Il comportamento compulsivo negli animali
Scritto e verificato l'avvocato Francisco María García
Alla pari degli esseri umani, il comportamento compulsivo negli animali, o disturbo ossessivo-compulsivo, è comune. I cani sono gli animali domestici più colpiti da questo disturbo, ma neanche i gatti, secondi in quanto a popolarità, ne sono esenti.
Queste “cattive abitudini” in genere sono il rifletto di un problema soggiacente. Si tratta della conseguenza di un disturbo o di un malessere che può avere origine fisica o psicologica.
Quando si può parlare di comportamento compulsivo?
Molte volte si tratta di abitudini che possono essere considerate normali o quotidiane per l’animale. Anche leccarsi, pulirsi, inseguire riflessi di luce, abbaiare o ululare, così come miagolare in eccesso, appaiono in questa lista.
Il problema si verifica quando queste azioni sono realizzate in maniera estremamente ripetitiva: a livelli così alti da non esservi momento della giornata in cui l’animale non le realizza.
Disturbi ossessivo-compulsivi più comuni nei cani
Tra i cani, il comportamento compulsivo è diviso in varie categorie. Girare attorno a a se stessi o inseguire freneticamente la coda fanno parte delle compulsioni che riguardano la motilità.
Altri segnali appartenenti a questo gruppo sono allontanarsi bruscamente senza motivo apparente o rimanere immobile all’improvviso; ma anche i tremori incontrollati, che compaiono o scompaiono in modo casuale.
Altre compulsioni, invece, interessano la bocca; per esempio, mordersi le zampe, masticare i vestiti o mordere le pareti. Ci sono, poi, i cani troppo nervosi o timorosi che abbaiano per tutto o ululano in maniera incontrollata.
I casi che richiedono maggiore attenzione, però, sono quelli che dipendono da disturbi neurologici. Alcuni tremori o paralisi improvvise in cui l’animale resta con lo sguardo perso nel vuoto possono essere sintomi di epilessia.
Compulsioni nei gatti
Si tratta di uno scenario meno comune, ma non impossibile. Il comportamento compulsivo nei gatti in genere si manifesta con l’abitudine di leccarsi di continuo. I gatti si puliscono in modo ossessivo, il che può causare, tra altri problemi, alopecia (caduta del pelo).
Anche i miagolii stridenti e inesauribili, così come uno stato di stanchezza perenne, sono ulteriori segnali che indicano che il gatto soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo.
Origine del comportamento compulsivo negli animali
Come per gli umani, il comportamento ossessivo negli animali può avere origine da un trauma. I cambiamenti improvvisi sono un’altra causa altamente probabile: un trasloco, la morte di un caro o l’arrivo di un nuovo membro nella famiglia. I cani in genere gestiscono meglio questi scenari rispetto ai gatti, ma ciò non significa che sono esenti da rischi.
Altri fattori scatenanti possono essere eccessivo stress e un alto grado di frustrazione. Questi, a loro volta, vanno a braccetto con le dure punizioni, così come con l’uso di accessori coercitivi, come guinzagli o museruole.
Anche non soddisfare i bisogni alimentari, di igiene o attenzione, così come un’inadeguata socializzazione da cuccioli, sono presenti nella lista delle cause del comportamento ossessivo negli animali.
La predisposizione genetica e l’età sono altri fattori da tenere in considerazione. Nel caso dei cani, le razze più grandi come il pastore tedesco o il bull terrier inglese corrono maggiori rischi; nei gatti, invece, le sottospecie di origine asiatica tendono a soffrirne di più.
Trattare il comportamento compulsivo negli animali
Affinché il veterinario o l’etologo possano indicare un trattamento volto a correggere la situazione, bisognerà individuare con precisione la causa del problema. Da questo dato dipenderà il piano da seguire.
In presenza di disturbi neurologici, i farmaci risultano indispensabili. Gli specialisti potranno anche prescrivere un prodotto per aiutare gli animali ad abbassare i loro livelli di angoscia e stress.
La rettifica del comportamento è una tecnica altamente consigliata dagli etologi. Consiste nella modifica dell’ambiente circostante in cui in genere si muove l’animale, ma soprattutto si tratta di distrarlo con giochi o attività interattive quando è in preda al comportamento compulsivo.
Meglio prevenire che curare
Bisognerà rivolgersi subito al veterinario di fronte al minimo sospetto che l’animale stia sviluppando un disturbo ossessivo-compulsivo. Se si interviene quando l’animale ha già adottato il comportamento ossessivo, i trattamenti per risolvere la situazione in genere solo lunghi, costosi e, in molti casi, infruttuosi.
Nella convivenza giornaliera con i nostri amici a quattro zampe, dopo tutto, non è difficile notare segnali che possano indicarci la presenza di un comportamento compulsivo.
Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.