Canzoni dedicate agli uccelli
Conoscete le canzoni dedicate agli uccelli? Il regno animale è stato fonte di ispirazione per le creazioni artistiche da tempi immemorabili. In questa occasione vi proponiamo una rassegna con alcune bellissime canzoni dedicate agli uccelli.
Una Top 5 di canzoni dedicate agli uccelli
L’essere umano ha usato questi esseri viventi per parlare di sé stesso in diverse circostanze. A volte come ricordo dell’infanzia o di un amore perduto. O ancora, per simbolizzare un cambiamento, il suo desiderio di partire, di viaggiare, di libertà. Ed ecco che, nel testo di una canzone, troviamo la leggiadria del volo di questi formidabili animali.
Qui vi lasciamo una piccola classifica con brani ispirati ai nostri amici volatili. Sono stati scritti da autori e cantanti di varie parti del mondo e, ne siamo certi, conquisteranno la vostra curiosità. Buon ascolto, allora!
1. I miei gabbiani
In questa canzone inclusa nell’album “La Paloma”, pubblicato nel 1969, Joan Manuel Serrat ricorda la sua infanzia e canta: “(…) Sono cresciuto sognando, vicino al mare, / tra le rocce, / un giorno ho imparato a volare, / ho imparato a volare / come i miei gabbiani.”
Più tardi, il cantante catalano cambia punto di vista, e diventa triste: “Sono stato lasciato solo, / gettato sul pavimento, / cercando la mia infanzia. / Non sono mai tornati indietro, / mi hanno lasciato indietro / sotto la sabbia, vicino al mare, / accanto a delle rocce / ma io non possono volare, / come i miei gabbiani “.
L’essere umano spesso si è ispirato agli animali per raccontare la propria esperienza o descrivere le emozioni che colorano la propria vita. Ecco una raccolta con alcune canzoni dedicate agli uccelli che, con il loro volo, sono in grado di raggiungere sogni e desideri.
2. Blackbird
Mezzo secolo fa, Paul McCartney scrisse questo brano, che si dice fosse ispirato alle tensioni razziali che dominavano gli Stati Uniti, in quegli anni (era il 1968). “Blackbird” è stato incluso nel celebre doppio album dei Beatles, noto anche come “The White Album”.
“Il Merlo canta nel cuore della notte / Prendi queste ali spezzate e impara a volare / Tutta la tua vita / Stavi solo aspettando questo momento per alzarti”.
La cosa certa è che il merlo (Turdus merula) che McCartney menziona è famoso per il suo canto, dolce e leggiadro, che è possibile ascoltare al crepuscolo.
3. Ittero di Cuba
Anche questo volatile è di colore nero, ma con riflessi violacei e verdastri. Questo bellissimo uccello endemico di Cuba, noto sull’isola come Totì, ha ispirato una celebre canzone del noto cantautore Silvio Rodríguez, che apre l’album “Expedition”, pubblicato nel 2002.
“Bel totì fuligginoso / come una tela dell’universo / giochi e ti diverti / come un fantasma appeso / saetta di un demone divino” canta Silvio. Se volete ascoltare questa bellissima canzone scritta dal cantautore cubano, vi lasciamo il link.
4. Campanaro collonudo
Conosciuto anche come campanaro del sud, il Procnias nudicollis è l’uccello nazionale simbolo del Paraguay. Ciononostante, è una specie in via d’estinzione a causa della distruzione del suo habitat e per via del commercio illegale di animali domestici.
La verità è che questo uccello, che possiede un canto simile all’eco di un colpo metallico, ha ispirato una bellissima polka paraguaiana composta nei primi anni del secolo scorso. Fu scritta da Carlos Talavera ma arrivò al successo grazie al compositore paraguayano Félix Pérez Cardozo.
Due versioni strumentali davvero meravigliose, ma ciò che fa emozionare è sicuramente il testo scritto dal cantante argentino Eduardo Rayo: “Mi sorprendi campanaro, / come una luce che fiorisce sul ramo / Voli via, libero e sereno / E il mio canto vola con te / Un’amore, un’illusione / al ritmo del tuo tintinnare“.
5. Canzoni e Cicogne
Tra le canzoni dedicate agli uccelli non possiamo non menzionare “Canzoni e Cicogne” del nostrano Roberto Vecchioni. Il cantautore, scrittore e poeta italiano nato nel 1943, utilizzò questo single per aprire il suo omonimo doppio album, lanciato nel 2000.
Canta Vecchioni: “Ne ho aspettate canzoni / ne ho aspettate di cicogne / che nascessero fuori o dentro il cuore / ed erano i miei figli beduini / venuti ad assomigliarmi in parole d’amore.”
Si tratta di una canzone dedicata al viaggio, ma anche al rimpianto nei confronti di tutto ciò che, inevitabilmente, siamo costretti e perdere a lasciare. Un po’ come succede a quegli uccelli migratori: “Le canzoni hanno fame / hanno freddo le cicogne e il bambino ha lo sguardo troppo stanco / e mai fu lungo un bacio o breve un viaggio / o ingannata la memoria del suo dolore al fianco.”
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