Displasia dell'anca nei gatti: tutto quello che dovete sapere

In questo articolo vi diremo tutto ciò che dovreste sapere sulla displasia dell'anca nei gatti, un problema che può avere serie conseguenze
Displasia dell'anca nei gatti: tutto quello che dovete sapere

Ultimo aggiornamento: 22 giugno, 2019

Anche se la displasia dell’anca nei gatti è rara ed  ha a che fare con la genetica, è importante conoscere questo disturbo che influenza la naturale camminata dei vostri amici felini. In questo articolo vi diremo tutto ciò che occorre sapere su questo problema.

Cosa è la displasia dell’anca nei gatti?

È un problema raro nei gatti e più comune nei cani. In sostanza, la displasia dell’anca produce uno sviluppo e una degenerazione anormali nelle articolazioni di quell’area.

Esiste una predisposizione ereditaria a soffrirne; la razza Maine Coon e le femmine ne soffrono più di altre e nei casi più gravi può determinare un irregolarmente posizionamento delle ossa, cartilagini danneggiate da movimenti innaturali, artrosi dovuta a zoppia e un dolore paralizzante.

La displasia dell’anca nei gatti inizia quando l’animale è ancora un cucciolo, cioè quando le sue ossa non sono ancora completamente sviluppate, ma diventa più grave con il passare del tempo. Le dislocazioni e i danni nelle cartilagini generano microfratture che impediscono all’animale di camminare bene, di arrampicarsi, di saltare o di giocare.

Gatto e veterinario

Quali sono i sintomi della displasia dell’anca nei gatti?

Anche se la diagnosi dovrebbe essere fatta da un veterinario, in quanto proprietari dell’animale abbiamo l’obbligo di prestare attenzione a certi sintomi o segni che possono far pensare alla displasia dell’anca nei gatti:

1. Meno attività del solito

Molte volte la diminuzione dell’attività nei gatti è attribuita all’età, ma anche adulti e anziani sani corrono, saltano e si arrampicano sugli alberi. Pertanto, se il tuo animale smette di giocare o di fare altre attività abituali, è necessario portarlo dal veterinario per un consulto.

2. Dolori

La displasia dell’anca nei gatti è molto dolorosa, quindi è normale che l’animale si lamenti di qualsiasi posizione assuma. Se lo toccate sulla parte inferiore della schiena, il vostro gatto potrebbe avvertire un dolore intenso. Non dovete pensare che non gli piacciono le carezze, il problema è che gli procurano dolore.

3. Clic: un segnale della displasia dell’anca

Presta molta attenzione ai “suoni” che il tuo gatto fa quando cammina, dorme o muove. Quando c’è una displasia è normale sentire un clic provenire dall’anca. Principalmente, questo accade quando il gatto vuole alzarsi dopo aver trascorso diverse ore sdraiato sul letto o sulla sua coperta.

Displasia dell'anca nei gatti

4. Spalle allargate

Un altro segnale della displasia dell’anca nei gatti consiste in un allargamento delle spalle. Perché accade? Perché l’animale ha modificato i suoi movimenti e tutto il peso del corpo lo porta in avanti. È come quando andate in palestra e allenate solo il busto.

5. Schiena inarcata

In relazione a quanto detto sopra, la displasia causa cambiamenti nella colonna vertebrale. Quando il gatto cammina, per evitare di aggravare il peso sulle zampe posteriori, piega la schiena. Noterete che quasi non appoggia i suoi cuscinetti posteriori per muoversi. È anche probabile che il gatto inizi a zoppicare.

Trattamento della displasia dell’anca nei gatti

Poiché ci sono altre malattie che causano anche sintomi simili, la displasia dell’anca nei gatti non è sempre diagnosticata correttamente. In molti casi, l’estrema zoppia -su uno o due lati – è la prova di questo disturbo.

Il veterinario si occuperà  di analizzare le articolazioni dell’anca e sottoporrà il vostro micio ai raggi x nell’area del bacino per identificare il problema. Una volta diagnosticata la displasia, esistono diversi trattamenti per alleviare i sintomi e prevenire che progredisca. Ad oggi, non esiste una cura definitiva per la displasia dell’anca nei gatti.

Il trattamento della displasia può includere terapia fisica, limitazione di alcune attività, uso di farmaci antinfiammatori orali o iniettabili, controllo del peso e, nei casi più avanzati, anche interventi chirurgici che possono richiedere una sostituzione totale dell’anca.


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