5 specie di pipistrelli
I pipistrelli sono gli unici mammiferi che possono volare. Grazie a questa caratteristica unica sono riusciti a stabilirsi in gran parte del pianeta. Nonostante le superstizioni che li riguardano, quasi tutti si nutrono di frutta o insetti. Vi invitiamo a scoprire, assieme a noi, cinque specie di pipistrelli davvero sorprendenti.
Specie di pipistrelli: caratteristiche generali
I pipistrelli sono la secondo famiglia più grande del regno animale, preceduta solo dai roditori. Si stima che ci siano circa 1.200 sottospecie diverse di questi mammiferi volanti, anche se il numero è destinato a crescere, per la continua scoperta di nuove varietà.
Solamente ai poli, nord e sud, questo essere vivente non è riuscito a imporsi. L’ambiente esterno ha contribuito a stimolare cambiamenti che rendono ogni specie diversa, in base all’habitat di riferimento. Questi animali si sono evoluti in modo molto diverso e ci sono persino pipistrelli molto piccoli, pesanti solo qualche grammo. Ma vediamo di conoscere assieme quelli più rappresentativi:
1. Pipistrello comune
Questo è, tra le specie di pipistrelli in Europa, il più piccolo. E’ lungo appena sei centimetri e possiede un’apertura alare di circa 20-25 centimetri. Ha un colore marrone o grigio, a volte quasi nero. Il ventre è di una tonalità più chiara.
Questi mammiferi hanno piccole orecchie e anche il naso è particolarmente corto. Vanno in letargo alla fine dell’autunno e si risvegliano con l’arrivo della primavera. Vivono in grandi gruppi, sia durante la veglia e per tutto l’inverno.
Questo tipo di pipistrello è presente su tutto il territorio italiano, isole comprese: si tratta di piccoli esemplari che possono essere visti al tramonto in città o in zone rurali. Mangiano piccoli insetti come coleotteri o zanzare.
2. Volpe volante dal capo dorato
A differenza del precedente, la volpe volante dal capo dorato è una delle più grandi specie di pipistrelli esistenti al mondo. Si nutre solo di frutta e succhia il nettare dai fiori, quindi ha un ruolo importante per l’ecosistema, a livello di impollinazione.
Non utilizza il sistema di ecolocalizzazione, ma si lascia guidare da vista e olfatto. A differenza di molte altre specie di pipistrelli, la cui visione sfocata permette loro di distinguere tonalità scure o chiare.
Come suggerisce il nome, il suo muso assomiglia a quello di una volpe. Ha un naso lungo e affilato, occhi grandi rispetto agli altri esemplari della sua specie ed orecchie triangolari ben dritte. Inoltre, come potete apprezzare dall’immagine in alto, sfoggia una caratteristica pelliccia rossastra.
Abita in alcune isole dell’Oceania, sulla penisola malese, tra Filippine, Sumatra, Borneo… Non è una specie considerata in via di estinzione, anche se inizia ad esserci un po’ di preoccupazione per la diminuzione della colonie native. Gli studiosi, comunque, stanno seguendo da vicino l’evolversi della situazione.
3. Pipistrello vampiro
All’interno di questo sott’ordine, solamente tre specie si nutrono di solo sangue, nonostante leggende e miti che rimandano al famoso Dracula scritto da Bram Stoker nel 1897. Da un punto di vista morfologico, differiscono dai “cugini” frugivori per avere un muso schiacciato e rotondo, oltre ad orecchie appuntite lunghe quanto la testa.
Per potersi alimentare di sangue, sono dotati di un sistema di termoricezione a infrarossi in grado di riconoscere gli organismi che contengono sangue e sentire la respirazione lenta degli animali addormentati. Inoltre sanno dove sono posizionate le arterie, a cui è più facile accedere e scelgono il momento giusto per avvicinarsi alla loro vittima.
A differenza di altri pipistrelli, sono animali notturni ed escono allo scoperto solo quando è completamente buio. Le loro prede sono di solito bestiame o pollame; non attaccano mai gli esseri umani.
Queste tre specie sono distribuite in America e si possono trovare solo in alcune parti di Messico, Cile, Argentina e Brasile. Il più grande pericolo rappresentato per l’uomo è la trasmissione di parassiti o virus come la rabbia, anche se questo tipo di contagio è molto raro.
4. Pipistrello calabrone
Noto anche come pipistrello farfalla, la caratteristica più distintiva di questo animale è il suo naso, che ricorda quello di un maiale. Qui le differenze finiscono, poiché questo pipistrello è molto più piccolo di qualsiasi altro “cugino”: pesa solo due grammi ed è considerato uno dei mammiferi più piccoli che esistano.
Vive in Thailandia occidentale e in alcune parti della Birmania in zone molto umide, come ad esempio nelle grotte vicino alle rive dei fiumi. E’ considerato in via di estinzione.
5. Pipistrello orecchione meridionale
Si tratta di un’altra specie di pipistrelli molto diffusa in tutta Europa e, ovviamente, presente anche in Italia. Tuttavia, il suo habitat include zone agricole e rurali, boschi mediterranei e lecceti, mai oltre i 2.000 metri di altitudine.
Come indica il suo nome, possiede orecchie straordinariamente lunghe e, quando riposa, le raccoglie dietro la testa. Le orecchie sono così grandi da poter raddoppiare le dimensioni della testa. Il suo corpo è di dimensioni medie: tra i tre e i sei centimetri di lunghezza e quasi 25 di apertura alare. Quindi, anche in volo le due orecchie sono facilmente distinguibili.
I pipistrelli sono protagonisti, da secoli, di leggende macabre e storie di terrore. Ma nulla è più lontano dalla realtà. La stragrande maggioranza di loro mangia frutta o insetti e sono innocui per gli umani. Alcuni svolgono una funzione molto utile per l’ambiente, come l’impollinazione di piante e fiori o il controllo di insetti infestanti.
Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.