Il pH nell'acquario: che cos'è e qual è quello ideale

Il pH dell'acqua rappresenta un fattore molto importante nella salute dell'acquario, perché i cambiamenti bruschi possono compromettere seriamente la salute delle piante e degli animali che vivono al suo interno.
Il pH nell'acquario: che cos'è e qual è quello ideale

Ultimo aggiornamento: 11 agosto, 2020

Per garantire il benessere dei pesci dell’acquario, è necessario realizzare una buona manutenzione. Per riuscirci bisogna tenere conto di numerosi fattori differenti, come la temperatura, la salinità, la durezza dell’acqua o il pH nell’acquario. In questo articolo vi parliamo dell’importanza del pH in questi piccoli ecosistemi domestici.

Che cos’è il pH dell’acqua?

Il pH è una variabile che misura il livello di acidità di una soluzione, ed è legato alla concentrazione di ioni di idrogeno (H+). Esiste una scala del pH che spazia tra i valori 0 e 14. Il valore di pH 7 corrisponde alle sostanze neutre, come l’acqua pura.

Le sostanze acide sono quelle che presentano un valore di pH inferiore a 7, mentre quelle che lo superano vengono definite “basiche”.

L’acqua si aggira intorno a valori neutri, ma, per quanto possa sembrarci piccola una differenza decimale, gli effetti di un’alterazione del pH sulle piante e gli animali di un acquario possono essere significativi.

Come possiamo misure il pH nell’acquario?

Nelle righe che seguono vi mostriamo i metodi commerciali più efficaci per misurare il pH dell’acquario:

  • Misuratore di pH o pH-metro. Questo strumento è dotato di due elettrodi, uno di riferimento e un altro sensibile agli ioni di idrogeno. In questo modo viene generata una differenza di potenziale tra entrambi gli elettrodi, e questo valore viene convertito in unità di pH. Per iniziare a utilizzare il misuratore di pH, bisogna calibrarlo, prima di immergerlo nell’acquario.
  • Cartine tornasole pH. Sono meno precise del pH-metro, ma sono molto facili da utilizzare e sono economiche. Si tratta di una serie di strisce di carta che reagiscono variando la propria colorazione in base all’acidità o all’alcalinità dell’acqua.

Qual è il pH ideale per l’acquario?

Il pH ideale varia in funzione delle specie che vivono nell’acquario. Non esiste un livello standard valido per tutti i pesci, anche se per la la maggior parte dei casi può essere idoneo un valore compreso tra 5,5 e 8,0.

  • La misura del pH raccomandata per le specie continentali è compresa tra 6,5 e 8,5.
  • Per le specie amazzoniche come i Guppy e i Betta è tra 6 e 7.
  • Per i pesci dell’Africa orientale come i ciclidi africani, tra 7,5 e 8.
  • Il pesce rosso, la specie più conosciuta al mondo, preferisce acque neutre, con un pH compreso tra 7 e 7,5.

Esiste anche un pH adatto per le piante dell’acquario. Per esempio, il Celatophyllum demersum o ceratofilo comune, un esemplare molto utilizzato in acquariofilia, vive in condizioni di pH comprese tra 6,5 e 7, mentre il muschio di Giava preferisce acque acide che presentano valori inferiori a 7, anche se è in grado di resistere all’interno di un raggio di pH compreso tra 5 e 8.

Il pH non è un parametro fisso. Infatti, può variare in base al tipo di fondo, ai resti di cibo, alla decomposizione delle piante, ai rifiuti organici prodotti dai pesci, alla temperatura, al livello di CO2… A sua volta, una variazione del pH può influire su altri parametri, come la durezza dell’acqua.

Il pH ideale varia in funzione delle specie animali e vegetali che vivono nell'acquario. Due pesci si incontrano in un acquario.

Quale effetto esercita il pH sui pesci?

I pesci possiedono meccanismi fisiologici che consentono loro di adattarsi alle variazioni di pH (nel limiti di un piccolo margine). Quando introduciamo un nuovo pesce nell’acquario, è necessario un processo di adattamento preventivo.

L’enzima anidrasi carbonica contribuisce alla regolazione del pH dell’ambiente interno. Se il sangue è troppo acido, per esempio, a causa di un eccesso di CO2 nell’ambiente, si verifica un aumento del tasso di ioni di bicarbonato nel plasma, per compensare lo squilibrio del pH.

Viceversa, l’assimilazione di CO2 e l’eliminazione di ioni di bicarbonato contribuiscono a ridurre il pH del sangue.

Il pH dell'acquario è un fattore fondamentale sia per gli animali che per le piante. Acquario sporco di alghe.

Questa capacità di autoregolazione è molto più sviluppata in specie che vivono in presenza di livelli estremi di pH. Tuttavia, i pesci marini tropicali si sono adattati a una maggiore stabilità del pH a causa dell’azione delle barriere coralline; di conseguenza, variazioni minime di questo parametro (perfino di 0,1 unità) potrebbero provocare sintomi di acidosi o di alcalosi:

  • Acidosi. Si verifica a causa di un brusco abbassamento del pH. Il pesce può perdere mobilità e appetito e aumentare la secrezione della mucosa, e le sue branchie possono cambiare colore. L’emoglobina può risultarne colpita, facendo sì che l’animale non respiri correttamente e si disorienti, oppure che boccheggi in superficie. Se la variazione è molto ampia, può derivarne la morte dell’animale.
  • Alcalosi. È meno comune, ma si tratta di un fenomeno tipico che si verifica quando gli animali vengono portati a casa attraverso un mezzo di trasporto, perché la borsa che li contiene può alcalinizzarsi facilmente, nello spazio di poche ore. Anche in questo caso possiamo osservare la presenza di sintomi respiratori, nuoto incoerente e colorazione pallida.

Come abbiamo potuto vedere, il pH dell’acqua è essenziale per la sopravvivenza e il benessere dei pesci dell’acquario. Verificare settimanalmente questo parametro è fondamentale per godere di un ecosistema acquatico bilanciato.


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  • Cultura científica. ¿Qué es el pH?,2019.
  • Peces de acuario.net
  • Acuarema.com
  • La guía del acuario
  • Richar W Hill. Fisiología animal comparada.

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