Vitamina K per cani: benefici e effetti secondari
Scritto e verificato la biochimica Luz Eduviges Thomas-Romero
Per capire l’importanza della Vitamina K per i cani, dobbiamo sapere che si tratta di un nutriente fondamentale per la loro salute. Tra le sue principali azioni si occupa di modulare i processi di coagulazione del sangue e della salute delle ossa.
Continuate a leggere per conoscere questi e altri effetti della Vitamina K nei cani.
Tipi di Vitamina K naturali
Esistono due tipi di Vitamina K: la prima, elaborata dalle piante, è detta K1 o filochinone. Le verdure a foglia verde, come i broccoli o i cavolini di Bruxelles son ricchi di Vitamina K nella sua variante K1.
Esiste poi la Vitamina K2 o menachinone, elaborata dai batteri che risiedono nell’intestino dei mammiferi. Questa forma viene prodotta durante la digestione dei cibi.
Tipi sintetici
L’industria chimica si è addentrata nel campo della produzione di varianti sintetiche di Vitamina K. Per questo sul mercato esistono la Vitamina K3 (menadione), K4 e K5.
La Vitamina K3 è risultata tossica in quanto interferisce con la funzione del glutatione: causa tossicità epatica e danneggia le membrane cellulari. Il suo uso come trattamento contro la carenza di Vitamina K negli uomini è stato proibito nel 1963.
Anche se se ne sconsiglia l’uso, le tre varianti sintetiche di Vitamina K sono usate in molte aree. Queste comprendono l’industria del cibo per animali (K3) e con l’obiettivo di inibire la crescita di funghi negli alimenti processati (Vitamina K5).
La Vitamina K3 è facilmente identificabile sulle etichette dei prodotti alimentari per animali, dove è riportata sotto il nome di menadione di sodio bisolfato, menadione di sodio bisolfito o menadione dimetilpirimidinolo bisolfito.
Il termine Vitamina K deriva dal tedesco “koagulationsvitamin”.
Funzioni della Vitamina K per i cani
La Vitamina K1 e K2 sono composti solubili in grassi. La forma K1 si assorbe nell’intestino tenue e richiede la bile per l’assorbimento. La forma K2 viene assimilata nell’ileo e nel colon.
Dopo la captazione nell’instestino, la Vitamina K è sottoposta a un processo di riciclo nel fegato. È qui che la vitamina agisce come cofattore per la mutazione di un gruppo di proteine.
All’interno di questo gruppo di proteine rientrano quelle necessari alla cascata della coagulazione. È un processo rilevante anche per il metabolismo delle ossa e della dentina, la osteocalcina.
L’attivazione della Vitamina K è necessaria affinché queste proteine possano interagire con il calcio e diventare operative nel processo di coagulazione.
Casi clinici di somministrazione di Vitamina K nei cani
La Vitamina K viene somministrata ai cani in vari casi specifici. Per esempio contro l’avvelenamento da rodenticidi, come il warfarin, che agiscono bloccando il riciclo nel fegato della Vitamina K.
Questi veleni inducono l’incapacità di produrre i fattori essenziali della coagulazione, in particolare i fattori II e VII.
L’impiego di Vitamina K in questo caso è necessario come antidoto. Questo rimedio può funzionare sia negli animali che nel caso di umani esposti accidentalmente -o intenzionalmente- a veleni anticoagulanti.
D’altra parte, la Vitamina K si somministra ai cani nel caso in cui esista una condizione che ne impedisce il normale assorbimento. Questo capita di fronte a malattie epatiche, ma anche per la prevenzione e il trattamento di patologie alle ossa deboli o osteoporosi.
L’emofilia è una malattia di origine genetica che impedisce la corretta coagulazione del sangue. In questo caso un trattamento a base di questa vitamina è mirato a contrastare il rischio di importanti emorragie.
Se il vostro cane è stato sottoposto a un trattamento con antibiotici prolungato, che può aver alterato il microbiota intestinale, potrebbe aver bisogno di un integratore di Vitamina K. Integratelo nella sua dieta fino al normale ripristino del suo ecosistema intestinale.
Effetti secondari del trattamento con questa vitamina
Il trattamento per cani con dosi alte di Vitamina K deve essere somministrato con precauzione. È stato infatti riportato come la variante K3 (menadione) può favorire l’anemia emolitica nei cani, quando se ne somministrano 4mg/kg per 5 giorni.
Bisogna tenere a mente che la Vitamina K impiega un giorno a entrare in funzione, a prescindere da come viene somministrata. Ricordate che per avere effetti le nuove proteine devono essere sintetizzate, visto che i fattori della coagulazione già in circolo non saranno alterati dal trattamento.
In situazioni di estremo pericolo per l’animale, come emorragie gravi, non bisogna pensare che la Vitamina K induca un’emostasi immediata. In questi casi è necessario ricorrere a una fonte di fattori della coagulazione attivi, come una trasfusione.
Infine, è necessario sottolineare che i cani devono ottenere la maggior parte dei nutrienti essenziali attraverso l’alimentazione. La loro dieta deve essere ricca di vitamine, minerali, fibre dietetiche e altre sostanze benefiche per la salute.
Soltanto in alcuni i casi è raccomandabile che il cane consumi alimenti fortificati e integratori alimentari per supplire alla carenza di nutrienti che, altrimenti, non riuscirebbero a consumare nelle quantità minime raccomandate.
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