Clonazione animale: è possibile?
Scritto e verificato il biologo María Muñoz Navarro
Nel 1996 è stato creato il primo mammifero frutto della clonazione animale: la pecora Dolly. Da allora, i ricercatori hanno condotto esperimenti sul bestiame per scopi riproduttivi e con altre applicazioni, come l’uso terapeutico in biomedicina o la conservazione di animali.
Questo argomento è stato oggetto di dibattito all’interno della comunità scientifica e della nostra società: la bioetica, infatti, è ormai all’ordine del giorno. Se desiderate sapere in che cosa consiste la clonazione animale, questa è la vostra occasione!
La clonazione animale: esseri identici
A partire dalla scoperta del DNA, gli scienziati hanno pensato: “E se utilizzassimo questa molecola, che contiene tutte le informazioni su un organismo, per crearne un altro esattamente uguale?”.
La clonazione animale consiste nella creazione di copie geneticamente identiche di un essere vivente. In altre parole, a partire da un animale donatore se ne ottiene un altro che presenta la stessa sequenza di DNA. È possibile ottenere questo risultato a partire da una cellula o da un intero organismo.
Potrebbe non sembrarci una novità, ma questo processo di riproduzione asessuata (senza che ci sia fusione di cellule sessuali) esiste da sempre in natura. Per esempio:
- I batteri possono riprodursi in maniera asessuata per scissione binaria, attraverso la quale creano due cellule esattamente uguali che si riprodurranno nello stesso modo, da cui risulteranno milioni di cellule clone.
- Afidi vergini.
- Gli armadilli, i cui cuccioli sono tutti cloni provenienti dallo stesso zigote.
La clonazione è stata applicata a una moltitudine di organismi, sia nelle specie di bestiame bovina, suina, ovina e caprina sia in altri animali come topi, conigli, cani e cavalli.
Dobbiamo tenere conto del fatto che gli animali clonati nascono come gli altri animali, o, piuttosto, come se gemelli identici nascessero in momenti differenti. Proprio come i gemelli possiedono lo stesso DNA, i cloni dispongono dello stesso materiale genetico dell’organismo originale.
La pecora Dolly: il primo esempio di clonazione animale
Nel 1996, nel Roslin Institute, in Scozia, nacque Dolly, la pecora più famosa del mondo e la più importante in ambito biomedico.
La sua clonazione è stata realizzata a partire dal nucleo di una cellula della ghiandola mammaria (cellula adulta) di una pecora di razza Finn Dorset di sei anni. Questo nucleo è stato introdotto all’interno di un ovulo non fecondato: è così che è nato il primo mammifero clonato, dopo numerosi tentativi.
Nel corso della sua esistenza, Dolly ha dato alla luce sei cuccioli, dimostrando così che gli animali clonati possono riprodursi in modo naturale. Ciononostante, nel 2003 è stato necessario praticarle l’eutanasia, dal momento che soffriva di numerose patologie, come artrite e tumore polmonare.
Anche se le pecore di questa razza vivono fino ai 12 anni, non deve stupirci il fatto che Dolly abbia vissuto solamente sei anni e mezzo, perché si è sviluppata da una cellula adulta appartenente a una pecora che aveva già sei anni di età.
Perché clonare?
Tra i tanti interrogativi che circondano questo argomento, questa potrebbe essere la più interessante, perché prende in considerazione diverse questioni etiche.
La clonazione di Dolly è stata realizzata con lo scopo di creare dei farmaci a partire dal latte stesso del gregge. Da allora, gli scienziati hanno impiegato questa tecnica su diversi animali per lo sviluppo di medicinali e per ottenere progressi nel campo dell’ingegneria genetica. Tuttavia, esistono altri scopi:
Per esempio, durante l’accoppiamento o il parto degli animali del gregge esiste un rischio elevato che si verifichino lesioni o trasmissione di malattie sessuali. Di conseguenza, se l’obiettivo è quello di ottenere una discendenza numerosa, l’accoppiamento naturale non è lo strumento più efficace.
Per questa ragione, la riproduzione assistita riscontra un notevole successo: è il metodo utilizzato dalla maggior parte degli allevatori. Con il tempo, gli allevatori hanno selezionato gli animali che presentavano le qualità più desiderabili per dare vita a una discendenza, riuscendo a fare sì che questi tratti si manifestassero anche nelle generazioni successive.
Quindi, la clonazione consente all’allevatore di controllare queste caratteristiche presenti nel gregge.
Nelle righe che seguono vi parleremo degli ulteriori benefici offerti da questo procedimento nella pratica dell’allevamento.
Salute animale
Agli allevatori non interessano gli animali che soffrono di patologie, non solamente a causa del costo aggiuntivo presentato dai medicinali e dalle visite veterinarie, ma anche perché a soffrirne è la produzione di carne e di latte. Per questa ragione è più redditizio avere nel proprio gregge animali sani e resistenti alle malattie.
Animali adatti al clima
La clonazione permette di selezionare gli animali che si sviluppano meglio in luoghi che presentano le condizioni migliori di temperatura e umidità. In questo modo cresceranno nell’ambiente più adatto per il loro benessere e nel quale, inoltre, possono produrre alimenti di alta qualità.
Caratteristiche fisiche e fertilità
Naturalmente, gli allevatori sono alla ricerca delle qualità migliori in funzione dell’animale in questione, Per esempio, le mucche devono essere grandi, in modo da produrre maggiori quantità di latte ed essere più fertili, proprio come i tori.
Alimentarci di cloni: è sicuro?
Se vi state domandando se potete cibarvi di carne appartenente a un organismo che è stato clonato, la risposta è sì. La FDA (Food and Drug Administration, “Agenzia per gli alimenti e i medicinali”) assicura che i prodotti ricavati dagli animali clonati sono altrettanto sani e sicuri quanto quelli provenienti da qualunque altro animale che consumiamo.
Dobbiamo tenere conto del fatto che, in questo settore, lo scopo principale dei cloni è l’allevamento.
Clonazione animale: e voi che cosa ne pensate?
Per rispondere alla domanda posta dal titolo di questo articolo, possiamo affermare che sì, la clonazione animale è possibile. È altrettanto vero che questo procedimento, che viene portato a termine da anni con successo, non è utile solamente nell’ambito dell’allevamento, ma presenta anche applicazioni in campo medico, offrendo numerosi benefici per la salute delle persone.
Ciononostante, è giustificabile modificare l’ordine naturale delle cose per trarne un beneficio unicamente umano? Il dibattito rimane aperto.
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- https://www.fda.gov/animal-veterinary/animal-cloning/primer-cloning-and-its-use-livestock-operations
- http://www.animalresearch.info/es/avances-medicos/linea-de-tiempo/la-clonacion-de-la-oveja-dolly/
- Chuaire, L., Sánchez, M.C. and Franco, M.L. Clonación animal: avances y perspectivas. Colombia Médica. (2004) 35(2):101-111.
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