Curiosità sull'orso polare che dovete conoscere
Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez
L’orso polare è uno degli animali più conosciuti al mondo e il cui habitat è seriamente minacciato dal cambiamento climatico. Inoltre, si tratta anche del più grande predatore terrestre oggi vivente sul pianeta Terra. Il fatto di essere un urside che vive in questo habitat inospitale, ha contribuito a fargli sviluppare una serie di adattamenti per sopravvivere in modo davvero sorprendente.
L’orso polare è un grande nuotatore
Gli effetti del cambiamento climatico sugli orsi polari e, in generale, di tutte le attività umane, sono molto significativi. A causa del riscaldamento globale causato dall’uomo, l’orso polare trova sempre più acqua e meno ghiaccio e, quindi, ha sempre maggiori difficoltà nell’ottenere cibo.
Questo fatto ha spinto questi predatori a cambiare le abitudini di caccia. Per esempio, oggi tali orsi nuotano molto più di prima. Ricordiamo il caso di una femmina che è stata costretta a nuotare ben 685 chilometri in soli 9 giorni.
Sfortunatamente, questi animali cercano cibo per sopravvivere percorrendo a nuoto lunghissime distanze. Ciò, inevitabilmente, debilita molto il loro organismo.
La particolare dieta dell’orso polare
L’orso polare ha bisogno di grandi quantità di grasso. Per questo, deve cacciare animali come foche e balene, che gli permettono di immagazzinare calorie utili a proteggerlo dal freddo del Polo.
Nessun altro animale riuscirebbe a sopportare questa dieta. Al contrario, l’orso polare possiede un metabolismo particolare che gli permette di evitare il colesterolo. Questi grassi accumulati vengono immediatamente trasformati in energia e utilizzati, senza che diventino un problema per la circolazione sanguigna.
Questo particolare metabolismo ha un’altra conseguenza: il fegato di orso polare è molto tossico a causa della sua elevata concentrazione di retinolo.
Un’altra curiosità dell’orso polare è che non mangia pinguini, soprattutto perché queste specie vivono nell’opposto polare del nostro plantigrado. Questo splendido animale dalla pelliccia bianca è il capo del polo nordico, mentre i pinguini vivono solamente al sud del globo terracqueo.
L’orso polare non è bianco
La verità è che gli orsi polari possiedono pelle nera e peli trasparenti, quindi non è raro vedere sfumature diverse a causa delle variazioni nella loro dieta.
Questa combinazione di peli trasparenti e pelle nera permette all’orso polare di mimetizzarsi nella neve e allo stesso tempo di trattenere il calore grazie alla luce che attraversa la pelliccia e riscalda la sua pelle. Questa è una caratteristica unica tra le varie specie di orsi.
Non è l’unica delle curiosità dell’orso polare riguardo alla sua anatomia. Le sue zampe funzionano come racchette da neve, grazie ad alcuni rilievi ruvidi e ai peli che ha tra le dita, che gli permettono di non scivolare quando cammina o corre sulle superfici ghiacciate.
La dura maternità dell’orso polare
Gli orsi polari sono solitari. Maschi e femmine si riuniscono solo durante il calore, dopo di che la madre passerà l’inverno da sola, uno stratagemma evolutivo che le permetterà di conservare energie utili a partorire. Anche se è vero che possono passare molti mesi, prima che due orsi possano incontrarsi, marcano il territorio con segni e odori.
Una delle curiosità dell’orso polare che suscita più interesse è la gestazione attraverso il cosiddetto impianto ritardato. Significa che possono passare mesi dalla fecondazione all’inizio dello sviluppo fetale, il che significa che la prole lascia la tana solamente in primavera.
Inoltre, come abbiamo già avanzato, la femmina incinta riserverà la sua energia per i mesi prima di partorire. Quindi non andrà completamente in letargo, come vi spieghiamo di seguito:
Un vero letargo consiste nell’abbassare le attività vitali e la temperatura corporea. Le femmine in gravidanza non possono eseguire questo processo e, pertanto, non andranno mai completamente in letargo.
Appena nati, gli orsi pesano meno di un chilogrammo. Trascorrono più di quattro mesi nella tana, tempo durante il quale verranno nutriti dal latte materno, ricco di proteine e che gli permetterà di aumentare il loro peso fino a 15 chili. Una vera e propria prodezza, da parte delle madri.
Grazie a tutte queste caratteristiche sorprendenti, l’orso polare è riuscito a sopravvivere con successo nel suo difficile habitat naturale. Speriamo che l’attività umana e il cambiamento climatico non causino la fine di questa specie, unica al mondo.
Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.