La piccola tartaruga albina

In uno zoo svizzero è nata una tartaruga albina, un evento rarissimo sotto ogni punto di vista. In questo articolo vi diremo tutto a riguardo.
La piccola tartaruga albina

Ultimo aggiornamento: 16 luglio, 2022

Se non avete mai visto una tartaruga albina, non temete, molto probabilmente non siete gli unici. È estremamente raro trovarle in natura, poiché è una mutazione che risulta essere molto meno frequente rispetto all’uomo e, inoltre, rende difficile la sopravvivenza dell’esemplare.

Tuttavia, in uno zoo in Svizzera, nel maggio 2022 è nata la prima tartaruga gigante delle Galapagos albina mai registrata. In questo articolo vi raccontiamo tutti i dettagli di questo incredibile evento, quindi non perdetevi le prossime righe.

Le Chelonoidis nigra

Le Isole Galapagos furono scoperte nel 1535 e, da allora, la loro incredibile diversità biologica è stata oggetto di studio da parte di molti biologi e scienziati di altre discipline. E non sorprende, dal momento che questo arcipelago ospita più di 2.000 specie endemiche.

Per questo motivo, le Galapagos sono state dichiarate Patrimonio Naturale dell’Umanità nel 1976 e Riserva della Biosfera nel 1984 dall’UNESCO, e zona Ramsar nel 2001.

Il nome delle Galapagos non è casuale, dal momento che la sua specie più rappresentativa sono le gigantesche tartarughe che popolano queste isole. La maggior parte delle specie di chelonie che vivono in questo luogo viene classificata nel gruppo delle “Chelonoidis nigra ed è composta da 10 specie, 2 delle quali sono estinte.

Ecco perché è necessario chiarire che, anche se la specie da cui è nata la tartaruga albina viene chiamata Chelonoidis nigra, non si tratta della sottospecie omonima (la tartaruga gigante dell’isola di Floreana), dal momento che è estinta dal 1996. In realtà, il nome scientifico di questa specie è Chelonoidis niger.

Biologia della tartaruga gigante delle Galapagos

Queste tartarughe, in grado di vivere più di 100 anni e che raggiungono un peso di quasi 200 chilogrammi, sono animali terrestri che entrano in contatto con l’acqua solo per rinfrescarsi nelle ore più calde della giornata. Le loro zampe hanno dita corte, simili a quelle di un elefante, mentre il guscio ha una fessura nella parte superiore per consentire alla tartaruga di allungare il collo e raggiungere rami e foglie posti più in alto.

Si tratta di un gruppo di specie la cui dieta è rigorosamente erbivora. La loro dieta comprende erbe, foglie di arbusti e frutti dell’albero di manzanillo. Ogni giorno le tartarughe delle Galapagos fanno lo stesso percorso per raggiungere le zone in cui si nutrono, tanto che i percorsi che scolpiscono sono diventati parte del paesaggio.

In effetti, sono rettili con una routine quotidiana molto marcata e che si regola in base alle stagioni e alle ore di luce. Gli stessi sentieri che le portano verso il cibo le portano anche sugli altopiani vulcanici, dove hanno accesso ad acqua pulita e una grande quantità di piante. Trascorreranno la maggior parte della giornata lì e poi torneranno alle loro zone di riposo.

La piccola tartaruga albina delle Galapagos

Ora che conoscete meglio la specie, entriamo nel vivo della questione. Allo zoo di Servion in Svizzera era in corso un programma di riproduzione in cattività della tartaruga gigante delle Galapagos. Dalla coppia che è stata allevata a scopi riproduttivi, sono nati 2 piccoli, uno nero come il padre, e l’altro albino.

Si tratta di un fenomeno molto raro. In cifre, se tra gli esseri umani nasce un individuo albino ogni 20.000 persone, nel caso di questa specie la probabilità è di un esemplare su 100.000. Questa piccola tartaruga albina, infatti, è la prima ad essere stata registrata dalla comunità scientifica.

Tuttavia, ciò che per gli esseri umani presuppone il superamento dei confini della scienza, per i cheloni rappresenta un problema per la sopravvivenza. Trattandosi di un animale a sangue freddo, la sensibilità al sole che comporta il suo albinismo porterà a problemi di termoregolazione.

È possibile anche che soffra di problemi di vista e udito, oltre al fatto che salterebbe più facilmente all’occhio dei predatori se vivesse allo stato brado.

La piccola tartaruga si trova sotto gli occhi di tutti

Anche se la tartaruga albina è nata il 1 maggio, la sua esistenza non è stata resa pubblica fino a giugno, poiché non si era sicuri che sarebbe sopravvissuta e veniva tenuta in un’incubatrice. Ora è ancora sotto sorveglianza, ma non è possibile quantificare con esattezza la sua aspettativa di vita.

I programmi di allevamento e, soprattutto, del rilascio in natura sono assolutamente necessari nel caso di questi rettili. Il numero totale di esemplari del gruppo Chelonoidis nigra, che un tempo superava i 250.000, attualmente non supera i 15.000.

La caccia intensiva praticata sin dal XVI secolo, la prospezione petrolifera, la frammentazione dell’habitat e l’introduzione di specie estranee da parte dell’uomo sono solo alcune delle minacce che ne riducono le popolazioni. La reintroduzione di molte di queste specie è attualmente oggetto di studio, ma c’è ancora molta strada da fare.


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