La fauna dei Pirenei
Con un terreno ripido e un ridotto impatto umano, la catena montuosa dei Pirenei, situata tra Spagna, Andorra e Francia del sud ospita molte specie animali diverse e interessanti. In questo articolo vi guideremo alla scoperta della meravigliosa fauna dei Pirenei. Siete pronti per conoscerla insieme a noi?
Com’è la fauna dei Pirenei?
Estesa per quasi 430 chilometri a nord della penisola iberica, questa catena montuosa ospita circa 200 specie animali, tra mammiferi, uccelli, rettili e anfibi. La fauna dei Pirenei sopravvive nonostante le avverse condizioni del terreno e del clima e grazie ad un impegno per la salvaguardia e contro la caccia e il traffico degli esemplari selvatici. Questi cinque sono gli animali più rappresentativi di questo particolare ecosistema:
1. Colubro lacertino
Noto anche come colubro di Montpellier – potete vederlo nella foto che apre questo articolo – è un rettile squamoso e velenoso i cui denti affilati e cavi si trovano, però, nella parte posteriore della bocca. Ad ogni modo non è considerato pericoloso per l’essere umano. I maschi adulti sono lunghi più di due metri, hanno occhi grandi e squame molto pronunciate, di colore grigio o marrone, che gli permettono di mimetizzarsi con l’ambiente circostante.
Questo serpente è una delle specie più comuni nella fauna dei Pirenei, ed è famoso per la sua velocità e aggressività. Si nutre di piccoli mammiferi, lucertole, uccelli e altri serpenti. Si riproduce tra aprile e maggio, e ogni anno la femmina depone al massimo 18 uova.
2. Camoscio dei Pirenei
Conosciuto anche come “sarrio”, è un’antilope caprina più piccola dello stambecco e vive in zone montuose della penisola iberica. Entrambi i sessi sono provvisti di corna, anche se quelle del maschio sono più spesse e con una curvatura più pronunciata.
Il camoscio dei Pirenei ha collo e testa chiari, pelliccia marrone scura e due macchie scure sul viso, intorno agli occhi, come se fosse una maschera. Si riproduce tra ottobre e novembre dopo i combattimenti rituali tra maschi dominanti. La gestazione dura 20 settimane e la femmina può dare alla luce solo un piccolo alla volta.
3. Gipeto
Noto anche come avvoltoio barbuto o avvoltoio degli agnelli è molto diverso da altri rapaci, in quanto ha l’abitudine di ‘rompere le ossa’ delle prede contro le rocce per mangiarle meglio. È un animale in serio pericolo di estinzione, considerando che è già scomparso da molti dei suoi habitat naturali in Europa, Nordafrica e Asia. Preferisce le scogliere e le gravine, nidifica presso le grotte e occupa territori in cui è più facile trovare carogne. Le ossa sono il suo cibo principale.
Il gipeto può avere un’estensione alare fino a tre metri e pesa circa 7 chili. La sua testa è coperta di piume – a differenza degli altri avvoltoi – e il colore del suo piumaggio varia a seconda dell’età. E’ marrone quando è ancora un pulcino, si schiarisce verso i tre anni, a sei diventa giallastro, con ali nere e bianche, nell’età adulta.
4. Pernice bianca
All’interno della specie Lagopus muta possiamo trovare più di 30 sottospecie. Una di loro vive proprio nella zona dei Pirenei. La sua popolazione è stabile, dal momento che non ha predatori diretti né l’uomo è interessato alla sua caccia.
La pernice bianca misura circa 35 centimetri, è bianca e grigia in inverno ma diventa marrone in estate. Il suo denso piumaggio è presente anche sulle zampe. Vive in piccoli stormi fino a sei individui e si sposta su tutta la catena dei Pirenei in cerca di cibo o riparo. In ogni stagione, le femmine possono deporre da 6 a 10 uova.
5. Marmotta alpina
È uno degli esseri viventi più emblematici tra quelli che appartengono alla fauna dei Pirenei. Questo roditore è il più grande d’Europa e ha un aspetto simile agli scoiattoli. Misura circa 60 centimetri – più i quasi 20 della coda – e il suo corpo è ricoperto da una folta pelliccia, di solito color castano e grigio.
La marmotta alpina trascorre molte ore seduta e usa le zampe anteriori come mani, per portare il cibo alla bocca o pulirsi. Scava dei tunnel con molti cunicoli per proteggersi dal freddo dell’inverno, quando va in letargo.
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