Rinvenuti in Patagonia i resti di dinosauri con spine giganti

In Argentina, nella regione della Patagonia, sono stati rinvenuti i resti di dinosauri con spine giganti. Si tratta della specie di dinosauri Bajadasaurus pronuspinax.
Rinvenuti in Patagonia i resti di dinosauri con spine giganti
Francisco María García

Scritto e verificato l'avvocato Francisco María García.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Una nuova specie di dinosauro erbivoro è stata scoperta in Patagonia. I resti ritrovati mostrano che 140 milioni di anni fa esisteva una specie di dinosauri con spine giganti che viveva nelle regioni meridionali dell’Argentina.

I responsabili della scoperta sono gli scienziati della Fundación Azara – Universidad de Maimónides e del CONICET (Consiglio nazionale per la ricerca scientifica e tecnica dell’Argentina). Si tratterebbe di grandi rettili dotati di lunghe spine che usavano per difendersi dagli attacchi dei predatori.

Caratteristiche generali dei dinosauri con spine giganti

Le caratteristiche del Bajadasaurus pronuspinax sono state descritte in un articolo pubblicato sulla rivista Scientific Reports. I resti scheletrici ci permettono di classificare questo dinosauro nel gruppo dei sauropodi. Il nuovo esemplare sarebbe un parente degli aragosauri e dei brachiosauri, due dei più grandi dinosauri del pianeta.

Nello specifico, la scoperta dei dinosauri con spine è avvenuta in una formazione geologica nella provincia di Neuquén chiamata “Bajada Colorada”. Come per ogni nuovo ritrovamento archeologico, ci si pongono nuove domande e nascono nuovi interrogativi.

In questo caso, si è confrontato la presenza delle spine con le capacità mimetiche dei camaleonti e, in generale, con gli animali che si sono evoluti migliorando i propri meccanismi di difesa. In questo senso, il pronuspinax, avrebbe sviluppato un sistema completo di spine lunghe e affilate sparse sul dorso e sul collo.

Le dimensioni di questa nuova specie raggiungono i nove metri di lunghezza. Le spine non sono altro che un prolungamento delle vertebre dell’animale. Oltre a permettere al dinosauro di mimetizzarsi, questa caratteristica fisica rappresentava anche un’arma di difesa grazie ai rivestimenti resistenti che coprivano le sporgenze.

Scheletro di un dinosauro con le spine giganti esposto in un museo.
Fonte: Museo Municipal Ernesto Bachmann, Villa El Chocón, Neuquén / https://paleonerdish.wordpress.com

Come si è arrivati alla scoperta dei dinosauri con le spine?

Il team di ricerca di “Bajada Colorada” ha effettuato delle spedizioni nell’area sin dal 2010. Tutto è iniziato col ritrovamento di alcuni resti di schegge ossee che hanno fatto pensare alla possibilità dell’esistenza di resti fossili. Da quel momento, la speranza di trovare una nuova specie di dinosauro ha spinto l’attività di ricerca degli scienziati.

140 milioni di anni fa quell’area della Patagonia era coperta da praterie e aveva un clima relativamente secco. In quel periodo, la temperatura era calda e molto simile a quella delle savane africane.

La differenza tra le specie riguardava soprattutto la vegetazione. Le piante presenti erano per lo più arbusti di conifere, felci, equiseti e varietà di quelli che sono stati i primi fiori. Inoltre, c’era un fiume che scorreva in direzione opposta a quella attuale (cioè verso l’Oceano Pacifico).

Si ritiene che, a causa del flusso della corrente dell’acqua e di una conformazione morfologica unica del terreno della zona, i resti di vari animali abbiano raggiunto quella regione. Non a caso, in Argentina sono state trovate circa 250 specie di dinosauri.

La maggior parte di questi antichi dinosauri viveva nella provincia di Neuquén. Infatti, il primo ritrovamento di un dinosauro in America Latina avvenne proprio in quella regione nel 1882.

Scheletro di un Bajadasaurus pronuspinax esposto in un museo.
Fonte: https://carnivora.net

Qual era l’aspetto di questi dinosauri?

La mascella dei dinosauri con spine giganti era lunga 30 centimetri. Ciò suggerisce che si nutrivano di piccole piante che vivevano al livello del suolo. Dalla forma degli occhi, molto vicini al cranio, si pensa che avessero la capacità di controllare tutto quello che accadeva intorno a loro.

Il direttore della ricerca per conto del CONICET, Pablo Gallina, sostiene che i dinosauri con spine giganti hanno un significato particolare per la ricerca archeologica. L’etimologia del nome Bajadasaurus pronuspinax deriva da “Bajada”, il luogo del ritrovamento; “sauro”, perché sono delle lucertole; “pronus”, perché sono inclinati in avanti e “spinax”, per la presenza di spine.

Fino al momento del ritrovamento, si conoscevano solo alcuni dei “meccanismi di difesa” adottati dai dinosauri erbivori dal collo lungo nei confronti dei predatori. Per alcuni era la lunga coda usata come frustino, per altri la pelle simile ad una corazza. Il Bajadasaurus pronuspinax, con il suo collo fino a 2,5 metri, usava le sue spine per mimetizzarsi e per difendersi.

Con tutti i dati raccolti, si arrivò ad una conclusione sorprendente: le spine di questi dinosauri avevano una resistenza simile a quella delle corna di alcuni mammiferi.

Lo studio dei dinosauri con spine giganti ci permette di ampliare le nostre conoscenze sui dinosauri. Con le loro dimensioni gigantesche, questi animali entrano di diritto nel gruppo dei più grandi erbivori del pianeta.


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