Come educare un gatto?
Educare il gatto è un procedimento che, conoscendo i giusti passi da intraprendere, si può rivelare più facile del previsto.
Per far luce su ogni vostro dubbio, nell’articolo di oggi vi illustreremo i passaggi per riuscirci al meglio. Questi sono i più importanti.
Chiamatelo per nome
Quando state educando il vostro gatto o gli state insegnando a svolgere alcune attività in particolare, come ad esempio fare i suoi bisogni nella lettiera, una dei passaggi fondamentali per fargli apprendere al meglio le vostre indicazioni è ripetere dei modelli di comportamento, così che possa intuire facilmente ciò che gli state chiedendo.
Uno dei modelli migliori consiste nel ripetere il suo nome, in modo che sappia riconoscere quando gli state parlando – fatto che lo porterà a concentrarsi interamente su ciò che gli state dicendo.
Uno dei segreti per l’educazione dei gatti è dunque quello di chiamarlo per nome quando gli state spiegando qualcosa, in modo da facilitare il suo apprendimento.
Non cambiate i modelli di comportamento
Come detto all’inizio, ripetere alcuni modelli di comportamento risulta fondamentale per educare un gatto. In questo modo avrà bisogno di poco tempo per capire cosa gli state chiedendo ed imparare quanto gli state insegnando.
Ciò è dovuto al fatto che i gatti riescono a memorizzare soltanto alcune parole tra quelle che gli diciamo. Di conseguenza, siete obbligati ad usare sempre le stesse, soprattutto quando lo state rimproverando o castigando per qualcosa. Adoperando termini che l’animale non riconosce, difficilmente vi presterà attenzione.
“Uno degli errori più comuni commessi dai proprietari di gatti quando vogliono far eseguire un ordine o rimproverarlo, è quello di usare espressione diverse, con il risultato di non farsi comprendere dal gatto, che le ignora senza capire.”
La ricompensa è essenziale per educare il vostro gatto
Così come per i cani, uno dei segreti per educare nel modo migliore il vostro gatto è quello di ricompensarlo ogni volta che fa qualcosa di buono o vi presta attenzione. Questo lo aiuterà a capire che, se fa quello che il suo padrone gli chiede, sarà ricompensato con qualcosa di suo gradimento.
Anche se può sembrare strano, dovete capire che il vostro piccolo amico, per quanto vi ami e vi rispetti, non fa le cose che gli dite per generosità o perché le ritiene giuste o sbagliate: si limita ad eseguire gli ordini in attesa di una ricompensa.
Per quanto riguarda il tipo di premio, è importante segnalare che sebbene all’inizio la cosa più gradita sarà del cibo, con il passare del tempo dovrete sostituire tale ricompensa con delle semplici carezze, così che finalmente si abitui a prestarvi attenzione senza esigere premi sofisticati.
Reagite subito
Anche se non vorremmo mai doverlo fare, è inevitabile che prima o poi arrivi il momento in cui si debba rimproverare o castigare il proprio cucciolo, che sia per aver fatto qualcosa che non doveva o semplicemente per non aver prestato attenzione a qualche nostro ordine. Quando ciò accade, il rimprovero è un modo per fargli capire che determinate azioni non devono essere fatte.
I gatti, così come altri animali, tendono a collegare una brutta esperienza con un atto compiuto in quel momento specifico. Ciò significa che se desiderate castigarlo, dovrete farlo nel momento esatto in cui sta commettendo qualcosa di sbagliato, per far sì che associ quel fatto con il rimprovero e non lo ripeta in futuro.
Uno degli errori più comuni commessi dai padroni di felini è punirli diverso tempo dopo il misfatto, magari perché prima erano occupati o non se ne erano accorti.
Così facendo, l’animale non assocerà mai quel rimprovero alla sua cattiva condotta, e per questo insisterà nel ripeterla.
In poche parole, se non riuscite a fermare il vostro piccolo amico con tempismo, evitate di castigarlo, dato che gli causereste solo stress, senza fargli cambiare in alcun modo la sua condotta.
Come potete vedere, educare il vostro gatto è più facile di quanto pensiate.
Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.