Gli animali sacri dell'induismo
Ogni religione ha una relazione diversa con gli altri esseri che abitano la Terra. In maggior misura, spesso si sente parlare degli animali sacri dell’induismo. In questo articolo vi guideremo alla scoperta della particolare relazione che gli indù hanno, da secoli, con diversi tipi di specie.
Animali nell’induismo: parliamo di spiritualità
Secondo i saggi che vivevano nell’antica India, tutti gli esseri viventi nel mondo hanno un certo grado di spiritualità. Per questo motivo, le canzoni e i riti inclusi nei loro libri sacri parlano di diversi animali: tartaruga, pesce, cavallo, maiale, e non solo.
Nelle sacre scritture – conosciute come i Veda – c’è una citazione che afferma: “Se ti astieni dall’uccidere un essere vivente otterrai l’attitudine necessaria per la salvezza“. Non possiamo dimenticare che per gli indù la reincarnazione è il modo in cui le persone riescono a vivere eternamente. E, a seconda di come agiscono nel corso della vita attuale, gli verrà assegnata quella successiva.
Un altro degli insegnamenti dei libri sacri dell’induismo, che evidenziano l’importanza della relazione tra uomo e animali, è il seguente: “Non userai il tuo corpo – che ti è stato dato da Dio – per uccidere altre creature, siano esse umane o animali“. Qualunque cosa accada, la violenza non genera mai qualcosa di buono, ma tutto il contrario.
Mucche e induismo
Le persone che vivono in Occidente, spesso rimangono colpite dal fatto che, in un paese povero come l’India, dove vive la maggior parte della gente che pratica l’induismo, le mucche camminino libere per le strade. Nessuno osa ucciderle per mangiarle. Questo perché è un animale sacro e, se la loro carne viene consumata, verrà risvegliata la rabbia degli dei.
La mucca è chiamata “la madre dell’umanità”, perché fornisce latte ai loro figli e anche agli umani. Le madri offrono cibo alla loro prole senza aspettarsi nulla in cambio e, quindi, la morte di una mucca viene paragonata a quella della madre stessa. Nessuno ferirebbe chi gli ha dato la vita, semplicemente perché sarebbe un vero e proprio sacrilegio.
Inoltre, questi mammiferi sono considerati membri della famiglia, sono accuditi come figli, le persone pregano per loro quando si ammalano e festeggiano quando viene dato alla luce un nuovo vitello, organizzando persino una festa alla quale partecipano amici e parenti.
Le vacche da latte sono chiamate “aghnya”, che significa “ciò che non deve essere ucciso”. Solo anticamente, tori, vitelli maschi o femmine sterili venivano sacrificati per nutrire le famiglie.
Tuttavia, questo è cambiato, poiché nella dottrina dell’Induismo c’è un insegnamento massimo che indica: “Dio è presente in tutti gli esseri“. Pertanto, non è possibile uccidere una mucca – o qualsiasi altro animale – perché sarebbe come uccidere Dio.
Quali animali sono sacri per gli indù
Gli animali nell’induismo rivestono una grande simbologia: molti di loro sono la rappresentazione degli dei sulla Terra e per questo motivo i praticanti non li feriscono o ne approfittano, al contrario, li venerano. Vediamo allora 3 esempi di animali sacri per la religione induista:
1. Elefante
Nella mitologia indù, una delle sue più grandi divinità, Ganesha, ha l’aspetto di un elefante. La leggenda narra che in passato, i primi esemplari avevano le ali e volavano tra le nuvole. Quando un santo chiese al cielo di prendere le ali di questi animali, la richiesta fu accettata, ma in cambio ricevettero enormi orecchie che però, purtroppo, non gli permettono di volare.
Degli elefanti si dice che abbiano la capacità di far cadere la pioggia quando muovono le orecchie, e per questo motivo sono venerati in India, specialmente quelli di colore bianco, simbolo di buona fortuna.
2. Pavone
È l’uccello nazionale ed è legato alla saggezza e alla bellezza, così come il veicolo usato da Kartikeya, il dio della guerra. Questa divinità sedeva sul retro di un pavone con le sue mogli e, in varie rappresentazioni, può essere visto annientare un serpente.
3. Scimmia
Rappresenta Shiva, legato alla forza e al potere, nonché all’umiltà e alla saggezza. Secondo antichi miti, un gruppo di scimmie salvò la moglie del re – il dio Rama – e in segno di gratitudine ciò diede loro l’aspetto di una divinità.
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