Come prendersi cura di un gattino non svezzato?

Se vi siete imbattuti in un gattino abbandonato dalla madre, o se la vostra gatta non è in grado di prendersi cura della sua cucciolata, dovrete occuparvene voi. Ecco come fare.
Come prendersi cura di un gattino non svezzato?

Ultimo aggiornamento: 28 ottobre, 2022

Assumere il ruolo di “madre-gatta” è un lavoro a tempo pieno e richiede molta attenzione e pazienza, soprattutto durante le prime quattro settimane di vita. Ma non temete: può essere molto gratificante. In questo articolo vi forniamo alcune linee guida pratiche su per prendersi cura di un gattino non svezzato.

A circa quattro settimane di età, i gattini inizieranno gradualmente a mangiare cibi solidi e saranno completamente svezzati entro circa otto settimane. La madre deve essere presente 24 ore al giorno a proteggere i suoi cuccioli e tenerli caldi e puliti.

Linee guida per un primo intervento

Se la madre non è lì per farlo, è importante tenere al caldo i gattini appena nati, poiché non sono ancora in grado di regolare la propria temperatura corporea e possono facilmente diventare ipotermici. Per assicurarvi che i vostri gattini stiano abbastanza al caldo, teneteli in una stanza tranquilla lontano dalle correnti d’aria.

La temperatura della stanza dovrebbe essere di circa 25 ° C. Potete realizzare una cuccia con una scatola di cartone foderata di coperte o acquistarne una già pronta. Per riscaldarla, una borsa dell’acqua calda avvolta in un panno andrà bene. Ma assicuratevi che non sia a contatto diretto con i gattini.

Ricordate: se il gattino ha ancora gli occhi chiusi o ce li ha parzialmente aperti, questa fase è ancora più importante. Una volta riscaldato, portatelo immediatamente dal veterinario.

Cosa mangia un gattino non svezzato?

Probabilmente sarà affamato e miagolerà tutto il tempo. Tuttavia, non bisogna dargli da mangiare una ciotola di latte o cibo per gatti: gli farà più male che bene. In circostanze normali, un gattino non svezzato ha bisogno esclusivamente di latte materno dalla nascita fino alle quattro settimane di età.

Persona che nutre un gattino con un biberon.

Fino ad allora, il gattino non dovrà mangiare cibi solidi. Se ha meno di quattro settimane, dovreste allattarlo con del latte in polvere. Chiedete al veterinario di consigliarvi la formula migliore: seguite le dosi di latte consigliate e somministrateglielo con la frequenza di alimentazione indicata sulla confezione.

Va bene usare il biberon per nutrire un gattino non svezzato?

Sì, anzi è proprio quello che dovrete usare. Dopo aver preparato un biberon di latte in polvere per gattini, scaldatelo leggermente con acqua tiepida o aggiungete un bicchiere di acqua tiepida. Girate il gattino sulla pancia, apritegli delicatamente la bocca con il dito e inserite il ciuccio del biberon.

Vi conviene tenere il biberon con un angolo di 45 gradi per ridurre al minimo il rischio di fuoriuscite. Se non riesce a bere il contenuto con il biberon, potete provare a usare un contagocce o una siringa. Una volta finito, prendete un panno caldo e umido e pulitegli il muso. Pulitegli anche l’addome e la regione anale per incoraggiarlo a urinare e a defecare.

Un gattino non svezzato potrebbe dover mangiare circa 6-8 volte al giorno oppure ogni quattro ore. Questa frequenza diminuirà dopo le prime due settimane. Non preoccupatevi, perché probabilmente non avrete problemi a capire quando nutrirli, poiché un gattino affamato continuerà a miagolare fino a quando non mangia.

Come pulire un gattino

Fino a quattro settimane di età, un gattino non è in grado di urinare o defecare da solo. La madre normalmente aiuta il suo gattino a farlo stimolando le sue zone genitali o anali.

Anche se potreste non essere entusiasti di farlo, se la madre non è presente, dovrete farlo voi dopo ogni poppata fino a quando non ne sarà capace da solo. A questo punto, probabilmente vi starete chiedendo esattamente cosa comporta questo processo. In realtà è più facile di quanto sembri.

Bisogna strofinare delicatamente sotto la coda con un panno caldo e umido o un tovagliolo di carta, finché non urina e defeca. I gatti sono animali incredibilmente puliti. Le madri trascorrono molto tempo a prendersi cura e mantenere puliti i loro piccoli leccandoli costantemente.

Gattino con la madre.

Dato che la mamma non è presente, dovreste pulirli regolarmente con un panno umido. Controllate anche i loro occhietti ogni giorno. In caso di secrezioni, utilizzate un batuffolo di cotone pulito, caldo e umido e pulire delicatamente. È meglio usare un nuovo batuffolo di cotone per ciascun occhio.

Socializzare e giocare, una fase importante

Sebbene un gatto tragga beneficio dall’interazione quotidiana con i suoi simili o con l’uomo per tutta la vita, la prima fase di socializzazione inizia intorno alle tre settimane di vita e si completa intorno ai tre mesi. Durante questo periodo, la madre insegna ai suoi cuccioli preziose lezioni su come tenersi puliti, come andare d’accordo con gli altri gatti, giocare ed essere un predatore.

Stabilisce anche dei limiti importanti su cosa mordere, graffiare o su come gestire i comportamenti potenzialmente pericolosi. Per prendersi cura di un gattino non svezzato, dovrete aiutarlo anche a socializzare. In particolare, è importante che impari presto ad andare d’accordo con le persone e gli altri gatti e ad affrontare nuove situazioni o ambienti che includono nuovi suoni, odori e diverse fonti di stimolo.

A questo punto, il vostro gattino sarà sulla buona strada per essere felice e sano. Dovrete accompagnarlo in questo processo per 8 o 12 settimane, oppure potete decidere di restare con lui e avere il piacere di vederlo crescere. Qualunque sia la vostra decisione, si sarà creato un legame fortissimo e indissolubile che durerà per tutta la vita.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.



Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.