I topi canterini potrebbero aiutarci a comprendere l'autismo
Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez
I topi canterini di Alston (Scotinomys teguina) sono una specie di roditore molto poco conosciuta che è possibile trovare in numerosi boschi dell’America centrale.
Un gruppo di scienziati americani ha studiato il modo in cui comunicano, che presenta delle somiglianze con le conversazioni umane. Questo fenomeno potrebbe offrire delle applicazioni utili allo studio e al trattamento dei danni cerebrali che colpiscono il linguaggio.
I topi canterini
I topi canterini sono dei piccoli roditori che pesano solamente 13 grammi. Questi animali sono dotati di una pelliccia scura e di una coda piuttosto corta, rispetto ad altri roditori simili; inoltre, presentano un odore piuttosto forte e caratteristico. Ciò che però caratterizza davvero i topi canterini è il loro canto appariscente, che dà il nome a questa specie.
I topi canterini sono animali che, come indica il loro stesso nome, emettono dei richiami piuttosto curiosi, la cui durata e varietà consente di definirli come “canti”. Questi animali, infatti, sono in grado di emettere vocalizzazioni caratterizzate anche da frequenze ultrasoniche.
Ciò che però richiama maggiormente l’attenzione su questa specie sono il contesto e il modo in cui questi animali utilizzano il proprio canto. Quando noi esseri umani siamo impegnati in una conversazione, parliamo a turno: mentre un interlocutore sta parlando, l’altro ascolta e successivamente risponde. Si tratta di un fenomeno molto semplice e chiaro.
Anche se può sembrare piuttosto ovvio, in realtà sono poche le specie animali nelle quali è possibile osservare chiaramente questo fenomeno; di conseguenza, trovare dei modelli di studio per comprendere in che modo noi umani conversiamo risulta davvero complesso.
Non è questo il caso dei roditori di cui stiamo parlando. Nei topi canterini, i maschi si sfidano tra loro a duelli di canto nei quali entrambi i topi sostengono una specie di conversazione, nel corso della quale si alternano nell’esecuzione di questi canti caratteristici.
Sia i maschi che le femmine di questa specie emettono suoni di lunga durata (motivo per cui vengono classificati come “canti”) che combinano ultrasuoni con richiami che anche l’uomo è in grado di percepire.
In altre occasioni, diverse specie di scimmia tití sono state utilizzate per studiare le conversazioni tra persone. Per questo studio, però, si è deciso di utilizzare come modello i topi canterini.
Uno studio su questi animali potrebbe aiutare anche noi
In questa occasione, la facoltà di medicina dell’Università di New York ha pubblicato uno studio sulla rivista Science. Questa ricerca afferma che i topi canterini possono rappresentare un modello per lo studio del modo in cui più di 100 muscoli si coordinano rapidamente per rispondere nel corso di una conversazione.
Sembra che questi meccanismi siano fondamentali per lo studio di danni cerebrali o malattie come l’autismo che impediscono ai pazienti di sviluppare conversazioni fluenti. Il segreto potrebbe trovarsi nel cervello di questi animali, che sono in grado di esercitare un controllo vocale molto simile a quello stabilito dalla specie umana.
Così, l’équipe di Michael Long, il principale autore dello studio, ha scoperto che i topi canterini, da un lato, presentano aree specifiche del cervello che ordinano ai muscoli di creare delle note, mentre, dall’altro, possiedono i circuiti della corteccia motoria che consentono la produzione di questi canti così versatili.
Questa capacità, osservabile in specie come quelle dei grilli, dei primati o dei passeri, è simile a quella che possiedono gli esseri umani. Lo studio, condotto grazie all’impiego di elettromiografie, consentirà di orientare in modo più efficace gli studi del circuito del linguaggio negli esseri umani.
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- D.E. Okobi, A. Banerjee, A.M.M. Matheson, M.A. Long, S.M. Phelps. “Motor cortical control of vocal interaction in neotropical singing mice”, Science.
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