La storia degli ultimi mammut sulla terra

L'aumento delle temperature a seguito dell'ultima glaciazione avvenuta 13.000 anni fa, insieme alla caccia da parte dell'essere umano, sono le cause che portarono all'estinzione degli ultimi mammut.
La storia degli ultimi mammut sulla terra
Eugenio Fernández Suárez

Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez.

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

La mega fauna preistorica è scomparsa dall’Europa tantissimi anni fa, e ormai nulla resta dei rinoceronti o delle tigri dai denti a sciabola che popolavano le nostre terre. Alcune di queste enormi bestie, tuttavia, sopravvissero più a lungo di quanto pensiamo. Sapete che ne fu degli ultimi mammut?

Da quando nel 1978 furono rinvenute in Siberia delle gigantesche ossa appartenenti a quello che sembrava un elefante, questa specie ha meravigliato l’uomo con innumerevoli sorprese. Il primo cadavere preistorico congelato di uno degli ultimi mammut è stato ritrovato nel diciannovesimo secolo, e ci ha permesso di capire meglio come erano l’aspetto e la biologia di questi animali.

Scopriamo la storia degli ultimi mammut!

Cos’erano i mammut?

Quando parliamo di mammut facciamo riferimento a dei cugini degli elefanti che comparvero sulla terra ben cinque milioni di anni fa e vissero fino a qualche migliaia di anni fa. Anche se ne esistono diverse specie, il mammut lanoso è il più noto fra tutti.

I mammut non erano molto più grandi degli elefanti africani, tuttavia esistono degli esemplari record, come il mammut del fiume Songhua o il mammut imperiale, che potevano arrivare fino ai 5 metri di altezza.

I mammut lanosi vivevano in regioni fredde e proprio per questo avevano orecchie più piccole rispetto a quelle dell’elefante asiatico, così da evitare il congelamento. Grazie alle rappresentazioni rupestri che risalgono all’era del Paleolitico, sappiamo con certezza che avevano una gobba o massa di peli sulla schiena.

La storia degli ultimi mammut

Perché si sono estinti?

Dopo l’ultima glaciazione avvenuta 13.000 anni fa, iniziarono ad aumentare le temperature e l’habitat del mammut cambiò enormemente. Questo fattore lo relegò pian piano a zone sempre più piccole fino alla sparizione di ogni angolo ecologico adatto per la sua sopravvivenza. 

L’innalzamento della temperatura e il mutamento della vegetazione di cui si nutrivano causò una forte pressione su questi animali; la caccia realizzata dall’uomo fu però un altro importante fattore che determinò la sua scomparsa.

Sappiamo che l’essere umano cacciava i mammut sia grazie ai resti e alle rappresentazioni rupestri, sia grazie a dati scientifici. Uno studio sulle zanne di questi animali ha rivelato che gli ultimi mammut che abitarono il pianeta nei 30.000 anni precedenti alla loro estinzione, ridussero gradualmente l’età in cui venivano svezzati.

Curiosamente, nel caso degli elefanti moderni il tempo necessario allo svezzamento è aumentato a causa dei cambiamenti climatici, mentre la caccia lo ha ridotto. Per questo, si crede che la caccia da parte di diversi ominidi possa essere una delle principali cause della loro scomparsa.

L’essere umano è spesso stato il responsabile dell’estinzione di alcuni animali a causa della pratica della caccia, basti pensare alla scomparsa dei lemuri giganti o del bisonte europeo.

Cacciatore della preistoria

Cosa ne è stato degli ultimi mammut?

In realtà, i mammut si estinsero più tardi di quello che in molti credono. Due popolazioni sopravvissero fino a neanche 9.000 anni fa: quelli dell’Alaska e della Siberia.

Cominciamo con la storia degli ultimi mammut nell’isola di Saint Paul, in Alaska. Si sa che questi animali sopravvissero sull’isola fino all’anno 6000 a.c., un’era in cui l’agricoltura era già comparsa nella valle del Nilo, quando in Mesopotamia si usava la ruota e nel Medio Oriente si iniziavano ad allevare le capre.

Sembra che in questo caso il ruolo dell’uomo non sia stato la chiave dell’estinzione, già che non era ancora arrivato a questo latitudini. Parliamo di un’isola di appena 100 km quadrati senza grandi fonti di acqua dolce.

L’ascesa delle temperature, così come la mancanza di acqua e l’aumento del livello del mare, è stata determinante per la scomparsa degli ultimi mammut in Alaska. La scomparsa progressiva della vegetazione accelerò l’erosione e la scomparsa degli ultimi laghi. Se gli elefanti moderni possono arrivare a bere fino a 200 litri di acqua al giorno, è facile pensare come questo fosse un problema non aggirabile per i mammut.

Ad ogni modo, gli ultimi esemplari di questa specie vissero ancora un po’ più a lungo. Nell’Isola di Wrangel, in Siberia, i mammut sopravvissero per altri 5.000 anni dopo l’estinzione dei mammut sulla terra ferma, in concomitanza con l’arrivo dell’essere umano sull’isola. Quest’epoca, molto più moderna, coincide con la costruzione di Stonehenge, l’inizio dell’odontologia in Cina o la costruzione dei primi palazzi a Creta.

I mammut di quest’isola probabilmente soccombettero all’azione dell’uomo. Sebbene non si siano ancora trovati resti che ne provino il consumo, la presenza di arpioni di avorio e la scomparsa di questi animali a seguito dell’arrivo dell’uomo a Wrangel sembrano attribuire ancora una volta a noi la colpa, almeno in parte, della loro estinzione.


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  • «Holocene dwarf mammoths from Wrangel Island in the Siberian Arctic». ResearchGate (en inglés).


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