Aquila reale: caratteristiche, comportamento e habitat
Questo rapace è uno dei più conosciuti e più diffusi sul pianeta, poiché vive in quasi tutti i continenti. Da sempre l’uomo vede con ammirazione l’aquila reale, talmente famosa da essere utilizzata spesso come simbolo. Dall’Antica Roma sino ad oggi, ancora molti paesi la usano sulla propria bandiera, come il Messico, l’Austria o l’Albania. In questo articolo vi parleremo delle caratteristiche, del comportamento e dell’habitat di questo animale veramente sorprendente.
Caratteristiche dell’aquila reale
Come con altri rapaci, le femmine dell’Aquila reale sono più grandi dei maschi e possono raggiungere fino a 2,3 metri di apertura alare e un peso prossimo ai 7 kg.
In entrambi i sessi il piumaggio è marrone scuro, con sfumature dorate sulla testa e sul collo, più bianche sulle spalle e sulla coda. Le zampe sono anch’esse coperte da piume. Un’eccezione rispetto alle altre aquile, ed è per questo che l’aquila reale viene inclusa nel gruppo delle aquile cosiddette “calzate”.
Simbolismo dell’aquila reale
Fin dai tempi antichi, questo uccello è stato usato per rappresentare il coraggio e la forza, per via della sua velocità in volo e dell’inaccessibilità dei suoi nidi. In entrambe le mitologie, greca e romana, l’aquila reale divenne il simbolo di Zeus (il padre degli dei), e veniva spesso nominata in leggende come quella relativa al mito di Prometeo.
Veniva anche usata come emblema dell’Impero Romano e simbolo religioso e militare. Ogni volta che una legione iniziava la marcia verso il luogo della battaglia, un soldato (chiamato aquilifer) precedeva le truppe, sostenendo un pesante stendardo dorato su cui campeggiava proprio l’aquila reale.
In seguito fu usata a Bisanzio, dove fu raffigurato con due teste. Una rappresentava l’impero caduto d’Occidente e l’altra rappresentava quello d’Oriente. Persino Carlo Magno usò l’aquila reale come simbolo, così come la casata degli Asburgo nel Medioevo e molte altre famiglie nobili, sui loro scudi.
La storia dell’aquila reale come simbolo continuò con Napoleone nel suo primo impero francese. Fu anche presente durante le guerre di Indipendenza degli Stati Uniti, fu scelta per le bandiere del Messico e dell’Albania, usata per rappresentare l’apostolo San Giovanni e perfino sulla bandiera della Germania Ovest, in contrasto con l’aquila imperiale impiegata del nazismo.
Habitat dell’aquila reale
Le zone in cui questo splendido volatile vive, includono diverse regioni. Nord America, Europa, Asia e Nord Africa, così come le popolazioni sedentarie in Gran Bretagna, Scozia, Norvegia, Italia, Giappone e Alpi. In Asia centrale e Medio Oriente l’aquila reale viene utilizzata per la falconeria e per cacciare le antilopi.
Oggi possiamo trovare sei sottospecie dell’aquila reale, in base alla loro posizione:
- homeryi (Penisola Iberica, Africa e Medio oriente)
- chrysaetos (Europa e Siberia)
- daphanea (Uzbekistan, Manciuria, Himalaya indiano)
- japonica (Corea e Giappone)
- kamtschatica (Monti Altai e Kamčatka)
- canadensis (Nord America e Messico)
Comportamento dell’aquila reale
Uno degli aspetti più importanti di questo uccello è che può adattarsi a qualsiasi tipo di ecosistema, poiché se necessario, è in grado di nutrirsi anche solo di carogne.
In questo modo può mantenere una popolazione stabile, a differenza dell’aquila imperiale (il suo parente più prossimo), che dipende dalla caccia al coniglio per sopravvivere. L’aquila reale non è una specie in via di estinzione, ma è scomparsa in Islanda e Irlanda, dove però è in corso un tentativo di ripopolamento.
Per quanto riguarda il cibo, questo volatile caccia dall’aria sfruttando le sue zampe dotate di forti artigli, il suo becco adunco e la sua vista infallibile. Questa gli permette di localizzare la preda a diversi metri di distanza. Cattura animali di diverse dimensioni e forme, come conigli, volpi, topi, lepri, serpenti, uccelli terrestri, ecc.
Anche la riproduzione dell’aquila reale è degna di nota. Maschi e femmine adulti formano la stessa coppia per tutta la vita e costruiscono i loro nidi una volta all’anno, con rami spessi alla base e più fini nella parte superiore. Nelle aree aride possono nidificare tra rocce scoscese e tra le gole delle montagne.
Inoltre, in ogni stagione aggiungono nuovi livelli al nido, che può raggiungere persino un metro e mezzo di altezza. La stagione degli amori ha luogo tra gennaio e marzo, dopodiché la femmina depone fino a due uova, che vengono incubate per 45 giorni. I pulcini sono coperti da un piumaggio bianco e fanno il loro primo volo quasi due mesi dopo la nascita.
Nel caso in cui le due uova si schiudano, i genitori presteranno maggiori cure al piccolo che appare più forte e sano. L’altro morirà per mancanza di cibo o addirittura per essere espulso dal nido. Una selezione crudele che, però, assicura la sopravvivivenza solo dell’esemplare migliore.
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