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Il microbiota intestinale del cane: come prendersene cura

4 minuti
Il microbiota intestinale svolge un ruolo essenziale per la salute dei cani. Sapere di cosa si tratta e come possiamo migliorarlo ci aiuterà a evitare che i nostri animali domestici soffrano di alcune patologie.
Il microbiota intestinale del cane: come prendersene cura
María Muñoz Navarro

Scritto e verificato il biologo María Muñoz Navarro

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

La maggior parte delle malattie sofferte dai cani sono di natura microbica, ma non tutti i microrganismi sono nocivi. Conoscete il termine “microbiota”? Negli esseri umani è presente nella pelle, nel naso, nella bocca, nell’intestino… e lo stesso vale anche per i cani. Il microbiota intestinale del cane è un ecosistema formato da batteri (soprattutto), funghi e alcuni virus.

Questi esseri viventi sono benefici e svolgono numerose funzioni nell’organismo che li ospita. Un’alterazione del microbiota intestinale può causare patologie a diversi livelli. A seguire vi parliamo più in dettaglio dell’importanza di questo mondo microscopico presente nell’organismo di animali ed esseri umani.

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Il microbiota intestinale del cane

Il microbiota o microbioma intestinale è l’insieme di microorganismi sani che popolano l’intestino dei cani. Lì realizzano una serie di funzioni essenziali:

  • Stimolano il sistema immunitario.
  • Contribuiscono a una moltitudine di processi metabolici.
  • Proteggono l’organismo dall’invasione di altri agenti patogeni (resistenza alla colonizzazione).

La dieta, l’età e i fattori ambientali si ripercuotono direttamente sulla salute di questo microbiota, motivo per cui qualsiasi alterazione può causare malattie.

Dieta, microbiota e dermatite atopica

Una dieta equilibrata si traduce in una pelle e un sistema immunitario sani. Gli studi dimostrano che quando si produce uno squilibrio del microbiota, come nel caso della disbiosi (alterazione della composizione e della diversità del microbiota intestinale), ciò si ripercuote direttamente sulla salute del cane. Un esempio è la comparsa di dermatite atopica nel cane.

Fattori di rischio: la barriera intestinale

L’organismo è sottoposto alla continua minaccia di corpi estranei e nocivi e l’apparato digerente è altamente esposto a questo genere di sostanze. La parete intestinale agisce come barriera selettiva che permette il passaggio di nutrienti evitando l’ingresso di sostanze nocive. Questo fenomeno è chiamato permeabilità intestinale.

Per questo motivo, quando si verificano delle alterazioni, come una infiammazione, la permeabilità della parete intestinale aumenta. Ciò provoca una rottura della barriera protettiva, in seguito alla quale le sostanze estranee passano al sangue, il che consente lo sviluppo di numerose malattie.

Oltre a una funzione digestiva, la parete dell’intestino ha una funzione difensiva. Questa funzione è realizzata dai microrganismi immersi nella mucosa, che influiscono sullo sviluppo del sistema immunitario.

Un disturbo al livello di questa barriera difensiva, di conseguenza, scatena risposte immunitarie esagerate (ipersensibilità, allergie), malattie digestive di natura infiammatoria e altre patologie extraintestinali.

In uno studio pubblicato sul Journal Frontiers in Physiology si giunge alla conclusione che determinate lesioni cutanee sono conseguenza diretta di disturbi di questo tipo. La pelle è infatti uno degli organi extraintestinali che più risentono di una risposta anomala delle cellule immunitarie della mucosa del soggetto che soffre di malattie infiammatorie intestinali (IBD).

Infine, è importante tenere conto dei fabbisogni nutrizionali degli animali domestici per poter offrire loro una dieta adeguata. Per esempio, sia un eccesso sia un deficit di vitamina A può provocare lesioni cutanee come l’ipercheratinizzazione e la desquamazione. Oltre a maggiori probabilità di soffrire di infezioni di natura microbica.

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Allergia alimentare

Abbiamo già visto che il microbiota svolge un ruolo cruciale per quanto riguardo lo sviluppo del sistema immunitario. L’allergia alimentare, o ipersensibilità alimentare, si deve a una risposta esagerata delle reazioni immunitarie che si manifestano dopo aver ingerito certi alimenti; queste possono sfociare in lesioni cutanee o gastrointestinali.

Una allergia alimentare causa l’1% delle malattie della pelle e rare volte provoca disturbi intestinali nell’animale. È stato dimostrato, infatti, che tra i sintomi più comuni nei cani che soffrono di questo tipo di allergia vi è il prurito; d’altro canto, però, dietro alla malattia infiammatoria intestinale sembrerebbe esserci un problema di allergia intestinale.

Un’alterazione nella composizione batterica può determinare malattie a livello immunitario.

Metodi per migliorare il microbiota intestinale del cane

Cosa si può fare per mantenere il microbiota intestinale del cane nelle condizioni migliori? In questa sezione vi proponiamo alcune alternative di cui potete tenere conto:

  • Includere probiotici e prebiotici nella dieta dell’animale (con moderazione): questi alimenti migliorano la funzione della mucosa intestinale producendo batteriocine, sostanze che aumentano la produzione di anticorpi IgA e l’assorbimento dei nutrienti.
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  • Trapianto fecale di microbiota: al fine di restaurare la perdita di batteri sani come conseguenza di uno squilibrio a livello intestinale.
  • Ridurre ai minimi termini lo stress: alla pari delle persone, anche negli animali lo stato d’animo altera la normale microflora intestinale, motivo per cui aumenta la permeabilità della mucosa, che risulta infiammata. Si è dimostrato che lo stress psicologico e fisico contribuisce all’insorgenza di disbiosi intestinale. Si consiglia quindi di mantenere i cani in un ambiente felice e stimolante, oltre ad offrire una dieta che soddisfi i loro bisogni psicologici e nutrizionali.

Tenendo in considerazione questi metodi, potrete offrire ai vostri animali domestici una dieta e un ambiente atti a favorire la loro salute e il loro benessere.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.