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Ottenere il DNA di un cane dagli escrementi

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Grazie ai progressi della tecnologia, gli scienziati hanno potuto sviluppare un sistema che permette di riconoscere l'origine delle feci canine attraverso l'analisi di marcatori genetici; in altre parole, consente di risalire a un cane dalle sue feci. 
Ottenere il DNA di un cane dagli escrementi
Francisco María García

Scritto e verificato l'avvocato Francisco María García

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Al giorno d’oggi esiste un sistema che permette di ottenere il DNA di un cane dalle sue feci tramite un’analisi genetica. Sono sempre di più i comuni di diversi paesi del mondo che decidono di ricorrere a esso per combattere l’inquinamento generato dall’abbandono di feci canine negli spazi pubblici.

A seguire vi spieghiamo come è possibile ottenere il DNA di un cane a partire dai suoi escrementi; parleremo anche dei dibattiti scaturiti dall’impiego di suddetto metodo per multare i padroni.

È possibile ottenere il DNA di un cane dalle sue feci?

Le feci del cane contengono alcune tracce del suo patrimonio genetico. A partire da un campione di feci, è possibile isolare i marcatori genetici in laboratorio; con questa informazione, e dopo aver fatto un confronto con un campione di DNA, è possibile confermare che le feci appartengono a un determinato cane.

Oltre a risalire al proprietario degli escrementi, queste analisi hanno permesso anche di scoprire l’origine di numerosi batteri presenti nelle acque sotterranee. In questo modo, è stato possibile confermare la presenza di residui organici di feci canine nelle falde acquifere del sottosuolo.

Oltre ad attirare insetti che possono trasmettere malattie, le feci si sciolgono con l’aiuto della pioggia e permettono a diversi agenti patogeni di entrare nel sottosuolo. In seguito a questa scoperta, molti comuni hanno deciso di rafforzare la lotta contro l’abbandono delle feci canine.

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Analisi del DNA per identificare i padroni che non raccolgono le feci dei loro cani

In quasi tutto il mondo, raccogliere gli escrementi del proprio cane negli spazi pubblici è uno degli obblighi dei padroni. L’abbandono delle feci canine può comportare sanzioni economiche oppure il compimento di prestazioni ambientali sostitutive.

Il Codice penale punisce chi lascia gli escrementi del cane non raccolti in un luogo pubblico. La sanzione va da 300 a 1000 euro se il fatto viene commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati. Pena ancora più severa se le feci vengono depositate e non raccolte su cose di interesse storico o artistico: reclusione da 3 mesi a 1 anno e multa da 1.000 a 3.000 euro.

Oltre al Codice penale e al pronunciamento della Cassazione, sull’obbligo di raccogliere gli escrementi dei cani o di lavare la loro pipì si possono esprimere anche i singoli comuni con delle ordinanze in cui stabiliscono le sanzioni per chi non rispetta i propri doveri.

Alcuni hanno deciso persino di ricorrere al sistema di analisi genetica per ottenere il DNA di un cane dalle sue feci e, in questo modo, multare i padroni qualora non le raccolgano. L’idea è rafforzare la lotta contro l’abbandono degli escrementi e l’inquinamento ambientale che ne consegue.

Si tratta, in pratica, di raccogliere un campione delle feci abbandonate per poi analizzare i marcatori genetici per scoprirne l’origine. Una volta risaliti al cane che le ha prodotte, si procederà a multare il proprietario per la mancata rimozione.

Affinché questo metodo funzioni, bisogna creare una banca con i campioni genetici dei cani registrati in ogni municipio. Solo mettendo a confronto le tracce di materiale genetico delle feci con i campioni raccolti è possibile confermare l’identità del cane.

Di conseguenza, i padroni sono obbligati a portare i loro cani a realizzare un prelievo di sangue, a partire dal quale si ottiene il loro profilo genetico. In seguito a ciò, ogni proprietario riceve una piastrina di riconoscimento che permette di vincolare il cane ai propri escrementi, e che aiuta anche a riconoscerlo in caso di smarrimento.

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Polemiche sull’efficacia e la validità delle analisi genetiche

Come era da aspettarsi, la decisione di ricorrere alla genetica per punire i proprietari ha generato polemica sin dalla sua introduzione nel 2014. Da allora, più di 40000 proprietari sono stati multati per aver abbandonato gli escrementi dei loro cani.

Il test del DNA per risalire a un cane dalle sue feci risulta molto costoso. Oltre alle spese per le analisi propriamente dette, il municipio deve sostenere i costi relativi ai campioni di sangue e al tracciato dei profili genetici di tutti i cani registrati nel territorio.

Si tratta senz’altro di un investimento molto alto su un metodo la cui efficacia non è ancora stata confermata del tutto. In particolar modo perché il sistema suscita molti dubbi giuridici sulla custodia dei campioni raccolti.

Per aumentare la sua affidabilità, la raccolta del campione, il trasporto e l’analisi dello stesso dovrebbero avvenire in presenza di un impiegato comunale con la necessaria competenza per assicurare la legalità del procedimento. Ciò richiederebbe un investimento persino maggiore, il che si rifletterebbe nel bisogno di fissare multe ancora più alte.

Suddetto sistema, inoltre, non offre vantaggi in quanto a localizzazione di animali smarriti o rubati. I microchip permettono di risalire subito al cane dopo la lettura del suo codice; viceversa, per ottenere risultati affidabili dal confronto dei campioni genetici, sarebbero necessari almeno due giorni.


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  • animalshealth. Muestra de AND en heces de perros. Extraído de: https://www.animalshealth.es/fileuploads/user/dictamen.pdf
  • Colegio oficial de veterinarios. Censo de animales a través de su ADN. Extraído de. http://covteruel.org/wp-content/uploads/2016/03/ADN-CANINO.pdf

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.