecnologo Alejandro Rodríguez.

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

L’animale protagonista di questo articolo è originario della parte nord del continente americano. Per via del suo grande potenziale espansivo e colonizzatore, al giorno d’oggi il visone americano ha esteso il suo habitat a gran parte dell’Europa, Asia e Nuova Zelanda. Scopritene di più nelle seguenti righe.

Breve storia evolutiva del visone americano

Questo mammifero carnivoro è stato descritto per la prima volta nel 1777 dal naturalista tedesco Johann Von Schreber. Il visone americano appartiene alla famiglia dei mustelidi.

Questo gruppo di mammiferi è caratterizzato da una dieta carnivora, dal corpo allungato e da un ampio spettro di distribuzione. Esistono diverse specie conosciute all’interno dei mustelidi, come il furetto, la donnola o la nutria.

Attualmente si conoscono due specie di visone: il visone europeo (Mustela lutreola) e il visone americano (Neovison vison). Sebbene siano imparentati fino a un certo punto, gli ultimi studi realizzati sull’esemplare americano rivelano che si tratta di un animale molto più specializzato.

Questo vuol dire che, in linea generale, il visone americano è più adatto alla caccia e alla depredazione, come indicato dalla forma del cranio e del corpo.

Caratteristiche morfologiche

In termini di dimensioni, possiamo dire che il visone americano è un mustelide di taglia media. La sua lunghezza oscilla tra i 31 e i 45 centimetri, e il suo peso tra i 400 grammi e gli 1,5 chili. Queste variazioni, soprattutto riguardo al peso, dipendono dal periodo dell’anno e dal sesso, ma i maschi tendono a essere più grandi.

Visone americano su una roccia

Le estremità del visone sono corte, ma robuste. Questo, insieme alla forma allungata del suo corpo, consente a questo animale di infilarsi più facilmente nelle tane delle sue prede. Il corpo del visone americano finisce con una folta coda, più o meno lunga.

Ha la testa piccola, ma rispetto a quella del visone europeo è più sporgente. Anche occhi e orecchie sono piccoli, però ciò non gli impedisce di godere di una vista e un udito eccellenti.

Il pelo di questi animali è folto e lucido, con una colorazione che varia a seconda del periodo dell’anno. In inverno predominano i colori scuri e marroni. In estate, invece, il pelo si accorcia e presenta colori meno spenti.

Il labbro inferiore e il mento del visone americano sono di un colore bianco molto particolare. Questa caratteristica permette di distinguerlo dai suoi parenti europei, in quanto questi ultimi di solito hanno una macchia bianca anche nel labbro superiore.

Habitat e distribuzione del visone americano

Come molti altri mustelidi, questi animali preferiscono gli habitat in prossimità di corsi d’acqua. È dunque frequente vederli in fiumi, ruscelli o laghi. Tuttavia, il visone si sente più sicuro quando le sponde di questi corsi d’acqua sono protette dalla vegetazione o da rocce. È in queste zone che può rifugiarsi e scavare la sua tana.

Visone americano su due zampe

Inizialmente, il visone americano era distribuito nell’America del Nord e in Canada. Per via dell’interesse nei suoi confronti, soprattutto, da parte dell’industria conciaria, è stato introdotto artificialmente anche in America del Sud, Europa e Asia. In seguito a ciò, diversi esemplari hanno stabilito popolazioni selvatiche in tutto il mondo. In Italia, la specie è diffusa nelle aree circostanti ai grandi allevamenti, specialmente al Nord Italia.

La sua rapida espansione ha fatto scattare l’allarme in diversi paesi. Il visone americano, infatti, sta iniziando a sostituire alcune specie autoctone di mustelidi, in particolar modo il visone europeo. Le campagne per ridurne la popolazione, però, nella maggior parte dei casi non stanno dando i loro frutti.

Alla luce di ciò, si è verificato un inasprimento delle misure di controllo nelle fattorie che producono pelletteria, l’avviamento di programmi di sradicamento e l’inclusione di questa specie nell’elenco delle specie esotiche invasive.


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