Pesce cardinale Banggai: caratteristiche e stato di conservazione

Il pesce cardinale Banggai è un chiaro esempio dell'importanza di acquisire solo animali allevati in cattività. La cattura di animali selvatici rischia di estinguere questa specie.
Pesce cardinale Banggai: caratteristiche e stato di conservazione
Francisco Morata Carramolino

Scritto e verificato il biologo Francisco Morata Carramolino.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Oggi parliamo di… pesce cardinale Banggai: caratteristiche e stato di conservazione.

I pesce cardinale Banggai (Pterapogon kauderni) è un pesce ossuto appartenente alla famiglia degli apogonidi. Questo piccolo animale acquatico si distingue per la sua grande bellezza e l’aspetto sorprendente, che hanno causato una popolarità sempre crescente nell’acquario.

Di conseguenza, il cardinale Banggai è stato gravemente colpito da un fenomeno di sovrasfruttamento. Queste pratiche, insieme al suo ridotto raggio di distribuzione, minacciano la completa scomparsa della specie, che si trova già in uno stato precario.

Pesce cardinale Banggai: caratteristiche fisiche

Si tratta di un pesce abbastanza piccolo, che raggiunge un massimo di 8 centimetri. Ha un corpo corto, pinne molto allungate ed è compresso sui lati. Insieme alla colorazione, ogni dettaglio gli conferisce un aspetto molto caratteristico. 

Il colore di fondo è argento. E’ attraversato da 3 spesse strisce nere verticali, che corrono attraverso le alette, ciascuna incorniciata da 2 sottili linee bianche. Anche la coda e la parte più anteriore della testa hanno linee nere.

Inoltre, l’intero corpo è punteggiato da macchie bianche luminose, che si concentrano maggiormente sulle pinne e sulla coda. Le pinne pelviche sono particolarmente coperte da queste macchie bianche.

Tutte le pinne del Pterapogon kauderni sono prominenti, lunghe e sottili. Si posizionano verso la fine dell’animale a forma di arco. La  seconda pinna dorsale è particolarmente lunga, mentre le pinne pelviche sono più larghe e, a differenza delle altre, arrotondate.

Inoltre, la pinna caudale è profondamente biforcuta e divisa in 2 filamenti piuttosto stretti.

La faccia di un pesce cardinale.

Habitat e distribuzione

Il pterapogon kauderni è uno dei pochi pesci marini con una gamma molto ristretta. È endemico delle Isole Banggai, un arcipelago che appartiene all’Indonesia.

All’interno del suo areale naturale, ci sono solo circa 34 chilometri quadrati di habitat potenzialmente adatti. Questa specie vive solo in aree costiere, poco profonde, calme, limpide e protette. Normalmente abitano le barriere coralline e le praterie di fanerogame, sebbene alcuni vivono anche in aree aperte.

Inoltre, attualmente non occupano tutto il territorio. Si trovano solo su 17 delle 20 grandi isole, e 10 delle 27 isole piccole che formano l’arcipelago. Il pesce cardinale è stato inoltre introdotto in altri posti dell’Indonesia a partire dal 2000, da persone coinvolte nel commercio di questi animali.

I cardinali Banggai vengono spesso associati al riccio di mare dalle spine lunghe Diadema setosum, che usano le spine come riparo.

A differenza delle loro popolazioni naturali, alcune popolazioni introdotte abitano porti con acque altamente inquinate e torbide.

Pesce cardinale Banggai: stato di conservazione

Attualmente questa specie si trova in uno stato di conservazione sfavorevole. Secondo l’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) il pesce Banggai si trova in forte pericolo di estinzione. Ci sono una serie di fattori che lo minacciano. Vediamo quali.

Distribuzione ridotta e popolazioni isolate

Come già detto, questo animale si trova in pochi luoghi molto vicini tra loro. Inoltre, ha requisiti di habitat molto specifici. Ciò lo rende più vulnerabile del normale.

Poiché l’intera specie è concentrata in un unico luogo, potrebbe facilmente estinguersi se questo luogo venisse distrutto. I loro habitat sono già influenzati dalle tecniche di pesca e dall’inquinamento provocato dai porti, dall’agricoltura e da altre attività umane.

A ciò si aggiunge il fatto che i gruppi sono isolati le gli uni dagli altri. Sebbene molte si trovino a pochi chilometri di distanza, l’assenza di habitat idonei nel mezzo impedisce loro di raggiungersi.

Questa frammentazione aumenta il rischio di estinzione della specie, poiché diminuisce la variabilità genetica e l’adattabilità evolutiva, e aumenta la consanguineità. Il gruppo dei pesci cardinali mostrano uno dei più alti gradi di isolamento genetico di qualsiasi pesce marino.

Sfruttamento umano

Questa è la minaccia più grave per l’animale, a causa della sua grande richiesta nell’acquario. Dalla loro riscoperta nel 1994, le popolazioni sono state decimate in una rete commerciale che è arrivata a coinvolgere fino a 17 villaggi locali e più di 230 pescatori, oltre agli esportatori che li trasportano nel resto del mondo.

Sebbene si verifichi la riproduzione in cattività, la stragrande maggioranza degli esemplari venduti proviene dalla cattura di animali selvatici. Questa industria ha estinto localmente la specie e ridotto le popolazioni totali del 90%.

Si stima che prima del 2001 siano stati catturati tra 600.000 e 700.000 pesci all’anno. Nel 2005, sono stati raccolti tra 700.000 e 900.000 esemplari all’anno. La maggior parte di questi animali è destinata agli Stati Uniti e all’Europa e molti di loro muoiono durante il trasporto e non raggiungono mai la loro destinazione.

Un pesce molto speciale in un acquario.

Nonostante soddisfi i criteri necessari, la specie non è stata ancora inserita con successo nella convenzione CITES. Sebbene abbia altre figure di protezione, è essenziale stabilire misure di conservazione efficaci e immediate, altrimenti la specie finirà per scomparire a causa dell’hobby dell’acquario.


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