5 curiosità sulla proboscide dell’elefante
Se vi chiedessero qual è, secondo voi, la parte più strana dell’animale terreste più grande che esista, quale direste? Le sue gigantesche orecchie? La sua risaputa intelligenza? Le affilate zanne? O la lunga proboscide?
In questo articolo vi raccontiamo alcune curiosità sulla proboscide dell’elefante, la parte più sensibile del corpo di questo immenso mammifero.
La multifunzionalità della proboscide dell’elefante
La proboscide dell’elefante è la congiunzione del naso con il labbro superiore. Attraverso di essa, questo animale annusa, respira, si pulisce e si rinfresca, emette suoni e afferra oggetti.
Di seguito vi elenchiamo alcune delle caratteristiche di questa sua fondamentale parte del corpo.
1-Flessibilità e sensibilità
La proboscide dell’elefante è dotata di grande sensibilità. È un importante organo esploratore, capace di distinguere forme e colori. Inoltre, è estremamente flessibile, grazie alla sua conformazione data da sei gruppi di muscoli suddivisi in oltre 100.000 unità muscolari.
Purtroppo, tuttavia, la grande sensibilità della proboscide degli elefanti viene sfruttata a loro sfavore quando si trovano in cattività. Gli umani infatti, colpiscono la proboscide per castigare l’animale o come tecnica per allenarlo, perché sanno che si tratta della zona dove l’elefante prova maggiormente dolore.
Quelle appena citate sono alcune curiosità sulla sensibile e flessibile proboscide dell’elefante. Una parte fondamentale del corpo di questo mammifero, in grado di svolgere una serie infinita di funzioni.
2-Emittente di suoni e infrasuoni
La proboscide di questo mammifero è anche un strumento per emettere suoni. Sicuramente avrete notato le particolari manifestazioni sonore di questo animale. Si chiamano barriti e, in generale, l’elefante li usa per esprimere rabbia o paura.
Ma è in grado anche di produrre infrasuoni, impercettibili all’orecchio umano, che gli permettono di mantenere il contatto con i suoi simili in un raggio di oltre 10 chilometri. Questa tecnica comunicativa viene utilizzata principalmente per guidare il gruppo, cercare i cuccioli o per l’accoppiamento.
3-Campionessa di olfatto
Avere una proboscide sviluppata permette all’elefante di contare sul miglior olfatto del regno animale. Quando la alza, dato che dentro di essa scorre il canale nasale, non vi è dubbio sul fatto che sia a caccia di odori, anche se molto lontani.
In questo modo è in grado di riconoscere predatori e altri tipi di minacce. Inoltre, avere un senso dell’olfatto tanto sviluppato, lo aiuta nella ricerca di alimenti, oltre ad essere un validissimo alleato dei maschi per la ricerca di femmine pronte all’accoppiamento.
La curiosità sta nel fatto che questi mammiferi sono soliti “assaggiare” i differenti odori. In che modo? Infilando la proboscide dentro la bocca subito dopo aver toccato un oggetto. In questo modo l’odore raggiunge una piccola apertura nel palato arrivando all’organo del Jacobson.
4-Strumento multiuso
La proboscide dell’elefante è anche uno strumento multiuso. Per esempio, l’elefante la utilizza per:
- Raccogliere alimenti da terra o da altezze anche oltre i 6 metri.
- Aspirare acqua, che usa per dissetarsi o per lavare il proprio corpo.
- Raccogliere sabbia e terra, che usa poi per creare sul corpo una copertura che lo protegga dal calore, dagli insetti e dal sole.
- Aprirsi il cammino.
- Grattarsi le orecchie e gli occhi.
- Sollevare e gettare oggetti pesanti anche fino al 4,5% del suo peso.
- Minacciare i suoi nemici.
- Giocare.
5-Snorkeling incorporato
Sapevate che gli elefanti sono anche degli ottimi nuotatori? Si spingono con le zampe che poi muovono con intensità. In questo modo riescono a coprire nell’acqua anche grandi distanze e, in acque profonde, sono in grado di immergersi completamente.
È qui che entra in gioco la proboscide, che utilizzano proprio come se facessero snorkeling. Sembra proprio che la natura abbia dotato questi immensi animali di veri e propri strumenti di immersione.
Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.