5 interessanti curiosità sull'intelligenza dei gatti

Vi siete mai chiesti cosa succede nella testa dei vostri gatti? A cosa pensano e perché agiscono in un determinato modo? Gli studi cognitivi sugli animali ormai sono all'ordine del giorno.
5 interessanti curiosità sull'intelligenza dei gatti
Luz Eduviges Thomas-Romero

Scritto e verificato la biochimica Luz Eduviges Thomas-Romero.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

I gatti sono incredibilmente agili e abili: pensate che sono in grado di saltare cinque volte più in alto della loro altezza mentre mantengono l’equilibrio usando la coda! Sono anche in grado di correre fino a 30 chilometri all’ora. In questo articolo, vi diremo 5 curiosità sull’intelligenza dei gatti.

Sapevate che i baffi dei gatti hanno una funzione non solo estetica ma anche pratica? Servono a misurare le dimensioni di uno spazio vuoto per determinare se il loro corpo può passare.

Infatti, come accade con l’uomo, l’elaborazione delle informazioni che dona al gatto la sua straordinaria destrezza ha a che fare con il controllo neurale e la capacità di apprendere dalle esperienze.

Continuate a leggere per scoprire 5 curiosità sull’intelligenza dei gatti: essa può andare ben oltre la nostra immaginazione.

5 curiosità sull’intelligenza dei gatti

1. I gatti hanno una notevole capacità di imparare dalle esperienze

L’intelligenza è la capacità di imparare dall’esperienza, conservare quella conoscenza e usarla per risolvere i problemi in un nuovo ambiente. L’organo che si occupa di queste funzioni è il cervello.

In questo senso, il cervello felino occupa circa lo 0,9 per cento della massa corporea di un gatto. Tuttavia, la cosa più importante per valutare l’intelligenza di una specie è il ripiegamento della superficie e della struttura del cervello, non le sue dimensioni.

Gatto intelligente che guarda la macchina fotografica.

2. La struttura del cervello felino è simile a quella dell’uomo

La corteccia cerebrale non solo governa le funzioni superiori del pensiero razionale, ma anche la risoluzione dei problemi. È anche l’area in cui risiede la memoria a breve e lungo termine.

La memoria è il modo in cui il cervello immagazzina, ricorda e utilizza le informazioni apprese dalle esperienze passate. La memoria a lungo termine ci ricorda il “cosa”, “dove” e “quando” di ogni specifica esperienza ed evento nella vita.

Studi scientifici hanno dimostrato che i gatti possono ricordare e utilizzare le informazioni ricavate da esperienze vissute.

Questi felini hanno circa il doppio dei neuroni nella loro corteccia cerebrale rispetto ai cani, che è l’area del cervello responsabile dell’elaborazione delle informazioni.

3. L’intelligenza dei gatti applicata agli oggetti

Gli esperti del comportamento animale ritengono che l’intelligenza di un gatto adulto sia paragonabile a quella di un bambino umano di 2 anni.

In questo senso, vari test di laboratorio hanno dimostrato che i gatti sono in grado di trovare gli oggetti. Cioè, sono consapevoli dell’esistenza di oggetti che non sono direttamente visibili. Quindi sanno che se un oggetto è fuori dalla loro vista, non significa che sia andato perduto per sempre ma che bisogna cercarlo.

4. Possono anche capire i gesti dell’uomo

Anche se i gatti non capiscono quello che diciamo con le parole, possono cogliere il significato dei nostri gesti. I ricercatori hanno scoperto che capiscono i gesti umani e li seguono per trovare il cibo.

Nel 2005 è stato condotto uno studio per confermare questa teoria:

  • Gli scienziati hanno presentato ai gatti due ciotole chiuse, una delle quali conteneva cibo per gatti, mentre l’altra era vuota.
  • I gatti dovevano scegliere una delle ciotole mentre un ricercatore indicava la ciotola con il cibo dentro.
  • La maggior parte dei gatti ha seguito il gesto umano, quindi la ciotola corretta e ha ricevuto la ricompensa costituita dal cibo.

Uno studio simile suggerisce che i gatti hanno quella che gli scienziati chiamano “teoria della mente”, cioè, la capacità di attribuire conoscenza, desideri e intenzioni agli altri. In questo caso, i gatti hanno scoperto che lo scienziato che indicava il cibo stava cercando di mostrare loro qualcosa.

Gatto rosso in braccio a una donna.


5. L’intelligenza dei gatti: i gatti sanno contare?

I gatti possono contare! Beh, non esattamente. Uno studio ha esaminato la capacità dei gatti domestici di distinguere tra l’immagine a due e tre punti per il cibo. Ecco un’altra delle prove dell’intelligenza dei gatti.

I risultati hanno mostrato che questi possono essere addestrati a scegliere tra le due quantità. Gli autori della ricerca concludono che i gatti non utilizzano spontaneamente le informazioni numeriche. Inoltre, sembrano collegare le diverse immagini insieme alla quantità per risolvere il compito.

Tutti questi dati dimostrano che i gatti domestici sono in grado di comprendere, assimilare e risolvere dei problemi. Pertanto, è essenziale trattare il nostro animale domestico con affetto e comprensione, perché a quanto pare capiscono sia il bene che il male.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Shreve, K. R. V., & Udell, M. A. (2015). What’s inside your cat’s head? A review of cat (Felis silvestris catus) cognition research past, present and future. Animal cognition, 18(6), 1195-1206.https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26154131
  • Lewis, A., & Berntsen, D. (2020). Pet memoirs: The characteristics of event memories in cats and dogs, as reported by their owners. Applied Animal Behaviour Science, 222, 104885.
  • Roth, G. & Dicke, U. (2005). Evolution of the brain and intelligence. Trends in cognitive sciences, 9(5), 250-257.
  • Pisa, P. E. & Agrillo, C. (2009). Quantity discrimination in felines: a preliminary investigation of the domestic cat (Felis silvestris catus). Journal of Ethology, 27(2), 289-293
  • Takagi, S., Tsuzuki, M., Chijiiwa, H., Arahori, M., Watanabe, A., Saito, A., & Fujita, K. (2017). Use of incidentally encoded memory from a single experience in cats. Behavioural processes, 141, 267-272.
  • Miklósi, Á., Pongrácz, P., Lakatos, G., Topál, J. & Csányi, V. (2005). A comparative study of the use of visual communicative signals in interactions between dogs (Canis familiaris) and humans and cats (Felis catus) and humans. Journal of comparative psychology, 119(2), 179.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.