Perché i ragni non rimangono intrappolati nella loro stessa ragnatela?

Se vi è già capitato di avere avuto difficoltà a togliervi di dosso uno dei loro fili invisibili e appiccicosi, vi sarete chiesti come fanno i ragni a non rimanere intrappolati nella loro stessa ragnatela. Qui vi sveliamo il mistero.
Perché i ragni non rimangono intrappolati nella loro stessa ragnatela?

Ultimo aggiornamento: 14 novembre, 2021

Tutti abbiamo ben presente la triste immagine di un insetto intrappolato in una ragnatela. Di fronte a questa sorprendente interazione biologica, non resta che chiedersi: e il ragno? Perché i ragni non rimangono intrappolati nella loro stessa ragnatela?

Che ci crediate o no, questo quesito è rimasto un mistero per la scienza fino al 2012. Sebbene questo fenomeno fosse già stato studiato in precedenza, non si disponeva di una tecnologia sufficientemente avanzata per ottenere risultati attendibili e confermare o escludere le varie ipotesi. In questo articolo potrete scoprire la risposta a questo mistero.

La ragnatela, un materiale migliore dell’acciaio

La ragnatela è una di quelle meraviglie della natura che più si conosce, più sorprende. I fili con cui il ragno tesse la sua tela sono composti da proteine conservate all’interno di una ghiandola situata nel suo addome. L’aracnide estrae questa sostanza usando le zampe e la utilizza per formare la seta che compone la sua ragnatela.

Qui iniziano le sorprese: se queste proteine si avvicinano abbastanza tra loro, si legheranno e formeranno il filo. Affinché questo filo non si formi prima di aver lasciato il corpo del ragno, i composti che lo formeranno vengono conservati perfettamente ordinati. Non solo, ma quest’ordine consente anche alla seta di preservare la sua elasticità e robustezza.

In questo modo, la seta si solidifica solo quando il ragno vuole utilizzarla e la fa fuoriuscire.

La struttura della ragnatela è unica in natura. Per dare un’idea della sua efficacia, facciamo presente che un filo di seta di ragno è molto più robusto di un cavo d’acciaio dello stesso spessore. Inoltre è 5 volte più elastico di questo metallo, e con uno spessore 10 volte inferiore a quello di un capello umano. Fino ad oggi, l’uomo non è stato in grado di creare alcun materiale che avesse queste caratteristiche.

Una ragnatela.

Perché i ragni non rimangono intrappolati nella loro stessa ragnatela?

Oltre a tutte queste incredibili caratteristiche, la ragnatela è appiccicosa. Non serve nemmeno pensare agli insetti che vi rimangono intrappolati: quanto tempo impiegate a scrollarvi di dosso i fili di ragnatela che vi si attaccano addosso se ci passate attraverso?

Nonostante ciò, i ragni sono in grado di camminare sulle loro stesse ragnatele senza problemi. Perché per loro è diverso? Uno studio pubblicato nel 2012, condotto da scienziati dello Smithsonian Museum, è riuscito a scoprire le ragioni di questo fenomeno. Ve le mostriamo di seguito.

I ragni non rimangono intrappolati nella ragnatela per via del modo in cui si muovono

Non tutti i fili della ragnatela sono appiccicosi. Alcuni aracnidi alternano sete appiccicose ad altre che non lo sono: in questo modo sono in grado di muoversi su questo tessuto passando su alcune aree selezionate che non presentano questa caratteristica.

Tuttavia, per raggiungere la sua preda, il ragno deve per forza muoversi sulle fibre appiccicose e anche in questo caso non vi rimane intrappolato. Ci riesce grazie al suo modo di muoversi sulla ragnatela. L’andatura attenta e lenta che gli aracnidi esibiscono finché non si avventano sul loro cibo è in realtà anche finalizzata a ridurre al minimo la forza esercitata sulla superficie appiccicosa.

Alcune specie di ragni si nutrono di altri aracnidi. Nelle ragnatele che tessono, solo loro possono camminare liberamente, mentre altri ragni vi rimangono intrappolati anche se si muoverebbero facilmente nella propria. In altre parole, ogni tessuto ha proprietà che permettono alla specie che lo sintetizza (e solo a quella) di muoversi al suo interno.

Hanno un rivestimento chimico antiaderente sulle zampe

Non basta muoversi con lentezza: i ragni non si attaccano alla loro stessa ragnatela anche grazie a un rivestimento antiaderente simile all’olio che hanno sulle zampe. Grazie a quest’ultimo, possono esercitare pressione sui fili senza rimanere impigliati, il che è molto utile quando tessono la rete.

Gli scienziati nel suddetto studio hanno lavato le zampe dei ragni con esano e acqua e hanno scoperto che ciò rendeva molto più difficile per loro muoversi sulla ragnatela.

Si pensa che i ragni rilascino questa sostanza sulle zampe tramite l’apparato boccale, poiché in seguito al lavaggio sono stati osservati leccarsi le zampe. Tuttavia, fino a quel momento non era stato possibile dimostrarlo tramite documenti grafici, poiché non esisteva la tecnologia necessaria.

I ragni non si attaccano alla loro stessa ragnatela grazie ai filamenti nelle zampe

Come se non bastasse, questi animali hanno anche un gran numero di filamenti nelle zampe che riducono al minimo la superficie a contatto con il tessuto. Grazie a ciò, è molto più facile per loro staccare gli arti ad ogni passo.

Il microscopio mostra che quando un ragno tocca un filo appiccicoso, minuscole gocce della sostanza appiccicosa del filo vengono trasferite ai peli delle zampe. Quando le zampe si staccano dalla superficie del tessuto, queste gocce scivolano e cadono.

Un ragno tigre in una ragnatela.

La natura racchiude misteri e meraviglie in luoghi inaspettati. Spesso, le sorprese più grandi risiedono in ciò che è nascosto dalla vista umana, come un ragno che si spalma della sostanza antiaderente sulle zampe. Ecco perché non dovreste mai disdegnare ciò che sembra insignificante: se non riuscite a osservare nulla di incredibile, forse quello di cui avete bisogno è un microscopio.


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