I Bucerotidi: riproduzione e caratteristiche

I Bucerotidi  sono uccelli che impressionano tutti con i loro colori brillanti. Ne parliamo in questo articolo.
I Bucerotidi: riproduzione e caratteristiche

Ultimo aggiornamento: 09 novembre, 2020

La famiglia dei Bucerotidi include circa cinquantacinque specie viventi. Questi uccelli sono distribuiti in Asia, Malesia e Africa tropicale e subtropicale.

Questi volatili presentano il piumaggio nero, grigio o marrone con alcune macchie bianche nella coda. Le loro tonalità scure sono compensate dai colori brillanti del becco o delle aree di pelle visibili sulla faccia e su parte del collo.

La taglia dei Bucerotidi varia notevolmente a seconda della specie. Per esempio, il bucero nero è lungo circa 30 centimetri e pesa intorno ai 102 grammi, mentre il bucorvo cafro può raggiungere gli 1,2 metri e pesare 6 chilogrammi. In generale, i maschi sono più grandi delle femmine, ma anche questo aspetto differisce a seconda della specie. 

Possiedono un enorme becco appiattito e curvo, con bordi dentati e “caschi” ossei sulla mascella superiore. Usano il loro becco come strumento durante la lotta, per pulirsi, costruire il nido e catturare le prede.

Accoppiamento e riproduzione dei Bucerotidi

I Bucerotidi formano, in genere, coppie monogame. Al momento del corteggiamento, il maschio e la femmina si inseguono, uniscono i loro becchi e cantano. Prima dell’accoppiamento, il maschio offre alla femmina un dono gastronomico come gesto della sua lealtà. Questo regalo può essere un insetto o un frutto.

Costruiscono il nido in cavità o crepe presenti negli alberi o tra le rocce. In genere, si tratta di cavità naturali, ma alcune specie si insediano nei nidi abbandonati dai picchi e dai piciformi.

Rhinoplax vigil che costruisce il nido.

Quando la femmina è pronta a deporre le uova, il nido viene chiuso lasciando solo un’apertura molto stretta. Questo ingresso è fatto con fango, escrementi e cibo trasportato e rigurgitato dal maschio.

I maschi usano questa apertura per passare il cibo alla femmina e ai pulcini. Questa dinamica prosegue finché i piccoli non crescono a sufficienza, momento in cui la madre rompe la parete del nido. A questo punto, entrambi i genitori si occupano dell’alimentazione dei pulcini finché non sono pronti a lasciare il nido.

Le covate dei Bucerotidi variano a seconda della specie. Le specie più grandi depongono uno o due uova, ma le più piccole possono deporre fino a otto uova. Durante il periodo di cova, la femmina muta la maggior parte delle sue piume della coda e delle ali.

Il bucorvo cafro è l’unica specie di Bucerotidi che ricorre a un metodo di allevamento diverso. In genere costruisce il nido in cavità vegetali e non lo chiude durante la cova. La femmina e il maschio covano e accudiscono i pulcini a turno.

Stato di conservazione

Lo stato di conservazione dei Bucerotidi è classificato come vulnerabile. Molte specie sono minacciate dai bracconieri che cercano le loro brillanti piume. Oltre a ciò, i Bucerotidi hanno subito una perdita importante del loro habitat.

Alimentazione dei bucerotidi.

Diverse organizzazioni hanno lanciato programmi di conservazione di questi uccelli. Lo zoo di San Diego, per esempio, ha una lunga storia con il bucorvo d’Abissinia.

Il primo esemplare maschio fu inviato nel 1951 al San Diego Zoo Safari Park e venne fatto accoppiare con una femmina nel 1972; si è così formata con successo la primo colonia di bucorvo d’Abissinia al di fuori del continente africano. Nel 1995 erano nati già 43 pulcini, la maggior parte dei quali erano stati trasferiti ad altri zoo americani.

Al giorno d’oggi, il San Diego Global Zoo ospita la popolazione più numerosa di Bucerotidi degli Stati Uniti: 30 specie tra lo zoo e il parco safari. Questi luoghi sono visitati da molti appassionati di uccelli.

Un altro lodevole programma di conservazione è l’Hornbill Adopt-A-Nest, lanciato dalla Hornbill Research Foundation in Tailandia. Questo programma prevede principalmente l’assistenza della gente del luogo come guardiani di nidi al fine di evitare che i pulcini vengano rubati e venduti, pratica prima assai diffusa.

Questa iniziativa, inoltre, protegge le foreste tropicali dal disboscamento illegale. I volontari vengono istruiti anche nella raccolta di dati vitali per le ricerche future.


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