Errare è umano e perdonare è canino
Alexander Pope, un poeta inglese del XVIII secolo, riformulò il famoso detto latino e disse “Errare è umano e perdonare è divino“. Oggi vogliamo aprire questo articolo parafrasando l’aforisma del poeta d’Oltremanica: “Errare è umano e perdonare è canino”. Decine di volte vi sarà capitato di assistere a una baruffa tra cani e di essere rimasti sorpresi da come, in una manciata di secondi, l’aggressività scompare e quegli stessi cani, che poco prima si stavano azzuffando, cominciano a giocare allegramente. Insomma, i cani non portano rancore.
Noi umani sì, siamo astiosi e vendicativi.
Il perdono animale
Dimenticare l’offesa ricevuta non è una prerogativa umana, ma gli animali sono capaci di perdonare. Un atteggiamento che si riscontra ad esempio:
- Nei primati
- Nelle capre
- Nelle pecore
- Nei delfini
E ovviamente, in quanto essere sociale, anche il cane è in grado di perdonare e di rappacificarsi.
Gli animali sociali cercano la riappacificazione
È così che gli esseri umani, come gli altri esseri sociali, come ad esempio i cani, se non si riappacificano con i membri della “cominità” a cui appartengono, perdono i vantaggi della cooperazione. Insomma gli esseri sociali si riconciliano per convenienza, perché i risultati ottenibili sono più convenienti che nel caso di azioni individuali.
L’etologo e primatologo olandese Frans De Waal ha studiato per oltre 30 anni il comportamento dei primati ed è arrivato alla conclusione che la cooperazione e la responsabilità sociale non sono comportamenti esclusivamente umani.
Lo scientifico afferma che:”I comportamenti altruistici documentati in numerose specie animali dimostrano la capacità di sospendere un interesse personale e immediato in vista di un bene maggiore, duraturo ed esteso all’intera comunità”. Seguendo questo ragionamento, allora, la tendenza alla riconciliazione non è altro che un calcolo di carattere politico o sociale che varia in base alla specie, al genere e al tipo di società.
Perdonare è canino
Accade di solito che i cani vittime di maltrattamenti non serbano rancore e che, nonostante tutto, continuano a fidarsi delle persone che offrono loro cibo, coccole, o una casa. Senza bisogno di dover arrivare a questi esempi estremi, capita ogni giorno, e a volte senza volere, di avere degli atteggiamenti questionabili nei confronti dei nostri animali da compagnia; tuttavia essi li ignorano o li dimenticano rapidamente.
Senza entrare in disquisizioni scientifiche sul funzionamento della memoria dei cani, o su come questi animali ricorrono all’uso dei calming signals, tutto sembra indicare che i nostri fedeli amici a quattro zampe cercano di comprendere i nostri atteggiamenti, di giustificarci e di perdonarci.
“La riconciliazione non solo esiste, ma è molto presente negli animali sociali. Persino il perdono, spesso considerato come prerogativa umana, potrebbe essere una tendenza naturale degli animali cooperativi.”
-Frans De Waal-
Il funzionamento della memoria dei cani
Se ci limitiamo ad osservare il comportamento quotidiano del cane, sembra quasi che questi non abbia memoria e che, per questa ragione, non è rancoroso.
Però, come funzionano i diversi tipi di memoria nei cani? Scopriamolo:
- Memoria associativa. È quella che fa sì che l’animale possa imparare ad ubbidire.
- Memoria meccanica. Attraverso questa facoltà i cani sanno come destreggiarsi in una situazione. Per esempio: per risolvere giochi d’intelligenza creati apposta per loro, nei quali devono superare una serie di difficoltà per ottenere una ricompensa.
- Memoria affettiva. È quella che mette in relazione gli stati d’animo con situazioni specifiche. Pensiamo per esempio a quando il cane vomita o saliva quando sale in macchina. Insomma, si tratta di una sorta di sentimento con un certo carico emotivo che si attiva ogni volta che si ripresenta una situazione che in passato è stata positiva o negativa.
Memoria e perdono
Oltretutto il senso dell’olfatto dei cani è proverbiale: essi posseggono una potentissima memoria olfattiva. Ogni volta che fiutano un odore già conosciuto, lo ricordano immediatamente. Tuttavia, non hanno memoria temporale: non hanno la facoltà di ricordare un momento esatto o una data. Nonostante ciò, grazie alla loro memoria episodica, possono associare una persona a un buon o a un cattivo ricordo, pur non sapendo esattamente quando sarebbe accaduto.
Forse è proprio per questo che scelgono di perdonare.
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