La competitività tra specie non carnivore

Anche le specie non carnivore possono competere tra loro nell'ambiente. Ecco alcuni esempi interessanti.
La competitività tra specie non carnivore
Érica Terrón González

Scritto e verificato la veterinaria Érica Terrón González.

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

Ci è molto facile immaginare due leoni che lottano tra loro per rimanere all’interno di un branco o una iena e un avvoltoio che combattono per un pezzo di carne. Come funziona, però, la competitività tra specie non carnivore?

La competitività tra specie non carnivore

Il concetto di “competitività” viene usato di frequente dai biologi per fare riferimento all’esistenza in natura di uno spirito di competizione. È presente tra specie diverse, ma anche tra individui di una stessa specie.

la competitività tra specie non carnivore è un fenomeno poco conosciuto ma decisamente interessante

Per esempio, in Colorado convivono tra differenti specie di geomidi (Geomys, Crateogeomys Thomomyss), in competizione tra loro per l’occupazione dello spazio.

Un buon indicatore della rivalità esistente tra due specie è dato dall’abilità di una nell’occupare lo spazio geografico dell’altra, quando quest’ultima è assente. Questo fenomeno si verifica con i tamia: specificamente, con i Tamias dorsalis e i Tamias umbrinus.

Per quanto la prima specie sia considerata dominante, la seconda può farle concorrenza se gli alberi della zona sono sufficientemente vicini.

In Kenya, due specie di lepre (Lepus capensis Lepus crawshayi) convivono una accanto all’altra vicino alla Great Rift Valley. In questa zona si verificano regolarmente incendi che alterano l’habitat di entrambe le specie.

Questo fenomeno favorisce la dominazione da parte di L. capensis, in grado di muoversi meglio in spazi erbosi e spianati. Quando però i cespugli tornano a crescere, la specie maggiormente avvantaggiata è L. crawshayi.

Un esempio di competitività tra specie non carnivore: conigli vs lepri

Precedentemente all’intervento umano, la lepre europea (Lepus europaeus) non oltrepassava i Pirenei. E il coniglio selvatico europeo (Oryctolagus cuniculus) conviveva nella penisola iberica solamente con la lepre iberica (Lepus granatensis).

Con gli anni, però, si è andata sviluppando una sovrapposizione tra la lepre europea e il coniglio, che hanno esteso la propria presenza alla quasi totalità dell’Europa, del Sud America e dell’Oceania. In tutti i continenti, le lepri occupano un territorio molto più vasto di quello popolato dai conigli, tranne che in Australia.

In un qualche modo, tra queste due specie esiste una speciazione allopatrica: ognuna di esse preferisce un certo tipo di habitat. Da una parte, il coniglio predilige i terreni sabbiosi e argillosi, i boschi di conifere e i pascoli. Dall’altra, la lepre preferisce le terre coltivate, i campi di cereali, le dune e le radure boschive.

Tra gli abitanti delle zone rurali è sempre stata diffusa la credenza secondo cui le lepri e i conigli si evitano a vicenda. Questo fenomeno può essere dovuto al fatto che i conigli, quando superano il numero delle lepri, le inseguono e le braccano fino a quando non sono sfinite.

Questo è uno dei motivi per i quali si ritene che, in Australia, il coniglio superi la lepre. Nonostante le voci, però, nel resto dei continenti è possibile osservare perfettamente entrambe le specie che pascolano sugli stessi terreni.

A che cosa è dovuto, quindi, il fatto che, maggiore è il numero dei conigli, minore è quello delle lepri e viceversa?

Mixomatosi

La morte di numerosi conigli dovuta a questa malattia, nell’Europa degli anni Cinquanta, può rappresentare un vero e proprio esperimento. A tal punto che è stato possibile dimostrare che in vari paesi, quando il numero dei conigli diminuisce, aumenta il numero delle lepri.

Questo fenomeno può verificarsi solamente se entrambe le specie sono in competizione tra loro, in maniera naturale.

la competitività tra specie non carnivore può essere studiata anche grazie alla diffusione delle malattie

Comportamento

L’antagonismo tra lepri e conigli è sempre stato oggetto di osservazione, sia in cattività che all’interno del loro ambiente naturale. Nel corso dei secoli, sono stati riferiti numerosi casi di attacchi da parte di conigli a lepri.

Tuttavia, è stato anche possibile osservare queste due specie condividere lo stesso territorio e mangiare senza che si disturbassero a vicenda.

Gli studi dimostrano che, normalmente, non esiste un comportamento aggressivo tra le due specie. Generalmente le lepri non fuggono di fronte agli attacchi dei conigli. Non evitano nemmeno i territori occupati da loro né, in generale, i conigli stessi.

In altre parole, non c’è ragione per cui debba verificarsi una competizione diretta. Semplicemente, gli uni si cibano in una parte del territorio, mentre gli altri in una differente.

Malattie comuni

Sono stati descritti casi di malattie che, anche se sono esclusive del coniglio, risultano fatali anche nelle lepri. E viceversa. Per esempio, il parassita Graphidium strigosum faceva ammalare i conigli, in origine.

È stato scoperto, però, che, quando una lepre entrava in un territorio occupato da conigli infetti, anche lei si ammalava.

La competitività tra specie non carnivore: conclusione

La lepre e il coniglio europei sono diventati simpatrici da un periodo di tempo relativamente breve. Una delle spiegazione che viene offerta del loro comportamento, in origine competitivo, consiste nel fatto che le due specie si sono trovate immerse in un processo di adattamento alla convivenza.

Dal momento che le loro diete sono simili, l’esperienza ci racconta che sono perfettamente in grado di convivere, a patto che si alimentino in zone differenti. In assenza di una, però, l’altra è effettivamente destinata a occupare il posto della prima.


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  • Alves P, Ferrand N, Hackländer K. Lagomorph biology. Berlin: Springer; 2008.

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