Uistitì dorato: tra minacce e benefattori

A causa di una serie di fattori, l'uistitì dorato si è quasi estinto. Tuttavia, grazie all'opera delle società di conservazione animale, ha ancora delle possibilità di sopravvivere.
Uistitì dorato: tra minacce e benefattori
Luz Eduviges Thomas-Romero

Scritto e verificato la biochimica Luz Eduviges Thomas-Romero.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

L’uistitì dorato (Leontocebus rosalia) è una specie di primate della famiglia Callitrichidaeoriginaria del Brasile. È chiamato anche Tamarin del leone dorato (o Tamarin dorato del leone), a causa della sua folta criniera setosa sopra un viso glabro.

Gli uistitì dorati si distinguono dalle altre scimmie del Nuovo Mondo per le loro piccole dimensioni. In età adulta, questo piccolo primate può pesare mezzo chilogrammo e misurare quaranta centimetri.

Dove vive l’uistitì dorato?

La foresta pluviale di pianura sulla costa del Brasile è il suo habitat naturale. Qui il clima è estremamente umido, perché la piovosità media è di circa 1.500 millimetri all’anno. L’uistitì dorato vive nella foresta tra i 10 e i 30 metri dal suolo.

Predilige le zone in cui la foresta è fitta e abbondante di piante rampicanti e frutta. Questi primati dormono nelle cavità degli alberi per proteggersi dai predatori.

Negli anni, l’uistitì dorato ha perso tra il 95 e il 98% del suo habitat naturale. Oggi, il suo raggio d’azione è limitato a tre piccole aree della foresta pluviale nel sud-est del Brasile:

  • La Riserva biologica Poço das Antas.
  • La Riserva Biologica Fazenda União.
  • Aree private (attraverso programmi di reintroduzione della specie).

L’uistitì dorato si è dovuto adattare a vivere in foreste degradate e secondarie. La sua sopravvivenza dipende dalla capacità di trovare sufficienti fonti di cibo durante l’anno.

Uistitì dorato sopra il ramo di un albero.

Caratteristiche fisiche distintive dell’uistitì dorato

Oltre alla setosa criniera dorata e alle piccole dimensioni, l’uistitì dorato si distingue per la faccia senza peli e il viso piatto con delle cavità nasali ben separate tra loro.

Per quando riguarda le dimensioni, questa specie di primati non presenta un marcato dimorfismo sessuale. Il corpo è ricoperto da una pelliccia a pelo lungo di una colorazione che va dall’oro pallido all’oro rossastro vivo.

Una caratteristica particolare dell’uistitì dorato è che ha degli artigli e non delle unghia piatte. Questo gli permette di aggrapparsi facilmente ai tronchi degli alberi.

Gli artigli, inoltre, consentono a questa scimmia di muoversi, camminare o correre a quattro zampe lungo i piccoli rami degli alberi. Il suo modo di muoversi è più simile a quello degli scoiattoli che dei primati.

Dieta e abitudini alimentari

Questo animale ha una dieta onnivora diversificata composta da frutta, fiori, nettare, essudati vegetali, rane, uova di uccelli, lumache, lucertole, ragni e insetti.

Grazie alle sue dita, l’uistitì dorato può estrarre le prede da fessure e altri luoghi difficilmente accessibili. Questo è un comportamento noto come micro-manipolazione.

Utilizzando le sue mani e le sue dita allungate riesce a catturare molti tipi di insetti, che rappresentano il 10-15% della sua dieta. Gli uistitì dorati si muovono in vasti territori (con una media di 123 ettari) per raccogliere le risorse alimentari sufficienti per la loro sussistenza.

La vita in società

Gli uistitì dorati vivono in società. In natura si possono trovare in gruppi da due a otto individui, spesso composti da membri della stessa famiglia.

I gruppi comprendono le coppie riproduttive, la prole di una o due cucciolate e possibilmente altri parenti. In genere sono famiglie nucleari, ma possono essere anche famiglie allargate.

Questi primati sono fortemente territoriali e difendono la loro area con marcatori olfattivi e minacce vocali. I vari gruppi difendono le aree in cui vivono che possono avere un’estensione che va dai quaranta ai cento ettari. L’ampiezza dell’area difesa dipende dalle dimensioni del gruppo.

Alcuni segnali che dimostrano che l’animale è pronto ad aggredire sono la bocca aperta, il dorso arcuato e lo sguardo fisso. Di solito, l’uistitì dorato passa la maggior parte della giornata in attività di toelettatura. Gli esemplari giovani giocano molto tra loro, si rincorrono e, a volte, litigano.

Se in un gruppo è presente più di un adulto in età riproduttiva, di solito ce n’è sempre uno che domina sugli altri. La supremazia si mantiene attraverso l’adozione di un comportamento aggressivo.

La relazione di dominanza tra maschi e femmine dipende dalla longevità nel gruppo. Un maschio appena arrivato sarà subordinato a una femmina adulta che già fa parte del gruppo.

La riproduzione

In base agli studi effettuati, è noto che le uistitì dorate sono per lo più monogame e si riproducono una o due volte l’anno. In generale, solo una femmina per gruppo si riproduce durante la stagione riproduttiva. Inoltre, la cura dei cuccioli è affidata a tutti i membri del gruppo.

La gestazione ha una durata che varia dai 130 ai 135 giorni. La maturità sessuale è raggiunta a 18 mesi per le femmine e a 24 mesi per i maschi. Alla nascita il cucciolo è peloso e ha già gli occhi aperti.

Nelle prime settimane di vita il cucciolo rimane aggrappato alla madre e poi alle nutrici per un periodo di 90 giorni. In alcuni casi si è osservato che il padre preferisce accudire un cucciolo maschio.

Lo scopo dei programmi di salvaguardia dell’uistitì dorato è quello di aumentare la popolazione selvatica e mantenere al sicuro una popolazione in cattività negli zoo di tutto il mondo.

L’uistitì dorato, una specie in via di estinzione

Le zone in cui vive allo stato selvatico sono limitate a poche aree nel sud-est del Brasile. Le principali minacce per l’uistitì dorato sono: il disboscamento illegale, il bracconaggio, l’estrazione mineraria, l’urbanizzazione, lo sviluppo delle infrastrutture e l’introduzione di specie esotiche.

Recentemente, un censimento promosso dalle associazioni di conservazione animale ha stimato che in natura sono rimasti solo 3.200 individui.

Questa cifra, tuttavia, è considerata un clamoroso successo, perché nel 1969 la popolazione selvatica era formata solo da 150 individui. Per quanto riguarda la popolazione in cattività, si contano circa 490 individui distribuiti in 150 zoo.

Faccia del Leontocebus rosalia.

Sebbene il tasso di sopravvivenza degli uistitì dorati reintrodotti in natura sia incoraggiante, la distruzione del suo habitat naturale continua ad essere un enorme problema. Nonostante i progressi compiuti, l’IUCN avverte che, a causa dell’estrema frammentazione del suo habitat, la popolazione selvatica ha poche possibilità per un’ulteriore espansione della specie.


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