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Com'è la vita di un cane guida?

6 minuti
L'animale sarà sempre di proprietà legale dell'associazione che lo ha addestrato, che si prenderà cura delle visite veterinarie e della sua alimentazione.
Com'è la vita di un cane guida?
Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2018

I cani guida svolgono il lavoro più difficile che un animale possa fare. In questo articolo vi racconteremo com’è la vita di un cane guida, come vengono addestrati e formati.

Vi mostreremo com’è realmente la vita di un cane guida, un animale che lavora, ogni giorno, per migliorare la quotidianità di tantissime persone.

Il lavoro del cane guida

I cani guida accompagnano le persone cieche o ipovedenti, ovvero che soffrono di seri problemi alla vista. Li aiutano a camminare per strada, indicano loro dove e quando è sicuro attraversare e li accompagnano a prendere i mezzi pubblici.

Ma li aiutano anche all’interno della casa: raccolgono oggetti che cadono a terra, rimuovono gli oggetti fastidiosi per il transito all’interno di una stanza e, nel caso di persone con mobilità ridotta, li aiutano ad aprire e chiudere porte o cassetti.

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I cani guida, a differenza di altri esemplari specializzati, come i cani poliziotto o di soccorso, non riposano mai. Si dice che siano gli occhi dei loro padroni e per tutto il giorno rimangono al loro fianco.

Per questo, hanno bisogno di un addestramento molto speciale e duro, poiché devono imparare a muoversi in modo indipendente, all’interno della società umana.

Inizia la vita di un cane guida: l’infanzia

I cani guida nascono all’interno delle associazioni che li addestrano e li consegnano alle persone che aiuteranno durante le loro vite. Queste istituzioni hanno messo a punto una selezione genetica speciale, alla ricerca del miglior temperamento e carattere per questo tipo di servizio.

Le razze più utilizzate sono il Labrador, il Golden Retriever e il pastore tedesco. La loro personalità si adatta a ciò che richiede questo lavoro di assistenza. Sono cani intelligenti, pazienti ma determinati e sanno prendere decisioni. Inoltre, sono nati in un ambiente molto controllato che tutela le fasi iniziali della loro vita, come la gravidanza, il parto e lo svezzamento.

A differenza dei cani poliziotto, l’addestramento di un cane guida non inizia quando è ancora un cucciolo. Il suo primo anno di vita trascorre con una famiglia di accoglienza volontaria. L’esperienza in questo primo nucleo sociale aiuterà l’animale a conoscere il mondo e a comportarsi bene nelle diverse fasi della giornata.

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Dopo il primo anno, il cucciolo ritorna all’associazione. A questo punto, ha già imparato a vivere in una famiglia, si è familiarizzato con la strada, i rumori, sa relazionarsi con persone e cani e sa come comportarsi in un ristorante, al lavoro o sui mezzi pubblici. Finalmente è pronto a ricevere la sua formazione.

La formazione del cane guida

Tornato all’associazione, inizia la fase più delicata e intensa del suo addestramento. Un team di professionisti gli insegnerà a fare le cose più difficili, per un cane.

Come imparare ad attraversare la strada in modo sicuro, evitando distrazioni come salutare altri cani o camminare in linea retta.

Il cane imparerà anche a identificare passaggi e scale, per poter aiutare la persona ipovedente ad attraversare, evitando punti e ostacoli potenzialmente pericolosi.

La funzione di questo cane è quella di aiutare il suo padrone a gestirsi in totale sicurezza, anche fuori casa.

Tutte queste abilità vengono insegnate per un lungo periodo che dura, all’incirca, un anno. Quando il cane compie i due anni, è pronto per diplomarsi e andare a casa di un utente per tutta la sua vita lavorativa.

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Durante le varie fasi della formazione, è possibile che alcuni non soddisfino i requisiti necessari. Si parla, per esempio, di esemplari che non riescono a rimanere concentrati o che tardano più tempo nell’imparare determinati comandi.

In questi casi, vengono scartati come cani guida e vengono semplicemente dati in adozione a una famiglia, dove vivranno come normali animali da compagnia.

La vita adulta e il lavoro come cane guida

La vita di un cane guida inizia quando avviene l’incontro con la persona ipovedente. Una volta superato l’ultimo esame che gli permetterà di ottenere la qualifica, l’animale verrà affidato al primo utente che ne ha fatto richiesta.

Si entra dunque in un primo periodo di adattamento che servirà per valutare i progressi del cane e verificare la compatibilità tra animale e padrone.

Una volta completato anche il periodo di prova, finalmente il cane guida verrà trasferito presso il domicilio della persona. L’animale sarà sempre di proprietà legale dell’associazione che lo ha addestrato, che si prenderà cura delle visite veterinarie e della sua alimentazione.

Si preoccuperanno del benessere e della salute di quell’esemplare fino alla fine della sua vita lavorativa.

Da questo momento, la vita di un cane guida si basa sul lavoro per e con il suo nuovo amico umano. Questi formidabili animali lavorano 24 ore al giorno e non possono mai riposare, mentre lo accompagnano dentro e fuori le mura domestiche.

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I cani guida rimangono in servizio presso la persona fino a quando hanno tra 10 e 12 anni. Tuttavia, possono andare in pensione presto per motivi di salute, propri o dei loro utenti.

Questa età è solamente indicativa e ogni decisione viene sempre presa in base a ciascun caso specifico.

Quando raggiungono i 10/12 anni, il loro futuro è deciso: possono essere adottati dalla persona ipovedente, o possono essere anche dati in adozione ad una famiglia che non richiede speciale assistenza.

In ogni caso, smettono di lavorare come cani guida e cominciano a comportarsi come animali domestici normali, godendosi il meritato riposo.

Controversie

La formazione e la vita di un cane guida sono state messe sotto accusa da molti educatori e addestratori di cani.

Oggi inoltre, esistono e si stanno sviluppando alternative tecnologiche che presto saranno in grado di sostituire questa figura di supporto animale.

Da un lato, i metodi di allenamento di questi cani sono stati severamente criticati. Mentre le associazioni che li addestrano, affermano di rispettare questi animali, in tutto e per tutto, alcuni ex lavoratori dei suddetti puntano il dito contro metodologie non ortodosse spesso al limite della violenza.

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Altre persone, inoltre, mettono in dubbio il fatto che un cane possa sopportare lo stress di lavorare costantemente accanto ad un essere umano. 

In effetti, i cani guida passano tutta la loro vita a “servire” il proprio utente con problemi di vista.

Cani poliziotti, da salvataggio e persino quelli che lavorano nel mondo dello spettacolo, godono di pause e giornate libere, per potersi riposare e recuperare le energie. Sia fisiche che mentali.

Il nocciolo della questione, dunque, sta nel fatto che quando si crea un cane guida, si annulla l’animale, modificando ogni sua abitudine. Il suo modo di camminare, annusare, marcare il territorio, espletare le sue esigenze fisiologiche o anche salutare gli altri cani.

I proprietari di cani guida in pensione assicurano di trovarsi, spesso, degli animali con gravi danni sia fisici che psicologici.

I cani guida sono uno strumento essenziale per molte persone con problemi seri alla vista.

Li aiutano a vivere in modo autonomo e il più “normale” possibile, in cambio di una carezza o qualche parola di approvazione.

Nonostante ciò, è giusto fare tutto il possibile affinché sia tutelata anche la salute e il benessere di questi eccezionali eroi a quattro zampe.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.