La vongola Ming, l'animale più longevo
Nel 2006 una spedizione scientifica in Islanda, che aveva lo scopo di studiare attentamente la vita dei molluschi, ha trovato una vongola dalle caratteristiche particolari. Dopo averla osservata in dettaglio, hanno scoperto che si trattava di un esemplare unico. È stata chiamata vongola Ming e si è rivelata essere l’animale più longevo.
Cosa cercava la spedizione che ha trovato la vongola Ming?
I ricercatori di tutto il mondo effettuano spesso spedizioni in Islanda e dintorni con l’intenzione di studiarne i molluschi. Nelle acque fredde sono state trovate specie molto longeve e questo ha mobilitato la comunità scientifica, che cerca di comprenderne il processo di invecchiamento.
Grazie ai suoi anelli conosciamo i cambiamenti avvenuti nel mare e nel clima durante la vita di questo mollusco.
Le vongole islandesi vengono studiate perché sono bivalvi molto longevi. Possono fornirci risposte ad alcune incognite sul processo di invecchiamento. Questo perché ogni anno aggiungono un nuovo anello al loro guscio, proprio come gli alberi, e analizzando questi anelli possiamo conoscere la storia degli oceani.
Perché è stata chiamata vongola Ming?
Quando gli scienziati hanno iniziato a studiarla, si sono resi conto che la vongola aveva centinaia di anni. All’inizio si credeva che fosse nata quando in Cina regnava la dinastia Ming e per questo era stata battezzata con quel nome.
Man mano che la ricerca procedeva, si è scoperto che poteva avere più di 500 anni, cioè più di mezzo millennio.
La morte della vongola Ming
Dal momento che faceva parte di uno studio su molti molluschi raccolti, la vongola Ming è stata inclusa tra questi. Le ricerche consistono nel prelevare campioni del suo guscio, e una volta aperto, l’animale muore.
Il team di ricerca della Bangor University ha dichiarato che la particolarità del bivalve era ancora sconosciuta all’inizio delle analisi e che per questo motivo, quando ne hanno scoperto l’importanza, era già troppo tardi per salvarlo.
La vongola Ming, l’animale più longevo, è morto prima che se ne conoscesse l’importanza.
Come vengono studiate le vongole?
Il metodo di studio è la sclerocronologia e consiste, nel caso delle vongole, nell’apertura del guscio. Non sempre si sa se il mollusco è ancora vivo. Ma se lo è, morirà nel momento in cui il suo guscio viene aperto. In questo modo, gli anelli della conchiglia vengono contati dall’interno.
Per tutti questi motivi, gli scienziati che hanno studiato la vongola Ming non sapevano che fosse ancora viva e che fosse tra noi da tanti secoli.
In loro difesa, hanno commentato dicendo che gli animali della stessa specie vengono consumati commercialmente su base giornaliera e che a pranzo potremmo mangiare vongole vecchie di centinaia di anni. La loro argomentazione più convincente era che avevano notato che la vongola poteva essere molto più vecchia solo quando gli studi erano già iniziati.
La vongola Ming, l’animale vivente più longevo, nei titoli dei giornali
Quando si è diffusa la notizia dell’età della vongola Ming, la loro scoperta ha fatto notizia. Così come la triste notizia della sua morte durante le ricerche. Questa situazione ha portato a diverse proteste contro la Bangor University, che era incaricata della ricerca.
Tuttavia, il loro studio ha permesso la pubblicazione di un lavoro di alta qualità sulla rivista scientifica Age, nel 2013. In questo studio, gli autori hanno descritto la relazione tra la longevità di tutte le specie studiate.
L’animale più longevo non aveva utilizzato troppe risorse in risposta a fattori di stress esterni. Pertanto, la vongola Ming aveva avuto un’esistenza pacifica.
Potrebbero esserci più vongole Ming nel mare
È molto probabile che la vongola Ming non sia l’unica tanto longeva. La comunità scientifica mostra un parere unanime nell’assicurare che in Islanda e sulle coste artiche esisterebbero vongole ancora più vecchie.
E altrettanto importanti dei bivalvi longevi sono le informazioni che possono darci, dal momento che le correnti oceaniche hanno subito diversi cambiamenti, l’ultimo circa 400 anni fa, durante la Piccola Era Glaciale.
I gusci di ostriche, vongole, cozze, aragoste e lumache di mare, nelle specie longeve, custodiscono la storia degli oceani e mostrano la velocità dei recenti cambiamenti.
Il futuro della ricerca marina
Attualmente gli oceani subiscono l’impatto delle emissioni di CO2, e ne sono testimoni i coralli e i gusci dei molluschi. L’acidificazione delle acque marine può danneggiare la riproduzione delle specie e la sopravvivenza delle economie che dipendono dalla pesca. Le alte temperature che colpiscono l’oceano stanno colpendo anche le popolazioni della sua fauna marina.
Tenendo presente che anche le specie marine apportano acidi grassi insaturi alla dieta umana, a beneficio del sistema cardiovascolare, si comprende l’importanza di sostenere la ricerca scientifica e trovare metodi di studio più sicuri per la vita marina.
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