La doma classica, un vero e proprio spettacolo

La doma classica, un vero e proprio spettacolo

Ultimo aggiornamento: 24 luglio, 2015

La doma classica è una delle discipline olimpiche dell’equitazione. È una delle più impegnative, ma diventa un meraviglioso spettacolo fondato sulla forza, la bellezza e la destrezza del cavallo.

Nel dressage, come è nota la doma classica, il cavaliere riesce a mettere in risalto la maestosità dell’animale e si sviluppa un gioco di immedesimazione con il cavallo, frutto di un duro addestramento che si traduce in una delle discipline più armoniose in assoluto, che si addice sia al cavallo che allo sport.

Ciò che si tenta di presentare attraverso la doma è la completa armonia tra il cavallo e il cavaliere, in cui è possibile intravedere non solo la forza del cavallo, ma anche la sua sensibilità, la sua finezza e una profonda compartecipazione con il suo addestratore. L’obbiettivo è che il cavallo appaia sereno mentre si muove leggermente durante lo spettacolo, lasciandosi guidare dal suo fantino, al quale si affida, eseguendo inchini, camminando in linea retta, in curva o al trotto.
Una delle caratteristiche principali di questo sport è la posizione della testa del cavallo, che dovrà restare sollevata, con il collo leggermente inarcato. Il cavallo dovrà prestare attenzione alle indicazioni fornite dal suo fantino: si raggiungerà questo risultato solo con un addestramento metodico, che mira a trasmettere sensazioni di fiducia ed armonia al cavallo.

Razze più utilizzate


Per praticare questo sport tutte le razze sono appropriate, in egual misura, e trarranno beneficio anche dall’addestramento, soprattutto per quel che riguarda il rafforzamento del legame tra l’animale e il fantino e il miglioramento dell’autostima dell’animale. Tuttavia, le razze più comunemente usate per le presentazioni e gli spettacoli, sono quelle denominate a “sangue caldo”: particolarmente adatti sono i cavalli a sangue caldo olandesi, in quanto possiedono una corporatura più atletica e sono in grado di adattarsi meglio ad un rigido addestramento.

Origini

Stranamente questa disciplina ha origine nel mondo militare. Nell’antica Grecia i soldati dipendevano in larga misura dalla velocità e dall’agilità dei cavalli, ed era altrettanto importante che mostrassero nervi d’acciaio al momento di affrontare gli eserciti rivali, sul campo di battaglia. Di conseguenza, venivano sottoposti ad un rigoroso addestramento, cercando di perfezionare ciascuna delle abilità dell’animale che li avrebbero avvantaggiati in battaglia.
In effetti, alcuni dei movimenti che venivano utilizzati per l’addestramento militare dei cavalli, sono ancora utilizzati ai nostri giorni, anche se a livello competitivo.

Dal 1912 la doma classica è stata inclusa tra le discipline olimpiche. Tuttavia, questa poteva essere praticata solo dagli ufficiali di cavalleria. Fu solo a partire dal 1952 che anche i civili ebbero la possibilità di partecipare, comprese le donne.

Addestramento

Come già detto in precedenza, perfezionare questa disciplina richiede molto tempo, oltre a un continuo irrobustimento e una rigorosa dedizione nei confronti dell’animale.
La prima fase consiste nell’introdurre il cavallo nei parametri dell’equitazione di base. Una volta apprese le basi, ha inizio la fase di insegnamento dei vari passi, come il trotto “piaffer”, durante il quale il cavallo deve trottare sul posto riunendo al massimo le falcate.

Gli viene insegnato anche a girare su se stesso (pirouette) e a fare una lenta camminata in diagonale, in cui si richiede il rilevamento di due zampe (passage). In seguito, verranno eseguiti salti di maggiore complessità, come quelli in cui l’animale deve sollevare tutte e quattro le zampe da terra, e portarle fino all’altezza della pancia, o saltare con le zampe anteriori, mentre quelle posteriori restano leggermente allungate all’indietro (capriole).
Il fantino, da parte sua, deve mantenersi in perfetto equilibrio e, allo stesso tempo, trasmettere al cavallo una sensazione di tranquillità che gli consenta di restare sereno, senza confondersi o rifiutarsi di seguire le indicazioni.

Alcune regole

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Questo sport è molto impegnativo, alcune regole da seguire sono:

  • Equini di oltre sei anni.
  • La pista deve essere morbida (per preservare gli zoccoli e le zampe dell’animale), lunga 60 metri e larga 20 metri.
  • La giuria è composta da tre esperti, che hanno il compito di giudicare tenendo conto di errori nell’esecuzione dei movimenti o di un tempo eccessivo.
  • È vietato utilizzare fruste o bende sugli animali.
  • È possibile fare una treccia o raccogliere la criniera e la coda del cavallo.
  • I fantini devono eseguire esercizi diversi, a difficoltà progressiva, presentati in anticipo ai giudici.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.