Tutto sulla rabbia o idrofobia

Tutto sulla rabbia o idrofobia

Ultimo aggiornamento: 23 giugno, 2015

La rabbia è una malattia prodotta da un virus caratterizzato da un periodo di incubazione corto e che, una volta contagiati, può rivelarsi mortale. La rabbia o idrofobia (paura dell’acqua) colpisce una grande varietà di mammiferi, compresi gli esseri umani, ed attacca il cervello e il sistema nervoso centrale.

Il virus che genera la rabbia, il Rhabdoviridae, si può trovare in tutto il pianeta, ma si presenta con un maggiore indice di mortalità in Africa e Asia, continenti in cui i bambini e i cuccioli sono più propensi a morire per colpa di questa malattia.

Trasmissione

La rabbia si trasmette attraverso il contatto con la saliva o altre secrezioni di un animale infetto, e il contagio avviene nella maggior parte dei casi attraverso morsi o graffi. Un’altra forma di contagio, anche se non così frequente, può essere quando la saliva infetta arriva su una ferita aperta o su una mucosa.

Una volta entrato all’interno del corpo il virus viaggia per tutto il corpo fino ad arrivare al cervello, dove genera le infiammazioni che producono poi i sintomi caratteristici di questa malattia.

Incubazione

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L’incubazione del virus che produce la rabbia è molto varia. Dipende per esempio per gran parte dalla specie infetta o dalla parte del corpo attraverso la quale il virus si è introdotto nell’organismo. Secondo questa norma, se il virus è entrato attraverso una parte del corpo vicina al cervello, il tempo di incubazione sarà minore.

Negli animali delle dimensioni vicine a quelle di una cane (dunque di taglia media), l’apparizione dei sintomi è solita avvenire tra le 3 e le 8 settimane dal contagio. Ciò nonostante si sono presentati casi in cui il periodo di incubazione della malattia si è rivelato piuttosto lungo, arrivando fino a 6 mesi.

Negli animali della taglia dei gatti, i sintomi si manifestano all’interno delle prime sei settimane, anche se questi dati tendono ad essere molto relativi in quanto esistono casi documentati in cui la malattia ha ritardato fino a un anno per presentare i sintomi dopo il contagio. Questo fenomeno è molto più frequente nei gatti rispetto ai cani.

Nel caso degli umani il tempo di incubazione va dalle 3 alle 6 settimane, ed è raro che si presenti un periodo di incubazione più lungo.

I cani sono i maggiori portatori di questa malattia, e allo stesso tempo sono le creature che la trasmettono più facilmente. Per questo motivo sono andati aumentando i casi di sterilizzazione e vaccinazione sia per i cani domestici che per quelli randagi.

Sintomatologia

Il quadro sintomatologico della rabbia potrebbe non apparire allarmante in un primo momento, anche se i sintomi si fanno più gravi con il passare del tempo, andando ad attaccare differenti funzioni corporali e della personalità del soggetto che ne soffre.

I sintomi sono:

  • Febbre
  • Ansia
  • Stress
  • Attitudini nervose
  • Salivazione eccessiva
  • Aggressività
  • Iperattività
  • Inappetenza
  • Difficoltà ad ingerire
  • Paralisi
  • Fotosensibilità
  • Sguardo selvaggio e disorientato
  • Idrofobia
  • Automutilazione
  • Movimenti erratici
  • Cambi nel tono di voce
  • Convulsioni

Prevenzione, diagnosi e trattamento

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Di norma, l’unica maniera di prevenire la rabbia è attraverso l’adeguata vaccinazione e la poca esposizione di animali sani ad animali infetti o che si sospetta abbiano la malattia. Qualora aveste adottato un cane di strada, la prima cosa da fare sarà portarlo dal veterinario affinché possa scartare la presenza di eventuali malattie. Non dovrete permettere al cane di entrare in contatto con altri vostri animali domestici se ne avete, almeno fino a che siate completamente sicuri che sia sano.

Non lasciate in giro resti di cibo che possano attrarre dentro casa animali selvaggi o randagii; quando siete per strada, non appena scorgete un animale che si comporta in modo strano, la cosa migliore da fare è riportarlo immediatamente alle autorità.

L’unica maniera certa per diagnosticare la rabbia è attraverso la realizzazione di un’analisi del tessuto cerebrale. Ciò implicherà però che l’animale sia già morto. La rabbia si diagnostica attraverso lo studio della sintomatologia, anche se gli scienziati stanno cercando di sviluppare tecniche che siano in grado di determinare la malattia quando non sia in una fase già avanzata.

Non esiste una cura per la rabbia e, aldilà della prevenzione, una volta determinato che un animale ne soffre, il suo destino sarà il decesso.


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