Cavalli: da dove provengono?
Oggi parleremo delle origini dell’equus caballus o, se preferite, semplicemente dei cavalli, secondo molti gli animali più belli ed eleganti al mondo. Per migliaia di anni sono stati fedeli compagni dell’uomo e lo hanno aiutato nei lavori più duri.
L’origine dei cavalli è, a nostro avviso, un argomento molto interessante, infatti da vari decenni molti ricercatori tentano di risalire alle origini esatte di questo nobile animale.
Caratteristiche dei cavalli
I cavalli sono dei mammiferi perisodattili domestici che appartengono alla famiglia degli equidi, sono erbivori dal gran portamento, con collo lungo e inarcato, e con una lunga criniera. Il cucciolo del cavallo prende il nome di puledro. Possono essere definiti puledri i cavalli con un’età non superiore all’anno.
I cavalli sono prede dei predatori, per questo hanno un forte istinto per la fuga, anche se messi alle strette senza alcuna via di fuga sono capaci di affrontare il pericolo. La maggior parte delle razze sono veloci, agili e hanno una grande resistenza. Sono anche molto socievoli e stabiliscono dei vincoli molto forti sia con gli esseri umani che con gli altri animali.
L’origine dei cavalli
Dobbiamo tornare indietro di 55 milioni di anni, quando l’eohippus, il progenitore del cavallo, viveva in Nord America. Era un piccolo mammifero erbivoro che ha vissuto durante l’epoca dell’eocene e dal quale si pensa discendano tutti gli equini. Era di dimensioni assai ridotte con un’altezza che andava dai 20 ai 40 cm, con 4 dita negli arti anteriori e 3 in quelli posteriori.
Per dimensioni e aspetto, poteva per certi versi assomigliare ad un cane, ma successivamente evolse aumentando di statura, le dita scomparvero e divenne monodattile. Sulle zampe comparvero gli zoccoli, rendendo più agevole la sua fuga dai predatori.
Più tardi sviluppò la mandibola e si evolse fino ad arrivare all’equus, nome da cui proviene il termine equino e da cui discende la famiglia dei cavalli.
L’emigrazione verso l’Asia
A causa delle pessime condizioni climatiche, l’equus si spostò dall’America del Nord all’Eurasia. Proprio in questa zona gli scenziati affermano abbia vissuto l’estinto cavallo selvaggio, il più recente antenato dei cavalli domestici.
Si fa risalire il cavallo, così come lo conosciamo oggi, a circa due milioni di anni fa, ovvero all’epoca del Pleistocene.
Il Przewalski, che proviene dall’Asia, è uno dei padri genetici dei cavalli attuali, che successivamente si diffuse nel continente africano. Oggi ne esistono solo 300 esemplari che vivono in cattività.
I cavalli nelle diverse civiltà
Se c’è una civiltà che ha dato molta importanza ai cavalli, è certamente quella romana. I romani infatti, si impegnarono nell’allevamento e nell’addestramento di questo bell’animale e lo usarono anche come animale da soma o da lavoro in generale. Le diverse civiltà che invasero la penisola iberica, riuscirono a sviluppare e far crescere i loro allevamenti, fino a creare una vera e propria industria, grazie soprattutto agli arabi.
I cavalli oggi
Oggi il cavallo continua ad essere un animale tanto apprezzato quanto amato. Da quando è stato addomesticato, è stato usato su molteplici fronti, soprattutto per lavorare i campi e come mezzo di trasporto. Attualmente la situazione è un po’ cambiata, infatti i cavalli vengono utilizzati soprattutto per sport vari ed esibizioni.
Alcuni esempi dell’addestramento classico sono le corse, il salto ad ostacoli e le semplici passeggiate a cavallo. Oggi i cavalli vengono anche utilizzati per diverse terapie, che si sono dimostrate particolarmente efficaci per il trattamento di molte disabilità.
Secondo le ultime statistiche, nel 2007 c’erano 58 milioni di esemplari di cavalli al mondo, di cui circa 9 milioni solo negli Stati Uniti. Le cronache invece ci raccontano che l’Impero Russo fu il paese con più cavalli della storia, con ben 35 milioni di esemplari.
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