I gatti spia della CIA
Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez
Anche se sembra incredibile, la CIA pensò di utilizzare dei felini addomesticati come gatti spia, creando un apposito progetto chiamato “Acoustic Kitty”. Anche se l’idea poi non ebbe successo, questa famosa agenzia americana investì molti soldi, tempo e risorse, durante la Guerra Fredda.
Da tempi antichi, gli animali sono stati usati dall’uomo nei conflitti bellici. Pensiamo, per esempio, agli elefanti di Annibale, tigri e leoni usati da Dario e Serse, gli alani dei conquistatori spagnoli… O anche i cani da guerra, impiegati già al tempo degli egizi e oggi, per esempio, in Iraq e Afghanistan.
Durante la guerra di spionaggio tra le due superpotenze USA e URSS, le agenzie governative erano sempre alla ricerca di nuovi sistemi per superare l’altro. Spesso, le soluzioni adottate erano assolutamente originali quanto irrealizzabili. E tra queste, sicuramente, rientra anche il tentativo di creare un gruppo di gatti spia. In questo articolo vi racconteremo come andarono i fatti.
Gatti spia della CIA: come sono nati?
L’idea di utilizzare dei gatti spia arrivò dopo una missione in Asia, quando alcuni agenti della CIA notarono la presenza di questi felini, nel corso di alcuni incontri segreti.
Sul corpo dei felini venne installata un’apparecchiatura di registrazione costituita da un trasmettitore, un microfono e una batteria. Dopo i primi testi, si decise di posizionare i microfoni all’altezza delle orecchie. Si notò che il comportamento degli animali rimaneva normale, mentre venivano effettuate le registrazioni.
Ovviamente, lo scopo principale era far sì che questi felini domestici passassero inosservati. A tal proposito, la CIA decise di installare una batteria nel corpo dei gatti, posizionando l’antenna all’interno della coda. I costi per questo tipo di interventi erano altissimi e, inoltre, di dubbia correttezza etica. Sembra incredibile che degli “esperti” pagati migliaia di dollari potessero aver escogitato un piano così assurdo. Giocando, tra l’altro, con la salute e la vita di povere animali indifesi.
I problemi dei gatti spia
Dopo aver soppesato le questioni etiche e la possibile reazione dell’opinione pubblica, venne dato il via libera al progetto. Il problema è che i grandi strateghi della CIA non avevano pensato a come addestrare i gatti spia, affinché portassero a termine i loro compiti…
Bastarono poche settimane per capire che nessun allenamento sarebbe mai bastato per far operare questi animali in completa autonomia. Oltre ad essere distratti da qualsiasi rumore, gli animali abbandonavano la zona di registrazione per mettersi alla ricerca di cibo. Per superare questi problemi, si arrivò persino ad inibire la fame in questi gatti, con la speranza che si concentrassero nella “missione”.
Sebbene addestrare i gatti spia a percorrere brevi distanze fosse relativamente semplice, era praticamente impossibile spingerli a realizzare determinate azioni, senza il continuo rinforzo positivo di premi e ricompense.
E, sebbene siano animali silenziosi e dotati di sensi efficientissimi, la loro natura li rende inadatti a qualsiasi tipo di addestramento pensato per altri esseri viventi, come i cani. E’ sufficiente vedere la gran quantità di razze canine che collaborano con l’uomo, come cani guida, di soccorso, antidroga, per comprendere questa verità. I gatti sono differenti ma, a modo loro, sono degli ottimi animali da compagnia.
Il fallimento del progetto dei gatti spia
Il progetto “Acoustic Kitty” fu ben presto accantonato e chiuse nel 1966. Nonostante possa sembrare un piano strampalato e assurdo, per non dire ridicolo, fu preso molto seriamente dalla CIA. Tenete presente che in cinque anni, vennero spesi tra i 15 e i 20 milioni di dollari.
Durante una delle prime missioni, nel 1966, si cercò di far penetrare un gatto spia nell’ambasciata russa di Washington. Purtroppo, nonostante settimane di preparazione e prove, il povero micio fu investito da un taxi, ancor prima che potesse registrare qualcosa.
Fu allora che la CIA comprese che questi piccoli felini non erano adatti al lavoro di spie. Una vera fortuna per i gatti, che sarebbero usciti a migliaia dalle sale operatorie, con una batteria nella pancia e un’antenna nascosta nella coda. E’ proprio vero, a volte la realtà supera la fantasia.
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