Akita Inu: l'ineguagliabile eleganza orientale
Questa razza originaria del Giappone (più precisamente della prefettura di Akita) veniva storicamente usata dai guerrieri per cacciare gli orsi. In questo articolo vi raccontiamo tutto sull’Akita Inu, il cane preferito dal presidente russo Vladimir Putin, e reso famoso grazie al film “Hachiko”.
Origini dell’Akita Inu
Gli studi fanno risalire le sue origini ad oltre 3000 anni fa. Tuttavia, a causa dell’isolamento del suo paese di origine (la prefettura di Akita), non si hanno molte informazioni sulla sua storia.
L’Akita ha cambiato nome diverse volte nell’arco della sua esistenza, a seconda della funzione che si trovava a dover ricoprire: Matagi-inu (da caccia), Kurae-inu (da guerra) e Odate-Inu (provvidenza).
L’Akita (inu vuol dire “cane” in giapponese) era usato per cacciare orsi a causa delle sue dimensioni medie. A partire dall’anno 1063 è stato incrociato con il Mastino Inglese e il Tosa Inu, per ottenere esemplari più grandi e aggressivi, ideali per i combattimenti.
A seguito del divieto di combattimenti tra cani emanato nel 1903, la razza originaria, finalmente protetta, riuscì a svilupparsi. Divenne così il cane giapponese per eccellenza e, nel 1927, è addirittura nata un’associazione per la difesa della razza. Nel 1931 venne dichiarato monumento nazionale. Durante la seconda guerra mondiale purtroppo, la maggior parte dei cani (fatta esclusione per i Pastori Tedeschi) veniva catturata per poter fare vestiti con la pelliccia e cibo con la carne.
Per proteggere la razza, molti esemplari furono inviati in piccole zone del Giappone dove venivano utilizzati come guardiani dagli agricoltori. Terminato il conflitto bellico, diverse femmine furono vendute agli Stati Uniti, ed è così che nacque la razza Akita Americano, caratterizzata da tratti del Pastore Tedesco e del Mastino.
Da allora, l’Akita Inu gode di grande reputazione nel suo paese di origine, dove è considerato simbolo di prestigio (anticamente era un cane riservato alla classe nobiliare) e di ricchezza. I giapponesi credono inoltre che sia un talismano di buona fortuna, e per questo regalano una statuetta di questo cane in caso di malattia o nascita.
Caratteristiche e comportamento dell’Akita Inu
Si tratta di un cane di buone dimensioni e forte costituzione, più lungo che alto, dal petto ampio e il dorso piatto. La pelliccia può essere di quattro colori: bianca, rossa, color sesamo e tigrato. La dimensione del cranio è proporzionale al resto del corpo. Le orecchie sono piccole e inclinate in avanti. Il muso di colore nero, la lingua rosata e gli occhi piccoli e color caffè.
Le zampe dell’Akita Inu sono simili a quelle dei gatti (palmate). È un eccellente nuotatore e la sua coda è arrotolata sopra il dorso. La pelliccia è corta e spessa. In quanto a dimensioni, più arrivare a misurare fino a 71 centimetri di altezza e pesa tra i 34 e i 53 chili (i maschi).
Quanto al carattere, è distaccato ed impassibile nelle situazioni irritanti, riservato e silenzioso. Dominante con altri cani. È molto importante farlo socializzare fin da piccolo, per renderlo un cucciolo caratterialmente equilibrato.
Allo stesso tempo, sa essere molto affettuoso, protettivo e leale, dal carattere amichevole. Una cosa è certa, non è un cane che abbaia molto.
Come prendersi cura di un Akita Inu?
L’aspettativa di vita di questa razza si aggira intorno ai 10 anni. Si tratta di un cane di costituzione forte, che può sopportare le basse temperature grazie alla spessa pelliccia. I principali problemi che lo possono riguardare sono la displasia dell’anca, le malattie che colpiscono le ginocchia, la disfunzione della ghiandola tiroidale e gli squilibri nel sistema immunitario.
È importante spazzolarlo ogni giorno, per evitare perdite di pelo (in fase di crescita ne perde parecchio). L’Akita Inu ha bisogno di fare almeno qualche minuto di esercizio ogni giorno. La buona notizia è che è in grado di adattarsi a qualsiasi ambiente, tanto ad una casa grande quanto ad un appartamento.
Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.