Sfrattano associazione che accoglieva cani maltrattati
Noi de I miei animali spesso di facciamo eco di belle notizie che riguardano la relazione, a volte strana, tra esseri umani e cani. Questa volta, purtroppo, raccontiamo invece una storia parecchio triste. Parliamo di cani maltrattati, accolti e protetti da un’associazione animalista che però ha ricevuto l’ordine di sfratto. Si aprono ora molti interrogativi, come il perché di una tale decisione e, soprattutto, che ne sarà di questo esseri indifesi.
Dove finiranno i cani maltrattati?
La Fondazione Animalove fu creata circa quattro anni fa e, da allora, rappresenta uno dei maggiori centri di accoglienza per cani maltrattati della Colombia. Parliamo di circa 350 cani e 30 gatti che, per svariate ragioni, sono rimasti senza casa. In questo rifugio hanno trovato protezione, cibo e cure veterinarie completamente gratuite. Membri e volontari si occupano di loro quotidianamente, cercando sempre nuove famiglie per l’adozione.
Johana Pérez, direttrice della Fondazione, si è detta tristemente sorpresa per l’ingiunzione di sfratto. Difatti hanno già pagato, per intero, l’affitto annuale per il terreno di 12 000 mq usato per accogliere gli animali. Inoltre, ha fatto sapere che, negli ultimi anni, Animalove ha investito oltre 50 milioni di pesos colombiani (circa 17 mila euro).
Il lavoro viene svolto da 10 dipendenti, tutti lavoratori regolari con contratto a tempo indeterminato. Tra loro, ovviamente, c’è anche un veterinario, responsabile di cure e vaccini per quasi 400 animali. La fondazione non ha scopo di lucro: lavora per salvare cani e gatti dalla strada.
Lo sfratto firmato dal sindaco è arrivato como un fulmine a ciel sereno. Alcuni anni fa, lo stesso comune obbligò Johana a raccogliere le firme dei cittadini per autorizzare la creazione del rifugio su questo terreno. Tutto si è svolto nella piena legalità e con regolari permessi. Eppure, è arrivato il momento di chiudere. E adesso?
Perché l’associazione animalista è stata sfrattata?
L’ordine di sfratto da parte del governo locale si basa sul piano di utilizzo dei terreni. Dopo un controllo, qualcuno ha scoperto che esso non contempla l’uso di spazi per centri di accoglienza o rifugi di animali. Ovvero, se si trattasse di un ristorante o un bingo, non ci sarebbero problemi…
La Fondazione, tramite i proprio avvocati, ha cercato di impugnare questo atto, ma senza successo. L’ordine di sfratto è stato confermato e a breve verrà messo in atto.
Secondo il segretario del sindaco della città, la fondazione deve chiudere perché non soddisfa i requisiti di uso dei terreni. Inoltre, ha accusato Animalove di lucrare sugli animali, ricordando che saranno loro a doversi fare carico di tutte le spese di trasferimento.
Membri e volontari della fondazione stanno organizzando una maratona per raccogliere fondi per ottenere un nuovo terreno e potersi così trasferire. Di tempo c’è n’è davvero poco, dato che la burocrazia, in questo caso, si è rivelata insolitamente efficace.
Fonte immagine principale: www.elheraldo.co
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