5 malattie virali degli elefanti

Gli elefanti in cattività possono arrivare ad ammalarsi, in alcuni periodi della loro vita. In questi casi, è indispensabile offrire loro il trattamento adeguato per evitare complicazioni. In questo articolo vi parliamo di 5 malattie virali degli elefanti.
5 malattie virali degli elefanti
Érica Terrón González

Scritto e verificato la veterinaria Érica Terrón González.

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

Per molti anni, sia per la loro struttura che per le loro dimensioni, gli elefanti sono stati comunemente associati alla salute e alla longevità. Tuttavia, anche loro possono arrivare ad ammalarsi. Per dimostrarvelo, nelle righe che seguono vi parleremo di 5 malattie virali degli elefanti.

Per quanto ci accada di rado di pensare a questo aspetto, in realtà nessun essere vivente è del tutto esente dal contrarre malattie, neppure i giganteschi elefanti.

Il virus dell’herpes endoteliotropico dell’elefante

le malattie virali degli elefanti sono spesso causate dagli herpesvirus

Gli herpesvirus sono responsabili della nascita di infezioni nella maggior parte dei mammiferi. Accade raramente che gli ospiti definitivi del virus (gli elefanti africani) ne vengano colpiti in forma grave. Al contrario, gli ospiti intermediari (gli elefanti asiatici) ne subiscono le conseguenze.

Trasmissione e sintomi

L’herpesvirus fa il suo ingresso nell’organismo attraverso le vie respiratorie, insediandosi nei noduli polmonari in forma asintomatica. Negli animali nei quali sviluppa la malattia provoca torpore, anoressia e coliche. Successivamente, possono fare la loro comparsa degli edemi sulla testa, il tronco e le estremità anteriori.

Il vero problema si presenta quando la malattia viene complicata dalla presenza di lesioni emorragiche che hanno generalmente esito fatale.

5 malattie virali degli elefanti: l’encefalomiocardite

Si tratta di una malattia naturale dei roditori, che agiscono da serbatoio. Le forme più gravi, però, colpiscono molti altri mammiferi, sia domestici che selvatici. Tra questi, l’elefante africano e l’elefante asiatico.

Il virus responsabile è un Cardiovirus, appartenente alla famiglia dei Picornaviridae. Si replica nelle cellule del miocardio, provocando un danno tissutale tale da provocarne la necrosi.

Trasmissione e sintomi

Generalmente, l’infezione si trasmette per via oro-fecale, mediante alimenti o acqua contaminata. Non è però trasmissibile tra gli elefanti.

La sintomatologia clinica abituale consiste nella morte istantanea dovuta all’arresto cardiaco. Nei casi meno acuti, però, è possibile osservare la presenza di anoressia, torpore e difficoltà respiratoria derivante dalla congestione cardiaca.

l'encefalomiocardite è una delle più importanti malattie virali degli elefanti

Febbre aftosa

In questo caso ci troviamo di fronte a una malattia virale altamente contagiosa ma che raramente ha esito fatale. Il problema consiste nel fatto che colpisce il bestiame su vasta scala: da qui deriva la necessità di sradicarla. Tra gli animali selvatici, colpisce sia ruminanti che non ruminanti, tra i quali gli elefanti in cattività.

L’agente patogeno è rappresentato da un aftavirus della famiglia dei Picornaviridae.

tra le malattie virali degli elefanti troviamo la febbre aftosa

Trasmissione e sintomi

La via di trasmissione è quella respiratoria oppure  costituita dal contatto diretto con animali od oggetti infetti.

Si tratta di un’infezione che dà origine a lesioni vescicolari ed erosive della mucosa orale e della pelle delle estremità. Il periodo di incubazione dura fino a 5 giorni, durante i quali l’animale è depresso e presenta febbre. A partire da qui, iniziano a comparire i sintomi clinici nella mucosa orale, che portano all’aumento di saliva e alla comparsa di pus.

5 malattie virali degli elefanti: il vaiolo

Si tratta di una malattia virale caratterizzata da un’infiammazione della pelle e delle mucose di tutto il corpo. Questa infiammazione è destinata ad aggravarsi con il tempo, con la conseguente comparsa di pustole e ulcere dolorose.

Il virus responsabile è un Orthopoxvirus sp. Questa malattia può essere considerata una zoonosi, che colpisce sia animali che esseri umani. Infatti, si ritiene che la sua origine tra gli elefanti derivi dal loro impiego come attrazioni per bambini nei parchi zoologici europei.

Generalmente gli elefanti vengono colpiti da una semplice congiuntivite, una patologia sistemica che ha esito fatale.

5 malattie virali degli elefanti: la rabbia

Il virus responsabile di questa importante malattia è un Lisavirus della famiglia dei Rhabdoviridae. La sua diffusione interessa tutto il pianeta, consentendogli così di infettare quasi tutte le specie di mammiferi.

Trasmissione e sintomi

La trasmissione si verifica attraverso il contatto della saliva di un animale infetto con il sangue di un altro. In altre parole, generalmente si presenta attraverso un morso. I principali serbatoi sono rappresentati dai carnivori e dai chirotteri.

Un elefante colpito dalla rabbia mostra inizialmente segni lievi, per poi progredire verso un completo cambiamento nel comportamento. Al principio sono presenti eccitazione e aggressività, disorientamento e mancanza di coordinazione. Si passa poi a una fase di paralisi, che può portare perfino al coma. Infine, il danno neuronale diventa tale da portare alla morte dell’animale.

Diagnosi differenziale

Nell’effettuare la diagnosi, è necessario distinguere la rabbia da qualunque malattia di carattere neurologico. È il caso, per esempio, del tetano o del botulismo. Va però distinta anche da altri problemi che riguardano il sistema nervoso centrale, come una contusione o un colpo di arma da fuoco.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Fowler M, Mikota S. Biology, Medicine, and Surgery of Elephants. Hoboken: John Wiley & Sons; 2008

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.