Vaccaro: avete mai visto un uccello simile?

Questi uccelli assicurano la perpetuazione della propria specie tramite l'occupazione di nidi altrui. Beccano ciò che trovano e poi depositano le loro uova affinché sia un altro uccello a covarle.
Vaccaro: avete mai visto un uccello simile?
Francisco María García

Scritto e verificato l'avvocato Francisco María García.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Il vaccaro splendente è un uccello che vive in quasi tutto il Sudamerica, in gran parte dei Caraibi e in Trinidad e Tobago. Per questo è conosciuto con vari nomi a seconda del paese. Il suo nome scientifico è comunque Molothrus bonariensis.

Il vaccaro maschio ha delle piume color ambra nero. Misura circa 20 centimetri e le sue ali e la coda hanno un colore opaco. Le femmine sono di minori dimensioni e presentano un colore grigio brunastro. Hanno un becco lungo, delle zampe grandi e magre e degli occhi scuri.

Alcune delle caratteristiche della specie

Il vaccaro è un uccello onnivoro. La sua alimentazione si basa su semi, uva, lombrichi e lumache. Possiamo anche trovarlo sulla schiena delle mucche, intento ad alimentarsi di diversi parassiti esterni. Proprio per questo è abbastanza comune osservare stormi di vaccari vicino al bestiame.

Si tratta di una specie molto abile ad estendersi in nuovi territori grazie alla sua alimentazione onnivora e alla facilità con cui si adatta. Durante l’epoca di riproduzione i suoi esemplari sono molto socievoli.

Per quanto riguarda il suo habitat, possiamo trovare il vaccaro in praterie, savane, boschi, giardini, parchi e città. È facile incontrarlo in luoghi aperti con il prato corto.

Vaccaro su un ramo

Alimentazione del vaccaro

Il loro cibo preferito è l’uva, che consumano proprio durante il periodo della raccolta. Come ci si potrebbe aspettare, in alcuni casi si ubriacano quando beccano grandi quantità di uva.

Quando ciò avviene prima della migrazione verso altre latitudini, questi uccelli, che normalmente volano con grande facilità, si cimentano in voli sgraziati e caratterizzati da scarsa coordinazione.

Singolare riproduzione

Il vaccaro non costruisce il proprio nido, ma anzi ha l’abitudine di usare quello di altri uccelli. Come se non bastasse, riesce ad affidare ai veri padroni del nido anche il ruolo di inconsapevoli genitori adottivi. Si ritrovano infatti ad allevare i piccoli di vaccaro pensando che siano i propri figli.

La riproduzione comincia quando la femmina viene fecondata. Durante questo periodo si dedica alla ricerca di un nido sicuro in cui i suoi piccoli possano nascere e crescere. Cerca genitori che rispondano ad un requisito minimo: che appartengano ad una specie che alimenti i propri piccoli con proteine animali.

Esperti nel camuffare

Al momento di deporre, la madre si assicura di introdurre le proprie uova nel nido prima che l’altro uccello abbia iniziato il processo di cova delle proprie uova. In tal modo aumenta la probabilità che i piccoli nascano, grazie al breve periodo di incubazione che richiedono (11-12 giorni).

Vaccaro in campagna

Per lasciare furtivamente le sue uova nel nido selezionato, la femmina di vaccaro aspetta e controlla finché l’altro uccello non si assenta. Per prima cosa si assicura che l’uccello tornerà effettivamente, successivamente introduce le sue uova di vari colori e le camuffa tra le altre.  

Durante questo processo di ‘occupazione’, la femmina di vaccaro becca una o varie volte le uova dell’altro uccello affinché quest’ultimo le espella e covi le sue, crescendo poi i piccoli proprio come se fossero suoi. Grazie a tale comportamento, i vaccari assicurano la sopravvivenza della loro specie.

Per questa facilità di invadere spazi altrui, il vaccaro riceve il nome scientifico di Molothrus bonariensis. Molothrus è una parola di origine greca, molos: lotta, throskos: assalto. Infatti, questa specie rappresenta un rischio per altre in pericolo di estinzione.

Canti e miti

Il vaccaro si distingue anche per il suo magnifico canto fatto di note flautate. Nell’antichità si diceva che il canto del vaccaro fosse premonitore, in quanto annunciava pioggia e buone notizie.

Era tanta la melodia e la magia comunicata da questo canto, che nel Medioevo si credeva che esso fosse portatore di benedizioni della provvidenza: l’annuncio di un incontro inaspettato con la buona sorte.

Il canto del vaccaro veniva considerato anche come segnale della realizzazione di desideri e speranze. Fu talmente grande il segno che lasciò in quell’epoca, che si credeva persino che consumarne la carne favorisse la longevità.


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