5 forme di coda nei pesci
La pinna caudale è uno dei tanti tipi di pinne che può possedere un animale marino. Certamente è quella che più attira l’attenzione, forse per i suoi movimenti, per la sua forma o per i colori che la caratterizzano. In questo articolo vi racconteremo quali sono i diversi tipi di coda nei pesci. È più che interessante!
Coda dei pesci: quante tipologie ne esistono?
La parola ‘caudale’, che si usa per denominare la coda nei pesci, proviene dal latino. Vuol dire proprio ‘coda’ e si trova nell’estremità del corpo. Gli animali la usano per darsi una spinta propulsiva.
Dagli squali, che muovono la loro pinna sui lati fino ai carassius, che hanno dei ‘teli’ o ‘veli’ che gli permettono di muoversi liberamente in acqua, esistono diversi tipi di coda nei pesci:
1. Eterocerca
In questo caso le vertebre si estendono fino al lobo della coda che è asimmetrica (una parte più grande o lunga dell’altra). All’interno della coda eterocerca possiamo trovare due sottotipi: epicerca –quando il lobo superiore è più lungo di quello inferiore, come nel caso degli squali, foto che apre l’articolo– o ipocerca, quando il lobo inferiore è quello più lungo, come nel caso dei pesci volanti.
2. Protocerca
In questo caso la coda nei pesci si estende attorno alla colonna vertebrale ed è comune negli embrioni dei pesci. Le vertebre continuano fino alla punta della coda, che è asimmetrica ma non espansa. Questo tipo di coda, inoltre, la posseggono pesci del genere amphiouxus, simili alle anguille ma di minori dimensioni e che abitano nelle acque costiere di tutto il mondo.
3. Omocerca
È la più comune coda nei pesci ed è caratterizzata da una certa simmetria, a causa del fatto che le vertebre non si estendono verso nessuno dei lobi in particolare. All’interno del tipo omocerca possiamo trovare diverse forme o terminazioni: tondeggiante, tronca (con due bordi tondeggianti), biforcata (termina con due punte), convessa (termina in una leggera punta all’indentro) e semilunare o luna crescente.
4. Dificerca
In questo caso le vertebre si estendono verso la punta della coda che è simmetrica ed espansa. È abbastanza comune nella famiglia degli hyperoartia, polmonati, polipteridi e celacanti. Era anche il tipo di coda che avevano i pesci paleozoici.
La sua forma è curiosa. Nella maggior parte dei casi termina con un vertice piccolo in punta, il quale è preceduto da una parte tondeggiante che fa parte dello stesso corpo dell’animale.
5. Velo
Senza dubbio si tratta di una coda ‘familiare’, in quanto appartiene a un pesce molto conosciuto, presente in centinaia di stagni e acquari di tutto il mondo: il carassius od orifiamma coda a velo. Questa specie originaria del Giappone attira l’attenzione per questa sorta di teli che escono dal suo corpo. Non solo all’altezza della coda, ma anche del ventre o della schiena.
La coda a velo è molto leggera e si muove velocemente, cosa che permette al pesce di spostarsi da un posto all’altro senza problemi. Di grandi dimensioni, in alcuni casi più grande dello stesso corpo, la coda permette di determinare se un esemplare sia maschio o femmina.
Sebbene il colore predominante del velo sia arancione, ci sono anche altre tonalità, come ad esempio il rosa, il bianco e il blu. Non sempre è della stessa colorazione del corpo. Coloro che hanno degli acquari in casa, devono sapere che la coda di un Carassius è molto delicata e propensa a soffrire di funghi che compaiono dopo l’accumulo di sporco e batteri. Quando è malato, la coda cambia colore e smette di essere brillante.
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