La struttura sociale delle api

La struttura sociale delle api

Ultimo aggiornamento: 02 aprile, 2018

Le api si sono evolute dalle vespe e sono tra gli esseri viventi meglio strutturati. Ognuna, infatti, ha un compito specifico che viene portato a termine senza esitazione. In questo articolo vi guideremo alla scoperta della struttura sociale delle api, aprendovi le porte di un mondo che pochi conoscono. Rimarrete sorpresi dal constatare che, a volte, l’organizzazione interna di alcune comunità animali può eguagliare e, persino superare, quella umana.

Com’è la struttura sociale delle api?

Non c’è dubbio che a livello comunitario, stiamo parlando di una specie altamente sviluppata, con una colonia composta da tre gruppi:

  • Ape regina
  • Fuchi (o anche pecchioni, sono i maschi dell’ape domestica)
  • Api operaie.

Affinché un alveare venga considerato “normale”, cioè in equilibrio, serve un gruppo sociale di almeno 15.000 individui. Alveari di dimensioni superiori possono raggiungere l’incredibile record di 50.000 esemplari.

Una delle principali caratteristiche delle api è che sono esseri eusociali. Ciò significa che vivono in società, che è divisa in caste, anche se ci sono alcune specie solitarie che non producono miele e che lo raccolgono solo per il proprio consumo.

ape su dei petali di fiori
Autore: ckmck

Tornando alla struttura sociale delle api, questi insetti volanti costruiscono i loro nidi con “cellule” di uguali dimensioni e spazio per conservare polline e pappa reale, oltre a proteggere le larve.

La struttura sociale delle api: le 3 caste

All’interno di una colonia questi insetti hanno sviluppato tre caste principali. Il gruppo sociale al completo è governato da una femmina, la regina. Possiamo dunque parlare di un vero e proprio sistema matriarcale. Quindi, il capo è la madre di tutti gli individui che abitano all’interno dell’alveare.

1. Ape Regina

È lei “l’anima” della comunità, perché senza di essa non può continuare ad esistere. Ce n’è solo una per ogni colonia, ed è responsabile della deposizione delle uova e della decisione di quali saranno le femmine (lavoratori) e i maschi (fuchi).

Se un’ape regina muore, una qualsiasi delle femmine dell’alveare può sviluppare un sistema riproduttivo, al fine di deporre le uova grazie alla copulazione con i maschi. Tuttavia, tutti gli individui nati da lei saranno fuchi. Pertanto, la “famiglia” diminuirà quando gli operai cesseranno di esistere.

La regina non è allevata nella tipica cella a nido d’ape, ma per lei viene costruita una speciale stanza, più grande. Si nutre di pappa reale, ha un’aspettativa di vita di tre anni e rilascia feromoni per regolare tutte le attività della colonia.

2. Fuchi (Ape maschio)

Il suo unico obiettivo è quella di fecondare la regina in modo che l’alveare possa continuare ad esistere. La regina decide quanti maschi ci saranno nella colonia, con una quantità compresa tra 200 e 800 esemplari (anche detti pecchioni).

La deposizione di uova fecondate avviene all’inizio della primavera e dell’estate in quello che è noto come volo nuziale, che può durare fino a cinque giorni. Così, durante i mesi freddi, non vengono prodotti nuovi fuchi. I maschi nascono dopo 24 giorni da uova non fecondate, motivo per cui hanno metà dei cromosomi delle femmine.

un gruppo di api di allevamento mangia
Autore: Vladimir Guerrero

Le caratteristiche fisiche dei fuchi sono: occhi grandi, più grandi delle api operaie, addome lungo e robusto. Hanno una lingua corta perché non hanno bisogno di cercare il nettare, dal momento che vengono nutriti dalle operaie. Per quanto riguarda la loro capacità riproduttiva, va notato che sono fertili per 38 giorni.

3. Api Operaie

Le operaie sono tutte femmine e rappresentano il gruppo più grande all’interno della struttura sociale che abita nell’alveare. I loro dispositivi riproduttivi sono atrofizzati – non sono fertili – e impiegano 21 giorni per nascere quando la regina feconda le uova. La loro vita è limitata a circa 65 giorni nei mesi caldi e 120 giorni al freddo.

Sono morfologicamente più piccole della regina e dei fuchi. Hanno una lingua molto sviluppata che serve per ottenere il nettare e conservarlo, oltre ad un grado di visione che consente loro di localizzare i fiori a distanza. Inoltre, le zampe posteriori hanno una sorta di “peli”, dove accumulano granelli di polline.

Per quanto riguarda il loro lavoro, le api operaie svolgono varie funzioni a seconda che siano giovani – fino a 21 giorni di età – o adulte, quando possono lasciare l’alveare:

  • Pulizia: si occupano dell’igiene dei pannelli di cera e dell’alveare in generale.
  • Nutrizione: alimentano le larve con la pappa reale.
  • Cera: costruiscono nuove celle di cera.
  • Conservazione: distribuiscono il cibo e lo stivano nelle diverse celle.
  • Guardia: custodiscono l’ingresso dell’alveare e impediscono l’ingresso di api da altre colonie.
  • Ventilazione: generano una corrente d’aria per far seccare il nettare.
  • Raccolta: raccolgono il nettare, l’acqua, la propoli e il polline, per poi produrre miele.

Immagini: Eric Tourneret, ckmck e Vladimir Guerrero


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