Storie commoventi di cani fedeli fino alla fine
La lealtà dei cani verso il proprio padrone è una caratteristica riscontrabile quotidianamente in questi nobili animali, a detta di chi ne possiede uno. Tuttavia, non smetteremo mai di emozionarci e sorprenderci di fronte a storie di cani che sono stati leali ai propri proprietari fin dopo la loro morte.
I racconti di cani leali ai padroni deceduti
Esistono casi emblematici come quello di Hachiko, sul quale è stato girato addirittura un film, ma le storie di cani fedeli che hanno vissuto accanto alle tombe del proprio padrone, oppure sulla soglia dell’ospedale dove egli era deceduto, o che sono invano rimasti nell’attesa del suo ritorno -per esempio- in una stazione dei treni, si ripetono da sempre negli anni e in luoghi diversi.
Sebbene gli scienziati non riescano a trarre una conclusione univoca o a dare una spiegazione certa sul perché i cani si comportino in questo modo, forse la risposta è da cercare nei concetti di fedeltà e amore, di certo nozioni non facili da inquadrare nell’ambito della ricerca scientifica.
Oggi vi racconteremo alcune storie di cani che si sono dimostrati fedeli ai propri padroni, anche quando la morte si è intromessa tra di loro.
La fedeltà dei cani verso i propri padroni può essere considerata una conditio sine qua non, ed esistono casi di cani fedeli ai loro proprietari deceduti.
Bobby, il cane appartenuto a John Gray
La storia di Bobby ci porta indietro al diciannovesimo secolo, ad Edimburgo, Scozia. Il protagonista di questa storia è un cane di razza Terrier appartenente a un poliziotto chiamato John Gray. L’uomo e l’animale erano inseparabili, e l’animale era divenuto famoso per le acrobazie che era in grado di realizzare.
Sfortunatamente, però, Gray morì di tubercolosi. Bobby fu presente per tutta la durata del funerale del suo amico, seguendo poi il corteo funebre fino al cimitero. E lì rimase, sopra la tomba del suo padrone, per i successivi 14 anni di vita.
Con il passare del tempo, Bobby si trasformò in una vera e propria leggenda del luogo, guadagnandosi l’affetto della gente, che era solita portargli del cibo e offrirgli un rifugio durante i duri inverni scozzesi.
Come era inevitabile, anche Bobby morì, sulla tomba del suo padrone. Gli abitanti del luogo decisero allora di innalzare una statua in suo onore, nei pressi del cimitero, rivolta con lo sguardo al luogo in cui era stato sotterrato John Gray.
Fido, il cane che aspettò il suo padrone alla stazione dei treni
La storia di Fido risale al secolo scorso e ha luogo in un piccolo paesino della Toscana, Borgo San Lorenzo, dove viveva un animale di razza meticcia, adottato da un giovane di nome Luigi, che di mestiere faceva il carpentiere.
Tutte le mattine il cagnolino accompagnava il suo padrone fino alla stazione dei treni, per poi la sera tornare sullo stesso luogo in attesa dell’uomo, che sarebbe rientrato dal lavoro.
La routine che legava i due fu però brutalmente interrotta dalla Seconda Guerra Mondiale: Luigi venne reclutato e mandato in Russia. Ciò nonostante, il cane continuò ad accorrere tutte le sere alla stazione dei treni in attesa del suo amato padrone. Ma il giovane non fece più ritorno.
Eppure Fido continuò a recarsi alla stazione ogni singolo giorno della sua vita, fino all’ultimo. Incurante dell’artrite che a malapena gli consentiva di camminare, l’animale percorreva il medesimo percorso ogni sera, invano. Fino a che, in un freddo pomeriggio d’inverno, il vento e la neve misero fine alla sua vita. Il suo corpo fu ritrovato il giorno seguente, congelato.
Gli abitanti del luogo, ormai affezionati all’animale, eressero una statua in onore di Fido affianco alla stazione dei treni, sulla quale è ancora possibile leggere: “A fido, esempio di fedeltà”.
Collie, il cane del Cementerio de la Piedad
Più vicina negli anni e in una zona più a sud del mondo ha luogo la storia di Collie, che decise di rimanere accanto alla tomba del suo padrone nel Cementerio de la Piedad, a Rosario, in Argentina.
Collie giunse sul posto il giorno stesso in cui il suo padrone venne sepolto, e passò tutta la notte accanto alla sua tomba. Quando i suoi familiari vennero a prenderlo il giorno seguente, non riuscirono a farlo allontanare dal luogo. Dopo qualche tempo fecero un altro tentativo per riportarlo a casa, ma il cane scappò, nascondendosi fra le tombe.
Fu così che l’animale visse nel cimitero argentino fino alla fine dei suoi giorni, accudito da un lavoratore del luogo. Per nove lunghi anni rimase sul luogo della sepoltura del suo padrone, nonostante dopo qualche tempo il cadavere dell’uomo fosse stato cremato.
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