Selezione naturale e adattamento nel mondo animale

La selezione naturale e l'adattamento rappresentano gli strumenti attraverso i quali la natura orienta l'evoluzione di tutte le specie. Tutti gli esseri viventi che esistono attualmente sono il risultato di questo processo evolutivo.
Selezione naturale e adattamento nel mondo animale
Juan Pedro Vazquez Espeso

Scritto e verificato il veterinario Juan Pedro Vazquez Espeso.

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

Come funzionano la selezione naturale e l’adattamento nel mondo animale? Non sempre le idee più diffuse sono anche quelle più corrette.

Nel Dizionario della lingua italiana Treccani, alla voce “selezione”, il primo significato che leggiamo è il seguente: “Scelta, operazione di scelta che ha per fine di trarre da un gruppo, anche molto vasto, gli elementi migliori o più adatti a determinati fini”. Applicando il termine alla biologia, possiamo dire che a realizzare questa selezione è la natura stessa.

In base a questa definizione, quindi, la selezione naturale consiste nella scelta, da parte della natura, di uno o più esseri viventi, in base a determinati criteri. D’altra parte, l’adattamento non è che la capacità di un determinato essere vivente di sopravvivere e riprodursi in un ambiente specifico. In questo senso, è l’adattamento (o l’incapacità di adattarsi) a dare origine alla selezione naturale.

Come possiamo vedere, selezione naturale e adattamento sono due espressioni intimamente collegate tra loro. Nelle righe che seguono vedremo più da vicino questa relazione, che rappresenta un affascinante viaggio nel mondo animale.

Se tutti gli animali si adattassero perfettamente a tutti gli ecosistemi, non esisterebbe la selezione naturale.

L’origine dei termini: selezione naturale e adattamento

La prima persona che studiò questi concetti fu Charles Darwin, autore del libro L’origine delle specie. Questa può essere considerata la prima opera scientifica che si occupa di questo argomento, e costituisce un testo fondamentale nell’ambito della biologia evolutiva.

A titolo di curiosità, possiamo rilevare che a suo tempo questo libro suscitò una notevole polemica, soprattutto in ambiente religioso.

Gli esperimenti descritti in questo libro fecero crollare quello che all’epoca era considerato uno dei pilastri del cristianesimo: il cosiddetto creazionismo. Smentivano l’idea del progetto intelligente o, in altre parole, si opponevano al coinvolgimento di Dio nell’evoluzione delle specie.

Per quanto al giorno d’oggi questa teoria sia accettata come un fatto scientifico, la selezione naturale continua a vantare numerosi detrattori, sia all’interno che al di fuori dell’ambito scientifico.

Sopravvivenza del più forte. È proprio così?

Esiste un detto popolare che inizia così: “Chi va con lo zoppo…“. Forse a molte persone capita che, sentendo parlare di selezione naturale, il proprio cervello completi automaticamente la frase con un sostituto molto curioso: la sopravvivenza del più forte.

Quando studiavamo a scuola, questa era la spiegazione abituale, ma, in realtà, le cose non stanno proprio in questo modo.

Quella della sopravvivenza del più forte è una spiegazione che non rende conto al 100% di tutti gli scenari offerti dalla selezione naturale. Proviamo ad approfondire il concetto attraverso il seguente esempio.

In un branco di lupi, il maschio alfa è l’unico che possiede il diritto di riprodursi. Questo individuo è quello che garantirà il perpetuarsi del proprio patrimonio genetico. Si tratta del lupo che è riuscito a raggiungere la posizione più alta all’interno del branco, lottando contro gli altri maschi e imponendosi su di loro.

la selezione naturale tende a favorire gli esemplari che sanno adattarsi meglio all'ambiente in cui vivono

In questo caso possiamo supporre che questo maschio alfa, trionfante, vigoroso, agile e attraente sia il più forte del branco. Di conseguenza, i cuccioli di questo “super lupo” possono vantare il possesso di parte degli ottimi geni del padre.

Il patrimonio genetico dei perdenti, invece, che ha ben poco valore se confrontato con quello del maschio alfa, si perderà con loro, a meno che non riescano, in qualche momento, a sconfiggere un altro maschio alfa.

Come possiamo vedere osservando questo scenario, la sopravvivenza del più forte, effettivamente, corrisponde alla definizione che abbiamo fornito. Proviamo, però, ad analizzare un altro esempio.

Ci sarà certamente accaduto di rimanere affascinati alla vista di un esemplare maschile di pavone, con le sue piume della coda così maestose al punto che, se impressionano noi, possiamo solo immagine quale effetto possono esercitare su una femmina di questo animale.

Se però ci pensiamo bene, questa enorme coda che piace così tanto alle femmine rappresenta un problema molto grande, quando è il momento di fuggire di fronte a eventuali predatori. Di conseguenza, è lecito domandarsi perché, se la enorme coda li rende più deboli e vulnerabili, l’evoluzione dei pavoni abbia favorito questa caratteristica.

la selezione naturale non sempre coincide con la sopravvivenza del più forte

Meglio: sopravvivenza del più adatto

Non sempre la selezione naturale e l’adattamento favoriscono il più forte, ma prediligono quello più adatto o, in altre parole, quello che riesce ad avere il maggior numero di discendenti.

A volte, il più forte coincide con il più adatto, quello che più facilmente riesce ad adattarsi all’ambiente, sopravvivere meglio e ottenere la discendenza maggiore. In altri casi, però, la pressione sessuale selettiva dà vita a caratteri che vanno a discapito della capacità di sopravvivere, come nell’esempio del pavone.

Ciononostante, questi animali, che presentano questi caratteri in principio poco adeguati, riescono a riprodursi e perpetuare la propria discendenza. In sintesi, da questo momento sapete che chi va con lo zoppo… la sopravvivenza del più adatto.


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  • Darwin, C. El origen de las especies.

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