Come prendersi cura di un gattino orfano

Come prendersi cura di un gattino orfano
Francisco María García

Scritto e verificato l'avvocato Francisco María García.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Salvare un gattino orfano è un atto di puro amore. Ma questo sentimento, il più nobile fra tutti, da solo non basta per prendersi cura, proteggere e garantire salute e benessere al cucciolo di gatto. Come sapete bene, i mammiferi hanno bisogno del contatto con la madre e del suo prezioso latte. Non solo è l’unico modo possibile per sviluppare un solido sistema immunitario ma, anche da un punto di vista psicologico, uno svezzamento troppo maturo può produrre problemi a livello comportamentale.

Dal momento che, purtroppo, l’abbandono di animali domestici è ancora molto frequente, ci sembrava doveroso scrivere un articolo guida su come prendersi cura di un gattino orfano.

E’ molto comune che le gatte muoiano o siano costrette a fuggire per sopravvivere nelle grandi città. Dopo il parto, può succedere che molti piccoli rimangano da soli, alla mercé di predatori e intemperie.

Fortunatamente, molte persone, così come enti istituzionali e associazioni di volontari, ONG e No-Profit, fanno moltissimo a favore degli animali randagi. Grazie al loro tempo e alla beneficenza, molti di questi gattini orfani riusciranno ad avere una seconda opportunità, trovando alloggio presso nuove famiglie adottive.

Come fare se si trova un gattino orfano?

Se vi capita di trovare un gattino orfano con meno di 12 settimane di vita, è molto probabile che sarà molto spaventato. È anche possibile che cerchi di difendersi o di fuggire sfruttando i pochi punti di forza che possiede. Pertanto, è importante rimanere calmi e avere pazienza quando vi avvicinate ad un cucciolo di gatto appena nato.

Vi raccomandiamo di usare dei guanti e di non mantenere un contatto eccessivo con l’animale. Il gattino è stato abbandonato ed esposto ad un’enorme quantità di sporcizia e batteri. Quindi, senza esitazioni, il primo passo da fare è portarlo dal veterinario. Il medico esaminerà il vostro nuovo amico e vi indicherà le cure da adottare per preservare la sua integrità fisica e lo sviluppo mentale.

I felini appena nati sono estremamente vulnerabili. Il loro istinto indipendente e cacciatore si sviluppa nel tempo, principalmente dopo aver raggiunto l’età adulta.

È meglio far riposare il gattino salvato in un trasportino adeguato. Se ancora non ne avete uno, può andare bene anche una scatola in cartone, l’importante è che sia abbastanza robusta per poter trasportare il piccolo micio.

4 consigli pratici per salvare un gattino orfano

1- Gatta con latte o latte artificiale

Il maggior rischio di un gattino appena nato è la vulnerabilità del suo organismo. È attraverso il latte materno che i cuccioli si nutrono e sviluppano il loro sistema immunitario. Nelle prime settimane di vita di un gatto, è essenziale fornire un’alimentazione adeguata per garantirne la sopravvivenza.

Nel caso che non sia possibile trovare una gatta con latte, è meglio consultare il veterinario. Vi aiuterà a trovare il miglior sostituto artificiale. Ci sono alcune marche di latte in polvere per i gatti appena nati: l’importante è non dargli mai latte di mucca. Il lattosio presente in esso può danneggiare seriamente l’apparato digerente del micio e causare allergie anche gravi.

2- Calore e ambiente appropriati

Di solito, i gattini sono molto più sensibili al freddo rispetto ad altri cani e mici adulti. La leggera e giovane pelliccia si adatta meglio a climi temperati e secchi.

Nelle prime settimane di vita, i gatti non riescono a regolare la propria temperatura corporea. Il rischio di ammalarsi per il freddo o soffrire di ipotermia è molto alto. Pertanto, è essenziale fornirgli calore rapidamente. Una buona soluzione è quella di usare una coperta elettrica e posizionarla in una zona asciutta e pulita. Al caldo e al sicuro, il gattino si riprenderà più rapidamente.

due cuccioli di gatto nella cesta

Un altro problema è legato al clima e all’isolamento termico della vostra casa. Nei paesi più freddi e umidi è necessario prestare molta attenzione a non esporre il gattino alle basse temperature. Se avete salvato il gattino in inverno, la temperatura interna non dovrà scendere sotto i 24 gradi.

3- Una cuccia pulita e confortevole per dormire

Il piccolo micio si sentirà vulnerabile e sarà molto spaventato. Vostro compito è quello di creare un ambiente confortevole e sicuro, in cui possa riposare e recuperare la tranquillità. È essenziale approntare una zona pulita, asciutta e calda, dedicata al vostro nuovo coinquilino. Ad esempio, potrete preparare una vera e propria cuccia. Adoperate anche solo una scatola di cartone con un asciugamano pulito e morbido su cui il piccolo animale potrà sdraiarsi.

4- Cura della pulizia e igiene

Dopo alcune settimane di vita, il gatto imparerà facilmente a fare i suoi bisognini nella lettiera. Ma un gatto orfano appena nato non sa ancora come controllare i propri stimoli. Di solito è mamma gatta che, leccando i piccoli organi intimi, stimola il cucciolo ad espletare le loro necessità fisiologiche. Durante i primi giorni, dopo ogni pappa, dovrete pulire manualmente il gattino. Potete usare del cotone o una garza pulita, leggermente bagnata con acqua tiepida.

un gattino mangia dal biberon

Appena notate che il gattino sta per fare qualcosa, posizionatelo su un foglio di carta, su un giornale o direttamente sulla lettiera, nel modo più dolce possibile.

In alcune grandi città, la riproduzione incontrollata dei gatti e la sovrappopolazione stanno diventando un vero problema di sicurezza e anche igienico-sanitario. In genere, una gatta può partorire 4-5 gattini ogni 65 giorni. Ciò vuol dire che, nei casi limiti, una madre può arrivare a dare alla luce circa 25 cuccioli all’anno…

La sterilizzazione è sicuramente uno strumento efficace che permette di lottare contro il randagismo. Oltretutto, permette di evitare molte patologie che potrebbero mettere a repentaglio la salute del vostro amico a quattro zampe.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.