Maltrattamento animale: è ora di dire “Basta!”

Maltrattamento animale: è ora di dire “Basta!”

Ultimo aggiornamento: 03 aprile, 2018

È incoraggiante vedere che ci siano sempre più persone, in diversi paesi, che lottano contro il maltrattamento di animali. ONG, Associazioni No-Profit e iniziative di semplici cittadini, dimostrano che esiste un’umanità che ha deciso di dire basta alle violenze e abusi che, purtroppo, sono ancora all’ordine del giorno. La strada da fare è molto lunga, ma esistono i germogli per una nuova coscienza civile che accetta e considera gli animali come esseri speciali al pari dell’uomo, che con tutti loro condivide il pianeta Terra.

Alcuni progressi in difesa dei diritti degli animali

Se si prova a fare una rapida revisione mentale, ci renderemo conto che fino a non molto tempo fa era normale celebrare senza scrupoli le abilità che una scimmia, un elefante, un orso o un felino erano costretti a mostrare in un circo, al cospetto della minacciosa presenza del domatore di turno.

Era anche un orgoglio e un simbolo di status sociale indossare un indumento realizzato con le pelli di volpi, visoni e persino foche.

elefante del circo che piange
Fonte: www.stopalmaltratoanimal.com

Anche le visite allo zoo, per vedere poveri animali rinchiusi dietro le sbarre e strappati dal loro habitat naturale, era una tipica escursione scolastica. O anche un gradito evento di famiglia con cui passare il tempo durante il fine settimana.

Indubbiamente, ci sono stati importanti cambiamenti nelle coscienze di buona parte della popolazione, e queste consuetudini sono oggi viste sotto un nuovo punto di vista.

Evitare la crudeltà contro gli animali, un obiettivo chiaro

Ma anche se sempre più persone hanno deciso di dire “Basta!” al maltrattamento animale, la cronaca non smette di ricordarci che la realtà è ben altra. Ogni giorno leggiamo notizie scoraggianti che parlano di violenze e abusi verso animali indifesi e abbandonati al loro destino.

Senza andare troppo lontano, poco tempo fa un re oggi emerito si divertiva ad andare in giro per il mondo a caccia di elefanti. Un comportamento sbagliato e che si commenta da solo, ancor più grottesco se si pensa che quella stessa persona ha presieduto anche un organismo per la conservazione ambientale…

Rimanendo in tema di caccia, non bisogna scordare il dramma vissuto da moltissimi cani, specialmente i levrieri, che vengono acquistati e usati durante le stagioni agonistiche, per poi venire abbandonati o scartati, con il conseguente aumento di cani randagi.

In paesi molto vicini all’Italia, sia geograficamente che culturalmente, come la Spagna, ancora esistono manifestazioni pseudo – tradizionali in cui lo spettacolo principale è la morte dell’animale. Parliamo delle famose corride, show sanguinari che celebrano la violenza dell’uomo che lotta, ovviamente ad armi impari, contro un solo animale. Altre festività prevedono differenti tipi di soprusi, come legare fiaccole alle corna del toro o obbligando gli esemplari a correre spaventati mentre vengono colpiti in più modi.

Anche nel paese iberico, comunque, sono molte le regioni che hanno deciso di proibire le corride. Tutt’altra cosa, evidentemente, è modificare il pensiero di larga parte della popolazione, tuttavia favorevole a questo genere di spettacoli.

Motivi per dire “Basta!” all’abuso di animali

Nonostante i progressi, c’è ancora moltissimo da fare. L’elenco dei maltrattamenti è talmente ampio che risulta complicato mantenere una posizione ottimistica sulla questione. Certo è che dovranno passare ancora diversi anni prima che tutta la popolazione mondiale si schieri dalla parte degli animali.

Vediamo quali sono i tipi di abusi più frequenti oggi:

  • Abbandono di animali domestici, compresi quelli esotici.
  • Cani da combattimento e galli.
  • Cavalli e altri mammiferi utilizzati per le corse.
  • Uso di animali come cavie in esperimenti e test di laboratorio (medicinali e cosmetici).
  • Contrabbando di specie esotiche.
  • Sovraffollamento di esemplari per scopi diversi (vendita in incubatoi, commercio di pellicce, industria alimentare, ecc.).
  • Incatenamento e mancanza di riparo o ombra adeguati.
  • Acqua e cibo insufficienti o inadeguati.
  • Violenza e crudeltà come passatempo, come spesso mostrato sui social network.

Umanizzazione degli animali domestici: un’altra forma di abuso

Ma quando si tratta di dire “Basta!” agli abusi sugli animali, non dobbiamo dimenticare l’umanizzazione che molti animali domestici soffrono.

Il problema è che alcune persone considerano i loro animali domestici come se fossero veri e propri bambini. In parole povere, non rispettano la loro natura. Vediamo qualche comportamento tipicamente sbagliato, in questo senso:

gatto con golfino rosa
  • Vestire il proprio cane o gatto, coprirli con cappellini, accessori e perfino gioielli.
  • Vengono cresciuti nel lusso e viziati in modo esagerato.
  • Viene dato loro del cibo umano e, spesso, vengono fatti sedere a tavola con gli altri commensali.
  • Subiscono lunghe sessioni di toelettatura con prodotti di bellezza appositi e parrucchieri specializzati.
  • Festeggiano i compleanni con palloncini, candele e un menu speciale per l’occasione. Alcuni padroni organizzano persino matrimoni in cui i piccoli animali vengono mascherati da sposi.

Come è logico immaginare, le conseguenze dirette di questa eccessiva umanizzazione, appaiono sotto forma di problemi comportamentali e di salute. Questo è il motivo per cui occorre stare molto attenti a come trattare i propri amici a quattro zampe. Il maltrattamento di animali può manifestarsi in modi molto diversi. Ed è importante combattere contro ognuno di loro, sempre.

Fonte dell’immagine principale: José María Pérez Nuñez


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