Diritti internazionali degli animali: ecco le norme più importanti

In effetti, abbiamo fatto un grande passo avanti nella definizione legale degli animali. Si è passati dal vederli come beni materiali o oggetti a considerarli come esseri sensibili. Ma come è regolato tutto questo a livello internazionale?
Diritti internazionali degli animali: ecco le norme più importanti
Francisco María García

Scritto e verificato l'avvocato Francisco María García.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

L’insieme delle leggi che compongono i diritti internazionali degli animali è spesso chiamato legislazione sugli animali. Non c’è ancora un consenso globale sulla protezione e la tutela degli animali. Di conseguenza, le normative spesso variano significativamente in base al paese, la regione o il periodo storico.

Perché non dobbiamo confondere la legislazione sugli animali con i diritti degli animali?

Poiché si tratta di un argomento relativamente recente, è comune confondere la legislazione sugli animali con i diritti degli animali. Ma dobbiamo riconoscere che sono cose diverse. Infatti, non necessariamente quando si parla di progresso nelle leggi che tutelano gli animali ci si riferisce al riconoscimento che gli animali hanno diritti a livello giuridico.

La legislazione sugli animali è istituita come una disciplina all’interno della giurisprudenza che mira a stabilire leggi specifiche che rendono attuabili le politiche pubbliche per la tutela degli animali. Inoltre, determinano sanzioni specifiche che condannano l’abuso degli animali, l’abbandono e il traffico di specie, definendoli come reati gravi.

L’attuazione di queste norme si traduce in miglioramenti reali sul benessere degli animali che si trovano in uno stato di vulnerabilità.

L’obiettivo di queste leggi è volto a raggiungere altri vantaggi nella comunità. Per esempio, la corretta convivenza con i cittadini e la salute pubblica. Inoltre, mirano alla sensibilizzazione sulla proprietà responsabile degli animali domestici. Lo scopo è quello di ridurre l’abbandono ed il randagismo, oltre che il rischio di contagio con diverse zoonosi.

Tuttavia, la modernizzazione delle leggi sul benessere degli animali non è sufficiente per concedere agli animali uno status giuridico inerente alla loro natura (che invece è concesso agli esseri umani).

Diritti internazionali degli animali: la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale

Nel 1978, la Lega Internazionale per i Diritti degli Animali ha proclamato la prima Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale, che è stata letta davanti all’UNESCO.

Dichiarazione Universale dei diritti dell'Animale.

Nella sua premessa, la dichiarazione riconosce che l’inosservanza dei diritti degli animali ha portato l’uomo a minacciare l’equilibrio della natura e la vita degli animali.

Dopo aver affermato nel suo primo articolo che tutti gli animali hanno un uguale diritto all’esistenza, il secondo articolo della dichiarazione stabilisce che:

b) l’uomo, in quanto specie animale, non può attribuirsi il diritto di sterminare gli altri animali o di sfruttarli violando questo diritto. Egli ha il dovere di mettere le sue conoscenze al servizio degli animali;

c) ogni animale ha diritto alla considerazione, alle cure e alla protezione dell’uomo.

La proclamazione di questa Dichiarazione fu la chiave della divisione in due correnti del movimento animalista durante gli anni 70 e 80. Una corrente più tradizionale continuerebbe a concentrarsi sul rafforzamento della protezione che lo stato deve offrire agli animali. Dall’altra parte, una corrente più “progressista” inizierebbe a lottare per il riconoscimento dei diritti degli animali a livello giuridico.

La Convenzione europea per la protezione degli animali

Nel 1987 è stata pubblicata la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia. Questa iniziativa è stata una grande svolta nei diritti internazionali degli animali. Tra le varie norme, questa importante redazione include il divieto di mutilazioni estetiche, come il taglio delle orecchie e della coda per i cani da compagnia.

Diritti internazionali degli animali.

La convenzione, che è ancora in vigore, regola anche l’uso di animali in attività ricreative, compresa la caccia sportiva, che è consentita e regolamentata in Italia. Secondo le sue disposizioni, gli animali possono essere utilizzati solo in attività che non comportano alcun tipo di sofferenza, dolore, umiliazione o rischio per la salute.

Un altro dei contributi della convenzione europea al progresso dei diritti internazionali degli animali è quello di ratificare la responsabilità dei vari governi nella promozione di politiche pubbliche efficaci. Questo include l’attuazione di misure concrete per promuovere l’adozione e la proprietà responsabile, per prevenire l’abbandono degli animali e il randagismo.

Diritti degli animali: cosa dice la legge italiana?

Nella Costituzione italiana, i diritti degli animali sono disciplinati da normative ben definite. Ad esempio, la legge 281 del 1991 è diretta a tutelare gli animali da affezione e prevenire il randagismo.

Con questa legge, l’Italia è stata uno dei primi paesi al mondo a riconoscere il diritto alla vita e tutelare gli animali randagi dalla soppressione, che viene permessa solo in casi di malattie gravi incurabili o comprovata pericolosità.

Purtroppo, in altri Paesi permangono ancora alcune leggi che consentono la soppressione degli animali abbandonati, dopo un certo periodo di tempo passato presso apposite strutture.

In alcune università, sono stati istituiti anche alcuni Master con l’obiettivo di creare figure professionali specializzate nelle problematiche giuridiche e salvaguardare e tutelare i diritti degli animali.


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